Kudu Records -KU 05- ?/72
- Home Is Where The Hatred Is
- From A Whisper To A Scream
- To Lay Down Beside You
- That's All Right With Me
- 'Til My Back Ain't Got No Bone
- Sweet Touch Of Love
- Baby, I'm For Real
- Your Love Is So Doggone Good
- Scarred Knees
Nata Esther Mae Jones in Texas nel 1935 si avvicina giovanissima alla musica, divide la sua infanzia tra il Texas e Los Angeles dove vive la madre dopo la separazione dei genitori.
Inizia a cantare in un coro, e a 13 anni vince un concorso musicale al Barrelhouse gestito dallo showman Johnny Otis.
Otis mette sotto contratto la giovanissima Esther con il nome d’arte di Little Esther Phillips (pare ispirato ad una insegna di una stazione di servizio), la quale inizia prima a suonare con la band di Johnny Otis, (incide un 45 per l’ etichetta Modern di Otis mai pubblicato), ed infine per l’etichetta Savoy nel 1950 raggiunge la prima posizione in classifica R&B con il singolo “Mistrutin’ Blues”.
Lo stesso anno altri sei singoli pubblicati per la Savoy raggiunsero la vetta delle classifiche, Little Esther passò tutto il 1950 in Tour con Johnny Otis e la Savoy Records Barrelhuse Caravan of Star.
Per problemi di royalties non pagate (decisione probabilmente presa non da Esther Phillips visto che nel 1950 aveva solo 15 anni) firma per la Federal nel 1951.
Nel 1953 abbandona anche lo show di Johnny Otis, passa alla Decca, ma problemi di tossicodipendenza verso la fine degli anni cinquanta, fanno si che si ritiri in Texas vicino al padre, per quello che oggi si definirebbe un Rehab.
Nel 1962 viene “riscoperta” da Kenny Rogers, che la vede cantare in un club di Houston, e qui comincia la seconda fase della sua carriera,.
Ingaggiata dalla Leland Records (del fratello di Kenny) realizza un album Country ed un singolo “Realese me” che nel 1962 conquista la vetta delle classifiche R’n’B.
Passa alla Atlantic nel 1964, l’etichetta di Ertegun grazie al factotum Jerry Wexler in quel periodo era di casa tra i musicisti soul del sud degli States, e centra ancora un grande successo con la cover dei Beatles “And i love him” (versione femminile di “And I love Her”) nel 1965.
Continua ad incidere per l’Atlantic per un altro paio d’anni, i suoi problemi con gli stupefacenti riaffiorano e dopo qualche singolo con Roulette, la carriera di Esther Phillips si ferma per la seconda volta.
Nel 1970 con il vecchio amico Johnny Otis partecipa al Monterey Jazz Festival, e quando Creed Taylor lancia la Kudu Records - etichetta con una attitudine molto Black, sia nella scelta del nome (il Kudu è il nome africano dell’ antilope) che nella “linea discografica” – pensa di offrire una possibilità ad Esther Phillips.
La Kudu fa le cose in grande, raduna il meglio dei sessionman in giro , soprattutto nel ambito Jazz , Bernard Purdie (batteria) su tutti, il produttore Pee Wee Ellis e l’arrangiatore Don Seberky, utilizza i leggendari studios di Rudy van Gelder e tra il 6 ed il 13 dicembre 1971 viene registrato uno dei migliori album di soul degli anni settanta.
Il disco è un mix di Soul, Jazz e Funk, proto disco music, e sopratutto la caratteristica voce di Esther Phillips.
Il pezzo trainante è "Home is where the hatred is", cover in versione funk slow di un brano del gigante della musica moderna Gil Scott Heron, vista la tematica del pezzo (uso di droga), lo si può ritenere abbastanza autobiografico, lo ritengo uno dei migliori brani di funk soul di sempre : semplicemente meraviglioso.
"From a whisper to a Scream" è un bel lento funk, che sul finire del brano, grazie ai fiati, tende a diventare un r'n'b, molto bella la chitarra wah wah in sottofondo.
"To lay down besides you" è una stupenda soul ballad, con la voce di Esther Phillips da brivido, uno slow Memphis Soul.
Ancora un lento, con riferimenti jazz per "That's allright with me", con "Till I'm back I 'aint got no bone" abbiamo del ottimo funk r'n'b venato di bianco (accenni di country e fuzz in sottofondo).
La B Side parte con il r'n'b ballabile "Sweet touch of love": puro dancefloor!
Forse uno dei brani meno riusciti è "Baby I'm for real", troppo mieloso, ma con buoni arrangiamenti in stile jazz.
Un mix di generi (soul, funk, canzone d'autori, jazz) per la meravigliosa " Your Love Is So Doggone Good ", meravigliosamente supergroove.
Chiude la jazzata "Scarred kneels".
Il disco, come detto, è un capolavoro di Soul anni settanta, venne anche nominato ad un Grammy Award (vinse Aretha Franklin che dichiarò pubblicamente che il Grammy sarebbe dovuto andare ad Esther Phillips), e rilanciò per la terza volta la carriera di Esther Phillips che prosegui per tutti i seventies con una serie di Lp funk jazz( divennero anche un riferimento per la disco music) tra KUDU Records e Mercury, con cui iniziò ad incidere nel 1977.
Esther Phillips morì nel 1984 a 48 anni.
Foto dalle label della mia copia in vinile di Ku-05, la Kudu Records, l'eticheeta pubblicò Lp dal 1971 al 1978.
Esther Phillips - "Home is where the hatred is" - (sample)