Magazine Bambini
"Io non affermo niente di nuovo, solo faccio notare quello che si è dimostrato scientificamente".
A seguito della pubblicazione del libro Pediatría con sentido común la rivista spagnola Aramar editores ha recentemente colto l'occasione per intervistare il dott. Estivill, sia sul suo ultimo libro che su altre questioni (potete leggere l'articolo nella sua versione integrale a questo link).
La domanda chiave è stata: "Uno degli argomenti utilizzati da chi la critica è che non c'è evidenza scientifica che i bambini non soffrono..." "E' totalmento inesatto, sì che c'è. E' dimostrato che i bambini che non dormono bene hanno più problemi di comportamento; quelli che dormono coi loro genitori hanno più dipendenza; quelli che fanno co-sleeping hanno più rischio di soffrire poi di problemi di autostima. Tutto questo è dimostrato e pubblicato. Non c'è nessun bambino traumatizzato per aver trascorso i primi giorni nell'asilo piangendo tutto il tempo. Inoltre, ci sono ricerche molto serie sulle madri che sono contrarie a queste idee e la maggior parte di loro presentano una psicopatologia proprio in questo loro modo di essere. E di fatto nella vita reale se vedi un bambino male educato non guardare il bambino, guarda i genitori e troverai il problema." "Perché questa impazienza per insegnare ai bambini, non sarebbe meglio che certe cose le imparino loro, da soli? Ci sono certe cose che a un certo punto si finiscono per imparare..." "No, il bimbo che da piccolo dorme male se lo trascina poi per tutta la vita. E' necessario insegnare bene le buone abitudini da subito. Tutto ha un'origine scientifica, io non affermo niente, solo vado constatando quello che si è dimostrato scientificamente."
Estivill dixit.
Caro dott. Estivill, a me queste sue chiacchiere sembrano tanto una roba da fiera di paese di un tempo passato, tante fesserie buttate lì pur di attrarre gli avventori e vendere libri, conferenze, interviste di questo suo elisir del buon dormire. Un mio consiglio: trascorra più tempo coi suoi nipoti al parco e abbandoni questo palcoscenico mediatico, ché di danni ne ha già fatti fin troppi.