[traduzione di Piergiorgio Rosso da: Estonia: Split Opinions About Nord Stream | Stratfor]
Riassunto
Il ministro della difesa estone Urmas Reinsalu il 23 ottobre scorso ha mandato una lettera al ministro degli esteri estone Urmas Paet sollecitando il governo a negare l’autorizzazione a che la terza e quarta linea del gasdotto Nord Stream attraversino la Zona Economica Esclusiva estone. La lettera di Reinsalu è arrivata giusto un mese dopo che il progetto russo-tedesco aveva chiesto il permesso di eseguire degli studi sul fondale estone. L’Estonia aveva negato un’analoga richiesta nel 2007 per ragioni ambientali e di sicurezza e sulla base del fatto che ospitare un’infrastruttura strategica russa poteva creare una minaccia alla sicurezza delle regioni baltiche.
La Russia ha cercato di dimostrare che non avrebbe usato il Nord Stream come strumento politico, ma gli stati baltici sembrano non avere alcuna fiducia sulle intenzioni di Mosca. Anche se la comunità economica estone vede il gasdotto come un’opportunità, la frazione militare ed i servizi nel governo hanno ancora delle preoccupazioni di sicurezza. In ogni caso, se l’idea di espandere il Nord Stream attraverso l’Estonia dovesse prendere forza all’interno del consorzio, Mosca e Berlino possono ancora tenere Tallin al tavolo di negoziazione.
Analisi
L’obiettivo principale russo con il progetto Nord Stream non è soddisfare le necessità crescenti di gas naturale del mercato nord-europeo, bensì di sviluppare un’alternativa alle tradizionali vie di trasporto russe attraverso la Bielorussia e l’Ucraina. Le prime due linee del Nord Stream sono state completate – la seconda è stata inaugurata l’8 ottobre scorso – ed ora Mosca sta verificando l’approccio di Tallin nei confronti della costruzione della terza e della quarta linea. Una volta costruite, la terza e quarta linea raddoppieranno l’attuale capacità da 55 a 110 miliardi di metri cubi/anno. Mentre il programma di lavoro delle nuove linee è ancora in fase di riesame, gli studi preliminari di fattibilità non saranno completati prima del 2015, rendendo irrealistica ogni ipotesi di completamento prima del 2017 o 2018.
L’interesse della Russia a tracciare il [nuovo] gasdotto Nord Stream nelle acque territoriali estoni è fondato su semplicità e costi. La via attraverso l’Estonia sarebbe più breve e meno sfidante tecnicamente che non la via originale attraverso le acque territoriali finlandesi. Il fondale finlandese è notoriamente più roccioso di quello estone, rendendo la costruzione del gasdotto più difficile. La distanza più breve ed i fondali più lisci diminuirebbero i costi, un fattore che rende la via estone ancora più attraente ora che la Russia vuole espandere il Nord Stream. Le tensioni della crisi economica globale, hanno diminuito l’appetito europeo per grandi e costosi progetti, e se anche la Russia continua ad essere in pari con le entrate da petrolio e gas, il Cremlino è preoccupato sul futuro di alti prezzi del petrolio necessari per garantire la stabilità finanziaria.
La reazione divisa dell’Estonia
Se le ragioni per voler deporre la nuova linea sotto le acque territoriali estoni hanno senso per la Russia e la Germania, le opinioni all’interno del governo estone sono divise fra rischi e benefici. La frazione più conservatrice del governo, in particolare la comunità militare e dei servizi, vede il <Nord Stream come una potenziale minaccia strategica. La questione principale in gioco è la tradizionale politica della Russia di riservarsi il diritto di intervento militare qualora ci fosse una minaccia a uno qualsiasi dei suoi gasdotti strategici. Questo suona particolarmente sinistro per l’Estonia che fu invasa dai russi nella seconda guerra mondiale dopo aver costretto il paese a permettere [l’installazione di] basi sovietiche strategiche sul suo suolo. Il timore cui ha dato voce Reinslau nella sua lettera, evidenzia la radicata riluttanza di Tallin ad offrire a Mosca un potenziale pretesto per intervenire nel paese.
D’altra parte la affluente comunità politica e di affari a Tallin considera la questione del Nord Stream un’opportunità per ottenere lucrosi e strategici benefici dalla Russia e dalla Germania.
Il funzionamento continuo e senza problemi per un anno delle prime due linee del progetto, hanno tra l’altro mitigato molte delle preoccupazioni ambientali e di sicurezza che erano state avanzate nel 2007.
La possibile negoziazione
La Germania ha degli strumenti utili per provare a forzare l’Estonia ad entrare in un accordo per il Nord Stream. Il favore di Berlino potrebbe essere molto utile per ottenere da Bruxelles l’approvazione ed il finanziamento per la costruzione del terminale di importazione di gas naturale liquefatto nel baltico. Di più la crescente leadership della Germania nell’eurozona – di cui l’Estonia è il membro più piccolo e più povero – è un potente incentivo per Tallin ad evitare di farsi nemica Berlino su questioni energetiche.
A causa delle tensioni storiche fra i due paesi, la Russia ha meno mezzi per persuadere l’Estonia ad un accordo sul Nord Stream. Comunque l’Estonia – come molti altri paesi periferici europei – sta cercando partner economici diversi dalla declinante Unione Europea. La Russia è diventata un importante partner commerciale per l’Estonia, il commercio globale fra i due paesi è aumentato del 50% dal 2008, rendendola il terzo partner commerciale dell’Estonia in ordine di grandezza.
Per gran parte degli anni 2000, Mosca ha usato l’energia per ristabilire la sua influenza politica nella sua periferia ex-sovietica. Ma i cambiamenti nel mercato del gas naturale nella UE e dentro la Russia, stanno costringendo Mosca a presentarsi come un partner commerciale più affidabile. Il desiderio dell’Estonia di intrecciare affari con la Russia è aumentato, e Mosca non ha finora ostacolato attivamente gli sforzi estoni verso l’autonomia energetica. Tuttavia restano forti preoccupazioni all’interno dell’Estonia relativamente alle reali intenzioni russe con il Nord Stream. La decisione finale estone dipenderà dalla capacità della Germania di garantire l’affidabilità della Russia come partner nella sfera strategica dell’energia e dalla disponibilità di Berlino e Mosca ad offrire concessioni finanziarie e politiche.