Estonia, Lettonia e Lituania sono i nomi di tre piccole nazioni nell’estremo nord-est dell’Europa, schiacciate tra giganti come Russia, Bielorussia e Polonia e il mar Baltico sul quale si affacciano, meglio note con il nome comune di Repubbliche Baltiche.
Tre paesi ciascuno con una propria identità e con individualità peculiari, ma anche con forti caratteristiche comuni, soprattutto nella storia, nella geografia e nel clima. Tutte sono formate da ampie pianure alluvionali postglaciali disseminate di foreste miste a latifoglie e conifere, laghi, fiumi, torbiere e paludi, con modeste ondulazioni alle spalle, che offrono la medesima flora e fauna, e tutte si sono affacciate tardi alla storia subendo lunghe e frequenti dominazioni da parte dei potenti regni confinanti, in particolare da parte di quello russo e sovietico; hanno conosciuto l’indipendenza soltanto per 20 anni tra le due ultime guerre, ma sono state anche le prime nel 1990 a ribellarsi e a staccarsi dall’Unione Sovietica, aderendo nel 2004 all’Unione Europea. Tutte annoverano consistenti minoranze russe, con qualche problema, e registrano forti emigrazioni. Attorno al sostizio d’estate i tre paesi sono inondati dalla suggestiva luce crepuscolare offerta dalle notti bianche sul Baltico, prodotta dal fenomeno astrofisico del sole di mezzanotte.
L’Estonia, grande poco più della Svizzera e con appena 1.330 mila abitanti, è la più piccola e la più settentrionale, compresa tra la Russia, con la quale condivide il lago Cindi (4° per dimensioni in Europa) e il Baltico: 80 km di mare, ghiacciato d’inverno, la separano dalla Finlandia e da Helsinki. Al largo delle sue coste conta ben 1.500 isole, tra grandi e piccole, un decimo del territorio nazionale, ricoperto quasi per la metà da fitti boschi, di cui il 20 % aree protette. Per la sua posizione è stata un crocevia culturale e commerciale tra l’entroterra continentale slavo e i paesi scandinavi. Le dominazioni straniere sono avvenute da parte di vichinghi, svedesi, tedeschi, polacchi e russi, ma nonostante ciò gli estoni – di origini ugro-finniche come la loro lingua, sono riusciti a mantenere abbastanza intatti i propri caratteri culturali. La capitale Tallin (400 mila abitanti) sorge su una collina e fu un importante porto commerciale della Lega Anseatica, cosa che contribuì ad arricchirla. Il centro storico medievale, con begli edifici del XIII-XIV sec., è uno dei meglio conservati del nord Europa, tanto da essere protetto dall’Unesco; racchiuso entro mura e torrette, offre guglie appuntite e tortuose stradine in acciottolato. Gli edifici più significativi sono la piazza del Municipio, l’ottocentesca cattedrale ortodossa, la cattedrale luterana del 1233, il castello di Toompea sede del Parlamento e il barocco Palazzo Kadriorg residenza dello zar Pietro il Grande. Nel quartiere moderno si trova lo stadio del canto, una grande conchiglia acustica per 35 mila coristi.
In mezzo si trova la Lettonia, grande come Piemonte, Lombardia e Trentino messi insieme e con 2.286 mila abitanti, confinante con Russia e Bielorussia, con coste piatte e sabbiose disseminate di lagune retrodunali e priva di isole; in compenso possiede ben 3 mila laghi e un decimo del territorio giace sotto il livello del mare. Le aree protette ammontano al 15 %. La capitale Riga, fondata nel 1201, si affaccia su un’ampia baia omonima ed è attraversata dal fiume Dvina. Questa vivace città in passato fu un porto importante della Lega Anseatica ed è oggi la maggiore delle capitali baltiche con 735 mila abitanti; famose per la loro bellezza le donne, tra le miglior top model del mondo, in numero decisamente superiore agli uomini. Il centro storico, anch’esso protetto dall’Unesco, vanta parecchi edifici tedeschi plurisecolari. Di particolare rilievo il duomo duecentesco, il castello del 1330, la chiesa medievale di san Peter, l’arsenale e i fondaci, la Torre della Polveriera, in un susseguirsi architettonico di stili romanico, gotico, rinascimentale, barocco e classico, con molti edifici ottocenteschi in legno Art Nouveau. La Lituania infine, grande quanto l’Irlanda e con 3,5 milioni di abitanti, è la più meridionale, la più estesa e la più popolata delle repubbliche, oltre alla più continentale con appena 100 km di coste sul Baltico ed è quella che per prima si è ribellata al giogo sovietico, pagando per questo anche un tributo di sangue. Le sue coste presentano belle dune con lagune, ma vanta meno superficie boscata e più paludi. La sua popolazione, che in passato ha subito maggiormente le influenze culturali dell’Europa centrale, è considerata dalle altre repubbliche più calorosa, estroversa e passionale, da gente del sud insomma. In compenso è stata l’ultima ad aderire al cristianesimo. Le sue influenze straniere sono state soprattutto tedesche e polacche, prima che russe: nel 1251 il Granducato lituano conquistò territori russi fino al mar Nero, poi nel 1368 si unì in confederazione con il regno polacco seguendone le sorti per quasi quattro secoli. La capitale Vilnius (574 mila abitanti), sorta nel 1300 come forte di legno, si trova nell’entroterra a 250 km dal Baltico alla confluenza di due fiumi e presenta begli edifici barocchi e rinascimentali, protetti dall’Unesco, con case polacche e annessi cortili: uno dei più pregiati nuclei urbani del nord Europa: nel 1544 ospitò la corte polacca, nel XVII sec. partecipò all’età d’oro polacca e nel 1800 ospitò una nutrita comunità ebrea. Nel 2009 è stata la capitale europea della cultura. Da non perdere i negozi di monili d’ambra, la resina fossile del Baltico, di tessuti in lino e degli intarsiatori di legno.
L’operatore urbinate “Apatam Viaggi” (tel. 0722 32 94 88, www.apatam.it, specializzato dal 1980 in turismo culturale con accompagnamento qualificato, propone un tour di gruppo di 9 giorni attraverso le tre repubbliche baltiche e le rispettive capitali. Prossime partenze il 29 maggio, 10 luglio e 7 agosto 2016 con voli di linea Air Baltic da Roma (o da altre città), percorso in pullman privato e battello con guida di lingua italiana, pernottamenti in hotel a 4 stelle con pensione completa, quote da 1.850 euro in doppia tutto compreso.
Giulio Badini