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Estopa: gli imprescindibili (secondo me).

Creato il 08 gennaio 2013 da Ilariadot @Luna84

" Vengo de una tierra bonita y cercana, que nunca me cierra la puerta de entrada,

Estopa: gli imprescindibili (secondo me).

Gli Estopa sono uno di quei gruppi che ti riempiono la vita senza far rumore. Non arrivi mai ad esserne una fan. Non ne segui tutte le mosse. Non sogni di avere una foto con loro. In realtá non ci pensi nemmeno, al di fuori dei dischi che ti tanto in tanto ti trovi a comprare. Eppure stanno lí, al tuo fianco, in ogni singola tappa della tua esistenza. Canzone dopo canzone ti accompagnano nella tua crescita, nelle tue cotte, nelle tue passioni. E tu, razza di ingrata, non te ne accorgi nemmeno. Non fino a quando ti trovi con i mano i biglietti giá pagati per un loro concerto a Parigi. Ebbene sí. Céline li ha vinti ad un concorso radiofonico. Mi ha offerto di andarla a trovare. Il resto é stato tutto in discesa, a partire dal volo easyjet con l'ultimissimo posto in offerta che, a quanto pare, aspettava proprio me.

In fondo gli Estopa - e l'ho giá detto in piú occasioni - sono sempre stati un po' anche la mascotte di questo blog. Il primo post su splinder era dedicato a loro. Il primo su blogger, per scaramanzia, pure. E allora, ecco: ché il primo concerto di questo 2013 rischi seriamente di essere il loro sa di catarsi. Non poco. Per prepararmici, ho scelto di passare in rassegna le dieci (che poi in realtá sono 12) loro canzoni che piú hanno rappresentato qualcosa per me in questi anni. Sí, insomma, le imprescindibili.


E' il secondo anno del corso di spagnolo all'Universitá. Il loop costante sul sedile blu del treno. Credo di averla scoperta prima ancora di innamorarmi de El Canto del Loco, fate un po' voi. Tra l'altro, l'immagine delle statuine del presepe ubriache perse mi ha sempre fatta ridere un bel po'.


Tutte e tre assieme, sí. Loro sono i primi testi di canzoni che io abbia mai tradotto in italiano. Quelli che per un periodo non facevo che canticchiarmi in testa prima di dormire: metodo infallibile per prendere sonno, estratto da un libro di Luca Bianchini. Al giorno d'oggi sono ancora, in assoluto, i tre brani degli Estopa che preferisco.


...y el cielo pinta tus ojos negrooooss ! Parma. L'appartamento di Via del Prato. Io, con l'asta del mocio come microfono e il volume dell'ipod a palla sul mio playback. Avreste dovuto vedermi: quella sí, che era felicitá.


Il primissimo post di Italo-Spagnola, quando ancora ad ospitarmi era il defunto splinder. Di tutto il disco "Allenrok" era quella che piú affascinava. Ché " hoy te escribo en un papel, no tengo internet, o pinto en la pared la pared pa quien la pinte, o hago un disco de jazz para jugar al despiste" ( oggi ti scrivo su un foglio, non ho internet, o dipingo sul muro un muro perché qualcuno lo dipinga, o faccio un disco jazz per giocare al depistaggio).


Le uscite con Roberta. Pepa y Pepe. I film con Paco Léon. Calle Larios deserta e scivolosissima dopo la pulizia cittadina. Un tizio assillante e troppo biondo dell'Olanda che si ostinava a provarci con me. Insomma: l'Erasmus, nientemeno.


Il primo concerto del tour Hasta Luego, l'ultimo de El Canto del Loco come band. Alla Farga de l'Hospitalet de Llobregat tutti i biglietti erano stati venduti. Dani non ricordava il testo di Volverá. E noi peró eravamo ancora tutti uniti. I Muñoz erano ospiti d'onore, in quella data. Il duetto contenuto in "X Aniversarium" é stato registrato proprio lí. Io ero in seconda fila, al centro. Gli urletti che si sentono di fondo immagino che siano un po' anche i miei.


Me l'ha fatta conoscere Marianna, e ogni volta che l'ascolto mi ricorda lei. Rappresentava il suo ritorno dall'Erasmus, cosí diceva. Soltanto quando é atterrato anche il mio aereo ho finalmente capito perché.


L'ho sempre sentito come un inno personale (Non sono nato gitano, no. Non voglio essere un "payo", io. Non ho razza, né credo, né religione. Specie da determinare, fuori dalle catalogazioni. In questo mondo surreale manca immaginazione. Non sono nato gitano, no. Non voglio essere un "payo", io. So molto bene dove sono nato: sono nato nel Mediterraneo") . Dico, c'é forse altro da aggiungere?. "No nací gitano, no. No quiero ser payo, yo. No tengo raza, ni credo, ni religión. Especie por determinar, fuera de catalogación, en este mundo surreal, falta imaginación. No nací gitano, no. No quiero ser payo, yo. Sé muy bien donde nací: nací en el Mediterraneo."

Se Jugar al Despiste era Italo-Spagnola su Splinder, Mañanita é Italo-Spagnola su Blogger. Non dimenticate che questa nuova tappa l'ho aperta sulle sue note. E in fondo ha molto a che vedere con le mie notti insonni in terra spagnola.


Non so esattamente per quale motivo, ma sin dal primo istante in cui l'ho ascoltata m'ha ricordato la vita da Tour. Sí, insomma: l'ultimo anno, in definitva. Agrodolce e riflessiva, come mi sentivo io verso la fine.

Vamos a cantar una canción, y salir disparados vamos a rezar otra oración a un Dios equivocado venga, vámonos rápido que no se encienda la bombillita que hará que comprendas vámonos rápido, venga, ¿que estamos haciendo aqui? Pero el tiempo pasa sin consultar, contra el viento del olvido yo sé que un día te levantarás buscando un mundo perdido pero la suerte de poder soñar te hara mirar para alante, yo aqui con unas canas mas y otra canción, otra manera de entender la realidad, otra ilusión, pero llevo aqui tu bandera clavada en el corazón. [...]


[...] Andiamo a cantare una canzone, e uscire sparati,

andiamo a rivolgere un'altra orazione ad un Dio sbagliato.
Dai, andiamocene in fretta prima che si accenda

Andiamocene in fretta, dai, che stiamo facendo qui?
Ma il tempo passa senza consultarti, contro il vento dell'oblio.
Io so che un giorno ti sveglierai cercando un mondo perduto

ma la fortuna di poter sognare ti fará guardare avanti.
Io qui, con qualche capello bianco in piú e un'altra canzone,

un altro modo di guardare la realtá, un'altra illusione,


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