Di : Luigi Fressoia
Negli ultimi bagliori del governo Prodi, inizi 2008, uscì una legge che obbligava i liberi professionisti a dedicare un conto corrente esclusivo alla propria attività professionale. Io ne avevo già uno dove convergevano sia i movimenti di famiglia che quelli della mia attività professionale, sicché dovetti aprirne un secondo. Ognuno capisce che i controlli fiscali, se questo si vuole intendere, si possono fare benissimo anche con conti correnti promiscui, ma evidentemente quel che premeva era che in un colpo solo aumentassero di tre/quattro milioni i conti correnti presso le banche italiane. Un regalo di non poco conto alle banche, del resto tutti sanno che otto delle maggiori dieci banche italiane -in quella tornata elettorale, elezioni politiche primavera 2008- tifarono Prodi.
Invece negli ultimi lampi del governo Berlusconi (autunno 2011), uscì una legge obbligante i professionisti che hanno incarichi dalla pubblica amministrazione a dotarsi di una assicurazione obbligatoria professionale, a garanzia di eventuali propri errori. Me ne accorsi perché un comunello qui dei dintorni mi chiese di progettare e curare nella realizzazione la nuova sistemazione di una sua piazza: quell’assicurazione obbligatoria costò ben la decima parte di tutto il compenso. In un colpo solo. Pensate quanti soldi alle assicurazioni da tutte le opere pubbliche italiane.
“Se il primo ha legami mafiosi con le banche e le compensa coi soldi nostri, ecco che il secondo ha un canale preferenziale con il capitale finanziario di tipo assicurativo, ovvio sempre a spese nostre”, questa fu la facile deduzione cui pervenni tra me e me.
Ovviamente si tratta di “riforme” (sia quella di Prodi che quella di Berlusconi) che passano lisce come l’olio senza alcun clamore o commento, le cose mafiose si fanno così come nei film, con la massima discrezione. Ma la loro prepotenza è evidente perché io non ho bisogno di assicurazione, uno perché non sbaglio e secondo sono ricco di mio e posso pagare quanto vi pare.
Ecco però che il governo Monti -gennaio 2012- perfeziona il colpaccio: obbligo di assicurazione professionale sempre e comunque! Se vuoi respirare, tu libero professionista, da oggi paghi il pizzo sempre e comunque, sia che lavori per il pubblico che per il privato, l’unico modo per non pagare è non esistere, morire, scomparire, cambiare mestiere, sesso, connotati.
Immaginate quale altra cascata immensa di denaro nelle casse delle assicurazioni, qualche milione di professionisti che versano anche mille euro l’anno, in un colpo solo!
Ma voi credete che quei soldi si fermino tutti lì? Poveri ingenui. Parte competente di quella montagna di quattrini deve necessariamente tornare un pochino indietro, diciamo a compensare gli augusti decisori. Non sarebbe del resto insopportabile ingiustizia far arrivare tanti quattrini a qualcuno senza riceverne parte adeguata? Sacrosanta rivendicazione democratica!
E chi e come e quanti -dei decisori- devono avere il giusto compenso? Pensate proprio che oltre i partiti e relativi leader e segreterie, i singoli parlamentari si lascino convincere per niente a cotanto voto? Non credo proprio, se conosco i miei polli, io penso che in linea generale i singoli parlamentari detentori del potere di votare i singoli articoli delle singole leggi, non si fanno buggerare.
Quando racconto questi scempi c’è sempre qualcuno che giustifica: “Ma lo chiede l’Europa!”.
Ho già raccontato come solo in Italia le cose europee vengono prese a pretesto per vessare, imporre, lucrare. Me ne accorsi scorrazzando per la Francia, dove lungo le strade nazionali incontri quelle belle locande per lo più ancora di impianto tradizionale, vecchi arredi, impianti vetusti ma ovviamente ben funzionanti, “accidenti -pensai- in Italia li farebbero chiudere immediatamente. Oppure spendere centinaia di migliaia di euro per rifare cucine, bagni, impianti, areazione forzata (!)…”. Subito dopo, tornato a casa, mi confermò in questi miei pensieri un conoscente dirigente regionale: “E’ vero quel che dici, le norme europee in verità sono per lo più direttive, e soprattutto l’adeguamento non sta scritto da nessuna parte che deve essere estremo, esagerato, massimo, come -col pretesto dell’Europa- legiferano le regioni e i ministeri italiani”. Al che concludemmo insieme: “Le mafie italiane quelle vere, non quelle cinematografiche alla Totò Riina, sono tutt’uno coi poteri costituiti della pubblica amministrazione cioè dello stato. Vuoi mettere la fatica -dicono tra loro in buona sostanza i signori mafiosi- di fare i gangster sul serio, controllare il territorio con un esercito di picciotti… una fatica immensa, si può perfino finire in galera. Molto meglio, infinitamente meglio, accordarsi coi funzionari del ministero e della regione, al più coi singoli parlamentari “più svegli”, e naturalmente coi capi del governo e della maggioranza, e il gioco è fatto. Certo la trattativa è un po’ lunga, però poi tutto arriva per via telematica…”.
Questo è oggi il ruolo del democratico parlamento e dei consigli regionali: una dogana dove -pagato dazio- puoi ottenere tutto e cinque minuti dopo il suo contrario, ovviamente a carico del contribuente. Basta che remuneri i decisori, la giusta percentuale.
Ma non si può concludere senza regolare i conti anche con la famosa Europa.
Se fosse veramente essa a imporre le vessazioni che siamo soliti subire col silenzio dei sudditi, voi davvero vi sentireste paghi e tacitati? Dai! Non fate così, non siate così provinciali, che ve ne frega dell’etichetta “europa”? Tenete a mente che qualsiasi metastasi burocratica (europea, ministeriale e regionale), non ha diminuito d’un grammo alcuna patologia, né gli abusi fiscali, né la sicurezza sul lavoro, né la scarsa qualità, anzi, tutti difetti aumentati costantemente.
Ricevo obiezione inerente il mio invito e auspicio (che ripeto a ogni scritto), a raggiungere i nostri amati parlamentari sotto casa. “Ve ne sono -mi dicono- di molto recenti, cui non puoi addebitare le stesse colpe di chi siede in transatlantico da anni e decenni”. Ma devo dire di non accogliere questa obiezione perché i nuovi parlamentari -e penso in particolar modo ai grillini- siedono ormai da anni inutilmente sugli scranni, e non s’è udito alcun vagito di novità, nessuna proposta e atteggiamento teso a smantellare la repubblica delle estorsioni e dei ricatti di stato. Anzi, li abbiamo uditi reclamare -appena insediati- salari garantiti e analoghe amenità, che per essere realizzate , di estorsioni di stato ne abbisognerebbero ancor di più.
Per carità !