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Estra - Italian's cowboy

Creato il 13 marzo 2011 da Lesto82

LO SPELEOLOGO

 

di NICOLAS ICARDI

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Gruppo tra i più interessanti della nuova ondata italiana degli anni '90, i trevigiani Estra hanno saputo crearsi una propria nicchia defilata, lontana dalle mode e dai roboanti proclami "del nuovo rock italiano", elaborando una proposta musicale energica e letteraria al tempo stesso, anche se di non immediata fruibilità ma con radici solidamente piantate tanto nella tradizione della canzone d'autore quanto in quella di band come R.E.M., Pearl Jam, Radiohead e di artisti intensi e lirici come Jeff Buckley. Il gruppo si forma a Treviso nel 1990, dall'incontro del cantante e chitarrista Giulio "Estremo" Casale con il chitarrista Abe Salvadori, il batterista Nicola Ghedin e il bassista Eddy Bassan. Dopo un paio di buone autoproduzioni, "Mentre il mondo era fuori" (1992) e "L'assedio N.2" (1993) e dopo aver vinto nel '94 Rock Targato Italia, vengono notati dalla CGD con cui pubblicano il loro primo album "Metamorfosi" (1996). Prodotto dal cantautore Massimo Bubola, con un suono imperniato sull'impatto chitarristico e molta attenzione riservata ai testi, Giulio Casale si rivela uno dei pochi in Italia che riesca a comporre poesie in musica, malinconico, a volte rabbioso, mai volgare. Il disco raccoglie già parecchi consensi di critica proprio in virtù dell'approccio colto e tuttavia sanguigno delle canzoni che, in Italia, non apprezzavamo dai primi anni '80, periodo dei primi dischi di Litfiba e Diaframma. Il successivo album, "Alterazioni" (1997) conferma la buona vena del gruppo. Il disco è come pervaso da un'altalena di sentimenti, di rabbia e di dolcezza, di euforia e si piazza nei primi posti delle classifiche annuali della critica specializzata. Con "Nordest Cowboy" pubblicato nel 1999 con la produzione di Jim Wilson (produttore americano già coi Sugar di Bob Mould) si registra un'impennata delle ambizioni. Casale invita Vinicio Capossela, Paolo Benvegnù, ma idealmente tutta l’Italia del rock d'autore (Marlene Kuntz, Afterhours, Scisma citati tra i ringraziamenti) ma l’apporto del producer appare decisivo nel contenuto musicale dell’album, dove, in antitesi col minimale e graffiato “Alterazioni”, trovano voce archi, piano e alcuni frammenti di buona elettronica. I testi di Casale, in precedenza sofferti e concentrati sulle angosce private, si aprono questa volta a una dimensione sociale, dipingendo un quadro sarcastico e piuttosto fosco della vita del loro Veneto: alienazione, consumismo, razzismo in pratica l'altra faccia del tanto celebrato "miracolo economico del nord-est". Ne viene fuori uno degli album più belli del rock italiano anni '90, appassionante e sincero, dove il rock italiano trova riscatto ed ispirazione. Fa seguito nel 2001 l'altrettanto solido "Tunnel supermarket", che si avvale della produzione di Giovanni Ferrario che mostra apprezzabili segni di rinnovamento, con l'introduzione di sequencer e fiati a indicare una certa voglia di bilanciare la consueta carica Rock con accenni di elettronica e R'n'B. Nel 2003 esce un doppio dal vivo "A conficcarsi in carne d'amore" con brani tratti dai precedenti quattro album piu qualche inedito. Parallelamente alla decisione del gruppo di prendersi una pausa che dura ancora fino ad oggi, Casale avvia vari progetti personali pubblicando un libro di poesie ed alcune opere che insieme all'esordio solistico "In fondo al blu" nel 2005, daranno libero sfogo alla sua passione per Giorgio Gaber e il teatro-canzone.
Dalla loro discografia vi propongo 4 tracce:
"L'uomo coi tagli" da Metamorfosi (1996) è sicuramente la canzone più emozionante, crea un'atmosfera cupa ma avvolgente degna dei migliori Cure e Joy Division. Il suono è pulito, compatto ma soprattutto va dritto al cuore e allo stomaco.

"Un varco" da "Alterazioni" (1997), chitarra acustica, voce intensa di Casale, atmosfere alla Alice in Chains per un capolavoro assoluto dove parole per descrivere il tutto sono per me inutili.
"Hanabel" da "Alterazioni" (1997), qui gli Estra riescono a toccare le corde dell'anima, splendido motivo in cui Casale si concede per una volta al sentimento ma che contiene un fondo di amarezza.
"Vieni" da "Nordest cowboys" (1999), è la ballad per eccellenza del disco, forse il vertice dell'album.

 

pagina wikipedia

 

L'UOMO COI TAGLI  -  1996

Audio

 

 

UN VARCO - 1997

Audio

 

HANABEL - 1997

Audio

 

 

VIENI - 1999

Audio

 

A DOMENICA PROSSIMA...

 


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