Magazine Diario personale

Estratto conto

Creato il 30 settembre 2015 da Povna @povna

Settembre finisce, e con lui il primo mese di scuola (ma in realtà solo quindici giorni e un po’ di spiccioli), ed è già tempo di bilanci. Per la ‘povna è stato un mese faticoso, molto. Un po’ lo è sempre di suo, va detto (con quella lunghezza di estate cronologica che si fa già dall’inizio onda d’autunno), e un po’ quest’anno – come hanno già notato lui e lei, per esempio – lo è voluto diventare.
La ‘povna ha patito il jetlag da risintonizzazione forzata degli affetti (che ha suonato una musica di nostalgia forse non forte, ma costante), un paio di tentativi arginati di influenza, una fottuta crisi allergica e l’assalto di diverse noiosissime incombenze. Se a questo si aggiunge che alcuni elementi del tangram complicato che le caratterizza l’esistenza (la sua piscina di riferimento, per esempio – vittima dell’eutanasia delle province – non ha ancora riaperto le sue porte, e la costringe a saltabeccare a destra e a manca, in giro per città e impianti, per poter nuotare) non sono ancora andati a posto, oppure impegni che il calendario le impone in giorni in cui vorrebbe fare altro, oppure ancora una lista di letture che ha portato pensieri strani, e troppi pochi volumi, a fronte del cospicuo numero di pagine, ce ne è abbastanza per aspettare ottobre (che è pure il mese del suo compleanno, e alla ‘povna, come a una bambina, questo fa gran piacere, sempre) a braccia aperte.
Va meglio sul fronte lavorativo, nel senso che le cose da fare (con le sue quattro classi, ma che per lei sono tre, con la funzione strumentale al Pof e la commissione tosta che devono impegnarsi cotidie per approntare l’organico funzionale, la cosiddetta quarta fase, dopo la 0, la A e la B, della riforma Renzi, con il terzo anno dell’innovazione tecnologica) sono non tante ma tantissime, ma l’atmosfera a scuola è buona, i suoi vicepresidi la giuggiolano come se fosse convalescente (il che a suo modo corrisponde a verità, peraltro), Barbie la stima e le conferisce un paio di incarichi che desiderava da parecchio, i nuovi colleghi non sono delle capre informatiche e in generale lei è stata abbastanza esplicita per chiarire il tono di quello che vuole da quest’anno; dunque le cose che le chiedono sono sempre parecchie, ma il tono è quello con cui – sussurra la leggenda – ci si debba rivolgere agli inservienti della Biblioteca Nazionale di Napoli: “Non per comando ma sempre per cortesia”, così pretendono. E “per cortesia” la ‘povna fa, sempre. Ma almeno non si sente troppo tirata. Va bene anche sul fronte dell’altro mondo, con due articoli scritti per quotidiano nazionale, e altri richiesti, un progetto internazionale che avanza piano piano, e qualche altro dato interessante. Questo significa, dunque, che la sensazione di scontento ha origini private, soprattutto, e questo è insieme bene e male.
E’ bene perché significa che è colpa sua prima e soprattutto; e dunque ci sono ottimi spunti per poter cambiare rotta (riprendersi il “Fa’ ciò che vuoi” del motto del 2015, per esempio); va male perché significa che in questo mese la ‘povna non ha dedicato del tempo debito a chiedersi davvero che cosa mai volesse, perché, se una serie di accadimenti si subiscono quando si potrebbe sceglierli, vuol dire che da qualche parte c’è stato qualche errore (grave) a interpretare.
In ogni caso è andata, e va bene così. La ‘povna firma l’estratto conto. A voler leggere poi, riga per riga, il suo bilancio, alle diverse voci fa così:
– 71,5, sono i chilometri nuotati – a fronte di 29 giorni su 30 di permanenza in vasca;
– 4 sono i voti di scritto che ha già messo, rispettivamente 1, 2, e 1 per classe (che porta già all’incirca a 100 i compiti corretti);
– 5 soltanto i libri letti, poteva andare meglio (anche se il fatto che uno sia Il cardellino rende il dato più facile da accettare);
– 3 i film visti al cinema, anche qui, la media resta sotto;
– almeno due a settimana le uscite e/o cene con gli amici (più una grande festa): qui almeno non c’è da lavorare.


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