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Estratto da la Fiamma del destino

Creato il 05 aprile 2011 da Weirde

Potete leggere il primo capitolo del mio romanzo La fiamma del destino, sul sito dedicato al libro, qui:

http://mywritten.wordpress.com/leggi-il-primo-capitolo-del-romanzo/

Ma oggi vi regalo un altro estratto dal libro:


La Fiamma del Destino di Mariachiara Cabrini

Titolo: La Fiamma del Destino
Autore: Mariachiara Cabrini
Serie: Trilogia delle divinità
Edito da: autopubblicato. Lulu.com
Prezzo: 9,35€ + spese spedizione (clic per maggiori info)

Trama: Anna, una ragazza come tante, viene catapultata in un’altra dimensione, dove la magia esiste ed è cosa di tutti i giorni. E’ il destino che l’ha portata lì, e gli abitanti di quel luogo aspettavano il suo arrivo da secoli. Lei dovrebbe salvare il loro mondo. Questa enorme responsabilità, che dovrebbe schiacciare Anna, la aiuta invece a dare uno scopo a questa svolta nella sua vita. Ha perso tutto ciò che le era caro, ma almeno tutto ciò che ha sofferto aveva un fine, o almeno così crede. Scoprirà invece che lei ha sì un ruolo nel futuro di quel pianeta, ma non un ruolo attivo…..
Non sarà lei a salvare quella gente, lei sarà solo un mezzo per fare agire qualcun altro. Non è lei l’eroe, ma solo l’arma. Ciò fa crollare le nuove fondamenta che si era costruita.La Fiamma del destino non è la storia di un eroina che compie il suo destino con coraggio e volontà, è la storia di una ragazza che deve arrendersi ad un destino amaro, e che solo accettando di lasciarsi andare in balia di eventi più grandi di lei e accettando di rinunciare ad ogni decisione riguardo a se stessa, potrà salvare un intero popolo. A volte non ci si può imporre sul caso o sul destino, non resta che arrendersi, e forse, la resa, ci porterà un’insperata vittoria.Un fantasy atipico per dei lettori atipici e speciali come voi siete


Estratto dal romanzo:


"Saiel riprese a camminare, e poi svoltò in una lunga galleria dove c’era una scala che saliva. La scala era piuttosto lunga e sfociava in un corridoio pieno di diramazioni, porte e altre scale, per mezzo di una delle quali Anna fu condotta ancora più in alto. Al termine della seconda scala, ne  iniziò una terza. A quel punto Anna era del tutto senza fiato.
Per fortuna dovevano essere quasi arrivati, si iniziava a sentire un forte profumo di fiori. Scoprì di avere ragione quando Saiel aprì una pesante doppia porta e la condusse su una terrazza all’aperto.

Qui, sotto il cielo verde, vide un vasto giardino. Il cinguettio degli uccelli e il gorgogliare delle fontane rallegrava l'atmosfera. Il prato, verde quanto il cielo, era ornato da aiuole di tutti i colori, formate con molti tipi di fiori a lei sconosciuti.

Era bellissimo, Anna respirò a pieni polmoni l’aria fresca e i profumi provenienti dal giardino, felice in quel momento di essere viva, nonostante tutto.

C’erano anche alcuni piccoli alberi da frutto in grandi vasi; Saiel si avvicinò a questi e raccolse alcuni frutti rossi, simili a mele.
-Non hai mangiato nulla nè ieri, né stamattina, prova questi, sono gunni, dei frutti molto dolci.- le disse offrendogliene uno.
Anna scosse la testa e rifiutò. Saiel la fissò con espressione indecifrabile. Solo gli occhi tradivano disapprovazione. Sembravano dirle: digiunare non servirà a nulla, non migliorerà le cose, farà solo peggiorare la tua salute.
Anna era sicura che Saiel non le avrebbe chiesto il motivo del suo rifiuto di mangiare,  ma si sorprese di volergli spiegare il suo comportamento, spontaneamente.
-Nel mio mondo c’era una leggenda molto tempo fa. In passato gli uomini credevano che esistesse un mondo sotterraneo, dove sarebbero andati una volta morti, chiamato Ade, dal nome del dio che lo governava. Anche i vivi potevano accedere a quel luogo attraverso speciali varchi, ma, una volta entrati, non dovevano assolutamente mangiare nulla o non sarebbero più tornati al mondo dei vivi.
Un giorno la figlia di Demetra, dea della natura e dell’agricoltura, Persefone, fu rapita da Ade che si era invaghito di lei e voleva sposarla. Demetra disperata, chiese al padre di tutti gli dei, Zeus, di riportarle sua figlia, o minacciò, non avrebbe più permesso alle stagioni di avvicendarsi e la terra sarebbe stata perennemente coperta di giaccio e neve e gli uomini sarebbero morti di fame. Zeus, andò a parlare con Ade, ma questi rifiutò di restituire Persefone, poiché questa, durante la permanenza nel suo mondo sotterraneo, aveva mangiato alcuni semi di melograno. Il padre degli dei alla fine decretò che ogni anno, avendo Persefone mangiato dolo sei semi del frutto, avrebbe passato sei mesi insieme ad Ade e altri sei mesi con la madre, facendo felici tutte le parti in causa. L’Ade ebbe così una regina buona e compassionevole che temperava il duro carattere del dio Ade, e Demetra riebbe la figlia. – Anna sospirò. -Forse è per questo che non ho ancora mangiato nulla in questa dimensione, perché una piccola parte di me crede che quando lo farò perderò ogni speranza di tornare nel mio mondo. È una paura del tutto irrazionale e so che prima o poi dovrò pur mangiare, ma per ora non ci riesco.
Saiel non disse nulla, ma in vece sua si sentì squillare una voce mai udita prima da Anna. -Era una bellissima storia.- disse una bambina sbucata fuori da dietro un cespuglio. Non sembrava avere più di sei anni.
-È vero. Ne conoscete altre?- gli fece eco un ragazzino all’incirca della stessa età, che la seguiva.
Anna li fissò sorpresa, mentre Saiel si avvicinava a loro sorridendo. Saiel che sorrideva, caspita, forse sta per nevicare, pensò Anna. Ammesso che qui nevichi.
-Questi solo Lilis e Rews, due vere pesti, e figli di Acaon.- le disse Saiel.
La bambina indossava una veste rosa e due trecce rosso arancioni le incorniciavano il visetto delicato. Il bambino era una replica della sorella, ma senza trecce, ed era vestito con pantaloni e giubba azzurri.
Anna andò loro incontro. -Piacere di conoscervi, io sono Anna e conosco moltissime altre storie che sicuramente non avete mai sentito.
-Tu sei qui a causa della profezia vero? È così emozionante.
Emozionante non è la parola che userei, orribile è più esatto, pensò Anna. -Già.- rispose ad alta voce
-Juliu il bardo conosce molte storie, ma ormai sia io che mio fratello le conosciamo a memoria, se non ti dispiace, ci farebbe molto piacere se tu ce ne raccontassi qualcuna del tuo mondo. E sono certa che anche agli altri bambini del castello piacerebbe. -disse Lilis scoccandole uno sguardo supplichevole. Quella bambina sapeva come ottenere quello che voleva, senza dubbio.
-Farebbe piacere anche a me. Ho proprio bisogno di distrarmi dai miei pensieri. Sentite, tra poco devo parlare con vostro padre, e forse oggi pomeriggio dovrò fare qualcosa, ma stasera prima di cena potrei raccontarvi una storia.
-Di solito Juliu racconta le sue storie dopocena nella sala grande e tutti vanno lì per ascoltarlo, potresti prendere il suo posto stasera. Lo chiederò a mio padre.
-Ma…davanti a tutti…
 -Perfavore.- le chiesero in coro i bambini.
-Va bene.- si arrese Anna.
-Ora cha avete ottenuto quello che volevate, andate a giocare, pesti.- disse Saiel spingendoli verso il prato. I bambini risero felici e corsero via.
-Non dovevi accettare per forza.- le disse Saiel tornando ad essere il serio soldato di pietra che conosceva.
-Mi farà bene parlare del mio mondo, credo. Se tutti sapranno, forse mi sentirò meno sola.
 
Acaon la stava aspettando in un salottino privato. Seduto comodamente su una poltrona, la salutò caldamente e le indicò la sedia di fronte a sè. Saiel era rimasto furori dalla porta e lei era sola. Speriamo bene, pensò. La stanza era accogliente, una specie di studio con grandi scaffali pieni di libri, e questo l’aiutò a rilassarsi.
-Accomodati.- le disse Acaon sorseggiando un liquido verde da un calice. Anna si sedette rigida.
-Credo che mi dobbiate qualche…ah..spiegazione.
-Sì, credo anch’io. Ieri non ho voluto parlarti di fronte a tutta la corte proprio perché intendo rivelarti alcune fatti, che per ora preferisco non vengano a conoscenza di tutti, ma che è giusto tu conosca, poiché forse sono legati alla profezia che ti riguarda. Ma partiamo dall’inizio. Per capire il nostro presente devo prima parlarti brevemente del nostro passato, solo così potrai comprendere la tua delicata posizione.- appoggiato il calice sul tavolino davanti a lui, proseguì -Nei tempi antichi il nostro mondo godeva di ordine e armonia grazie agli dei che comandavano sui cinque elementi di cui era composto: il cielo, l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua e su tutti gli esseri viventi. Gli dei generarono poi a loro immagine gli esseri umani, donando loro, una piccola parte del loro potere sui cinque elementi.
Originariamente esisteva una sola razza di esseri umani, ma le condizioni ambientali, il clima e infiniti altri fattori influenzarono in maniera diversa l’evoluzione degli uomini, fu così che si formarono cinque razze, ognuna della quali poteva comandare uno solo dei cinque elementi.
Ogni razza prese il nome dell’elemento che poteva comandare, nacquero così il clan del fuoco, caratterizzato da pelle bianca o ambrata, occhi verdi o marroni e capelli rossi; il clan della terra, caratterizzato da pelli ambrate o scure, capelli castani e occhi marroni; il clan dell’acqua, caratterizzato da pelli molto pallide, capelli neri e occhi neri o blu; il clan dell’aria, caratterizzato da pelli ambrate, occhi azzurri o verdi, e capelli biondi; e il clan del cielo, di cui non si ricorda molto, men che meno l’aspetto esteriore dei suoi membri.
Il clan del cielo, che aveva il potere di comandare su tutto il clima del pianeta, comandando piogge ed uragani, si racconta fosse il clan più potente e più vicino agli dei, tanto che questi, lo fecero ascendere al supramondo, il regno degli dei, rendendo i suoi membri immortali. Questa è probabilmente solo una leggenda, ma ciò che è certo è che di quella razza di uomini si persero le tracce migliaia di anni fa.
Scomparso il quinto clan, il più potente e temuto, l’armonia fra gli esseri umani si ruppe. I clan iniziarono a combattere fra loro e si allontanarono dagli dei. Questi, sdegnati, non scesero più sul nostro mondo, e piano piano i poteri che avevano donato ai clan si affievolirono. Le guerre fra le quattro razze continuarono e tanti innocenti morirono, finché i clan  non dovettero unirsi per combattere un nemico comune.
Mille anni fa si narra che comparvero dal nulla, forse attraverso portali dimensionali, proprio come te, sei belve. Esseri demoniaci che non avevano nulla a che fare con i cinque elementi naturali di questo mondo e che anelavano ad un'unica cosa: la distruzione totale di ogni cosa, vivente e non.
Per fortuna i quattro guerrieri più forti e con più potere dei quattro clan si unirono ed assieme, riuscirono a contrastare il potere delle belve. Non poterono ucciderle, ma con la loro magia riuscirono a cacciarle in un’altra dimensione e chiusero l’unico ingresso a quel mondo con potenti sigilli magici in modo che le belve non potessero scappare dalla loro prigione.
Ma uno dei quattro guerrieri, oltre ad essere un potente mago era anche un veggente e profetizzò che dopo mille anni la barriera da loro costruita si sarebbe indebolita tanto da permettere allo spirito delle belve di filtrare e forse di plagiare qualche anima, al fine di farsi aiutare a tornare nel nostro mondo. Insieme a questo presagio di sventura egli lasciò anche un messaggio di speranza, predisse che nel momento del bisogno una fiamma sarebbe giunta a noi per cambiare il nostro destino. Egli era un membro del clan del fuoco e solo al suo clan lasciò memoria scritta della data e del luogo esatti in cui la fiamma, cioè tu, saresti arrivata. Per questo ti abbiamo trovato con facilità subito dopo il tuo arrivo in questa dimensione.
Sei giunta, come è stato predetto, nel momento del bisogno, poiché anche l’altra previsione sembra si stia avverando. I mille anni sono trascorsi e corre voce che alcuni uomini, la cui identità è sconosciuta, stiano tentando di far rientrare le sei belve nel nostro mondo. Purtroppo in questi mille anni i clan sono spesso stati ancora in conflitto, e se il peggio dovesse accadere e le bestie risorgessero, non solo saremmo in difficoltà perché i nostri poteri sono ancora diminuiti, ma anche perché, probabilmente, i clan non si unirebbero nemmeno per combattere questo terribile nemico.- concluse fissando attentamente le reazioni di Anna.
Lei non disse niente per qualche minuto. -Siete sicuri che qualcuno stia tentando di liberare le belve? Avete informazioni certe?
-No, non ancora almeno, ma la mia di esperienza mi consiglia di prepararsi al peggio.
-E voi ….sperate che io, da sola possa combattere questi mostri e salvare il vostro mondo? E come ?
-Io credo tu possieda dei poteri che ancora non sai di avere, ma che probabilmente scoprirai fra breve. Dati i tuoi colori possiedi quasi sicuramente il potere di controllare il fuoco, ma dato che la profezia dice che tu cambierai il destino del nostro mondo, possiedi probabilmente anche altri poteri a noi sconosciuti.
Il viso di Anna tradì il più totale scetticismo. -Io non ho nessun potere magico, nel mondo da cui provengo non esistono.
-Trascuri il fatto che il portale ti ha cambiata in modi che ignori, adattandoti a questa dimensione, dove questi poteri non solo esistono, ma dominano ogni aspetto della nostra esistenza. Dovrai studiare per scoprire il tuo vero potenziale.
Anna non credeva veramente di avere acquisito poteri straordinari, ma dopo tutte le cose incredibili che le erano accadute come poteva non prendere in considerazione questa possibilità? E in fondo studiare le piaceva...
- Tutti i membri di questo clan hanno il potere di controllare il fuoco?
Acaon le fece un cenno affermativo
-E coloro che chiamate maghi o arcimaghi, hanno solo il potere del fuoco o possiedono altri poteri?
Acaon non le chiese come mai sapesse che nel clan esistevano individui chiamati arcimaghi e maghi. - I maghi possiedono i poteri naturali del loro clan e in più, per inclinazione naturale e grazie a lunghi studi, hanno imparato a cambiare e controllare aspetti della realtà anche al di fuori dell’elemento naturale a loro affine.
-Quindi voi credete io sia una specie di mago e volete che io studi e mi alleni per risvegliare dei miei supposti poteri al fine di utilizzarli contro le belve qualora ricomparissero.
-Esatto.
Anna si astenne dal fare commenti, ma Acaon aggrottò le sopracciglia con aria contrita di fronte alla sua esitazione ad accettare come vero quanto le aveva detto.
- Non credi che quanto ti ho detto sia la verità?
 -Io credo esista la possibilità che io non abbia alcun potere e che non sia la fiamma.
-Tu devi essere la fiamma. La profezia era chiara riguardo il luogo e il giorno del tuo arrivo. Purtroppo non era altrettanto esplicita riguardo i poteri che avresti posseduto, anzi, non ne accennava nemmeno. Perciò, sì, tu potresti essere una donna normale, senza alcuna dote magica particolare, ma io spero non sia così.- sospirò Acaon –Per questo ti chiedo di provare a studiare la magia per un breve periodo, per cercare di scoprire il tuo vero potenziale. Per il bene di questo mondo.
-Cercate forse di farmi sentire in colpa per costringermi a fare quello che volete?  Non è molto etico da parte vostra. Sono sola in un mondo sconosciuto e dipendo da voi, non ho molta scelta.
-Nessuno ti costringerà.
-No, ma molti cercheranno di influenzarmi…..ah, che importa in fondo. Lo farò. Studierò e cercherò di scoprire se possiedo almeno il potere del fuoco. Se lo avessi, questo mi aiuterebbe ad integrarmi all’interno del vostro clan. E se devo vivere con voi….Saiel mi ha detto che non è possibile sapere dove e quando apparirà un portale dimensionale, è vero?- Anna lo guardò trepidante. Una muta flebile speranza negli occhi.
- È vero. E non è possibile sapere dove porterà. Inoltre i portali sono molto rari. Prima di ieri, l’ultimo avvistamento risaliva a cento anni fa, credo. Non dico che sia impossibile, ma è altamente improbabile che tu possa mai tornare a casa. Mi dispiace.
 -No, non è vero, non le dispiace affatto, lo so. Lei vuole che io resti, ne va del destino del vostro mondo…forse.
-Sì voglio che tu resti, voglio che il mio mondo sopravviva, non mi vergogno di dirlo. Il mio è un sentimento più che umano, voglio sopravvivere, e voglio che il mio popolo sopravviva, ma è vero anche che mi dispiace per te. Sono ancora capace di provare compassione, che tu lo creda o no, e non so nemmeno immaginare il dolore che avrai provato a venire strappata da tutto quello che conoscevi.
Anna lo guardò negli occhi e vi vide veramente compassione per la sua situazione. Ma questo non cambiava nulla, continuava comunque a sentirsi in trappola. Senza valide alternative era praticamente costretta a seguire i ‘suggerimenti’ del capo clan e tutto questo non le piaceva. Voleva sentirsi padrona della propria vita, non in balia degli eventi e del volere di altre persone.
- Studierò, ma voglio qualcosa in cambio da voi.
-Cosa?
-Voglio avere accesso ai libri del castello per documentarmi e voglio essere il più libera possibile nei miei spostamenti. So che volete proteggermi, ma almeno all’interno del castello voglio completa autonomia.
-Non sappiamo dove siano o chi siano i traditori, perciò cerchiamo di essere molto prudenti. Solo i capiclan e poche altre persone sanno della profezia riguardante il ritorno delle belve. E anche la profezia riguardante te è stata raccontata vagamente, senza entrare in particolari…..meglio non fidarsi di nessuno, che dare la propria fiducia alla persona sbagliata. Comunque sarai libera di andare ovunque nel castello insieme ad una guardia. E avrai accesso a tutti i nostri libri, senza restrizioni.
-Un altro favore. Io…ho lasciato dietro di me il mio mondo, gente che mi amava i miei genitori….vorrei poter avere a disposizione i vostri pittori e i vostri musicisti per cercare di salvaguardare i miei ricordi più cari. Insegnerò loro alcune melodie e canzoni del mio mondo e chiederò loro di fare ritratti dei miei cari, per potere ricordare, sempre, anche in futuro da dove vengo.
-Certamente, anche io ho una famiglia, dei figli, e posso comprendere il tuo dolore per la tua perdita. Cercherò di aiutarti come posso.
-Ho conosciuto Lilis e Rews stamane, sono simpatici.
-Ah, di già? Ti manca di conoscere solo il mio primogenito, allora.
-A questo si può facilmente rimediare.- disse una nuova voce. Anna si girò di scatto, la sua poltrona dava le spalle alla porta e non si era accorta che qualcuno fosse entrato.
Un giovane, che doveva avere circa la sua età la stava guardando sorridendo. Era alto, come tutti i cortigiani che aveva visto il giorno prima, forte e robusto senza essere massiccio, e aveva un viso perfetto, con occhi leggermente obliqui, di un azzurro chiaro e limpido, e capelli naturalmente rossi. Se avesse avuto le orecchie a punta e il mento aguzzo, sarebbe stato uguale all’elfo Legolas, creato dalla mente di Tolkien. Non c’erano parole adatte a descriverlo, era semplicemente bellissimo. Avrebbe potuto essere un attore di Hollywood, era molto meglio di Brad Pitt.
-Stavamo parlando appunto di te Altair.
-Ho sentito padre. Sono lieto di fare la vostra conoscenza Anna.
Anna si alzò impacciata per rispondergli- Anche io sono felice di conoscerla Altair.
-Bene. Ora che ci siamo presentati potremo darci tranquillamente del tu, che ne pensi? Io odio le formalità.
-Ok.
Altair la guardò con uno sguardo interrogativo.
- È una parola che sul mio mondo usiamo per dire ‘va bene’.
-Oh. Ok. - disse provando la nuova espressione e sorridendo come un bimbo cha ha ricevuto un nuovo giocattolo.
-Potresti accompagnare la nostra ospite dai musici Altair, mi ha appena chiesto di poter insegnare loro la musica del suo mondo.-Acaon sembrava una madre ansiosa di veder sistemato il figlio e la cosa infastidì molto Anna. Spero che non abbia strane idee in testa, pensò.
-Con piacere. Ok Anna?- le chiese Altair sorridendole.
Ogni sospetto svanì come per magia dalla mente di Anna. Altair era proprio adorabile quando diceva ok."
 
  


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