Bisognerà abolire la democrazia, per quel che ne resta, cioè le forme? Troppo lenta? Dà troppo fastidio? Il ministro Clini, oggi a Taranto sorridente, insiste sostenendo la validità del decreto salva-Ilva. Non un passo avanti né indietro, anche se la magistratura di Taranto ha rigettato quel provvedimento del governo Monti, che intende risanare gli impianti facendoli proseguire. Il gip Todisco ha infatti chiesto il parere della Corte Costituzionale di fronte a un caso che non ha precedenti: mai il governo si era sostituito in modo così plateale alla magistratura, oltretutto in un ambiente sociale assai teso e sofferente.
Clini ha dichiarato che “se la legge fosse bocciata non ci sarà un piano B, non si risanerà l’Ilva fermando gli immpianti”. E la Procura non cede: gli impianti restano sotto sequestro.
Dunque nessuna decisione politica condivisa dalla magistratura. Un conflitto fra poteri che conferma l’incapacità politica di affrontare e risolve i problemi effettivi. La magistratura non si è mossa che in base a perizie scientifiche, confrontate con il perito dell’azienda. Che risulta pericolosa. Quale sarebbe l’irregolarità commessa dalla magistratura? Perché non c’è un rimedio, quando ci sono in Italia altre acciaierie – speriamo – meno inquinanti, anche se in provincia di Brescia l’Asl ha diffuso informazioni che preoccupano. Perché lo sviluppo economico dei padroni dell’azienda deve costare la vita a un certo numero di cittadini? Ma di fronte alla proprietà dello stabilimento il governo non riesce a dire altro che: “Andiamo avanti”.
E questo governo Monti non sarebbe estremista? Non è estremista sostituirsi alle legittime e documentate decisione di un giudice per le indagini preliminari?
E’ incredibile, estremistico, inaccettabile che il mercato detti i tempi e le norme dello Stato non contino nulla rispetto a questi diktat del mercato.
Come riporta il quotidiano La Repubblica edizione di Bari (l’intero articolo si può leggere cliccando qui)
I magistrati insistono per il no, e chiedono al gip di sollevare ancora una volta la questione di costituzionalità della legge salva-Ilva. Una richiesta modulata sul “lodo Vendola”, che prospettava lo sblocco finalizzato all’utilizzo dei fondi per il pagamento degli stipendi e le opere di bonifica. “Il mercato dell’acciaio – aveva a questo proposito sottolineato Clini – non aspetta la Corte costituzionale italiana. I tempi dell’economia europea non si allineano ai tempi delle controversie italiane”. Per i pm, l’istanza non ha elementi di novità ed è proposta in una fase di sospensione del procedimento essendo gli atti alla Consulta.
Così gli operai intanto rischiano la Cassa integrazione. Importa qualcosa di loro?