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Popolino d’Occidente che ogni mattina vi svegliate presto per la vostra mezz’ora di corsetta marcia; che a sere alterne andate in palestra a sfiancarvi con pesi e sovrappesi e voi donnine di pilates e cazzatine simili e tutti insieme cultori di una alimentazione sana e di uno stile di vita probo, ho il libro che fa per voi: “Eterna giovinezza” di Riccardo Coler (Nottetempo Edizioni). In questo libro infatti si narrano vicende di gente (e tanta!!!) che riesce a vivere sino a 110, 120 e qualcuno sino a 140 anni. Quello a cui voi cultori del più sani più belli aspirate. E’ vero questa popolazione esiste anche se è tutta concentrata in una valle dell’Ecuador esattamente nella zona di Vilcabamba e si permette il lusso di vivere oltre 40 in più sulla media mondiale. L’autore un noto medico nonché scrittore e fotografo argentino descrive con puntiglio alcuni aspetti di un luogo (Vilcabamba appunto) dove l’aspettativa di vita raggiunge specialmente per gli uomini i 120/130 anni. La cosa strana però è che nessuno è riuscito a spiegarsi tale fenomeno se si eccettua che l’aria della zona è poco inquinata e ricca di ossigeno e cosa ancor più importante che gli abitanti del luogo a differenza del “popolino caprone” ha uno stile di vita tutt’altro che raccomandabile: mangiano salato (alla faccia della macrobiotica, dei cibi sani e nutrienti e di tutte le cazzate pubblicitarie), bevono (fortuna che guidano le biciclette!!!), fumano (e signora la smetta di guardarmi come un appestato quando accendo il mio sigaro, in fondo io più di lei voglio vivere sino a 140 anni!!!) e consumano il chamico, una droga assai poco raccomandabile. E’ chiaro che questo vivace libretto non vuole essere un libro di scienza, tutt’al più si può considerare una sorta di romanzo in cui il medico Coler fa una approfondita riflessione sul rapporto tra vita e morte. Sull’opportunità o meno di “castrarci” come porci sfibrandoci tra palestre, attività fisiche, alimentazione ingiuriosa della natura per guadagnarci qualche anno di vita di merda in più. Va da sé che il “popolino caprone” a questo punto comprenderà che la ricetta dell’eterna giovinezza non è (come scherzosamente dicevo all’inizio) rivelata all’interno di queste pagine; in questo libro al limite si può godere solo di saporiti squarci di vita vera senza nessuna imposizione.