Magazine Cinema
Quante volte al cinema siete rimasti delusi dal film per il quale avete speso la bellezza di 7€? Io mai. O meglio se rapportiamo il numero dei film visti al numero di fiaschi posso dire che ho una buona, se non ottima, media. Sabato scorso, dopo un lungo periodo di astinenza dalle sale cinematografiche (anche perché andare d'estate al cinema è una cosa che non mi piace), ho fatto il mio glorioso ritorno sulle (s)comode poltroncine del Cineworld in compagnia della mia dolce metà. Tra i tantissimi (?) film che la programmazione tardo-estiva offriva uno in particolare ha attirato la mia attenzione: Fratelli in erba. Film che si presentava così: nella locandina compaiono un sacco di "foglie a sette punte e con un buon odore"; diretto da un regista assolutamente sconosciuto (nessuno può aver mai sentito nominare un regista di nome Tim Blake Nelson); interpretato da uno dei miei attori hollywoodiani preferiti, il mistico Edward Norton. Questi tre motivi mi hanno spinto a prenderlo seriamente in considerazione. A casa mi gusto il trailer «Mah sembra una piacevole commedia, ci sono anche Susan Sarandon e Richard Dreyfuss» dico tra me e me. Appare come la classica commedia degli scambi di personalità, di certo non posso aspettarmi i Menaechmi di Plauto, e neanche contemplo l'idea che un simile avvenimento possa accadere nella società attuale, però farà da contorno ad una di per sé già splendida serata. Bene la decisione è presa, vada per Fratelli in erba.
[...]
Esco dalla sala completamente sconvolto. Ho pagato 7€ per vedere una commedia!! E invece... ho visto un grandissimo film, che di comico non aveva assolutamente niente. Un grandissimo film nel vero senso della parola.Quindi mi chiedo: perché far passare questo film come un semplice passatempo serale quando invece tratta tematiche cariche di una profondità raramente visibile nel cinema contemporaneo? Perché creare una locandina che provochi ilarità e lasci pensare allo spettatore ad una carica cinica e ironica del film non indifferente? Perché il trailer è stato creato in modo da mostrare scene assolutamente slegate, che inserite nel contesto del film non hanno la forza di strappare neanche mezzo sorriso? (oggi son andato a vedere quello americano, potrete capire a che razza di film state andando incontro). Domande a cui si può facilmente rispondere, dal mio personalissimo punto di vista, con due paroline: per vendere. Esatto, quando mai il popolino medio e ignorante, che alla fine è quello che manda avanti l'economia, andrebbe a spendere soldi per un film che può trasmettere sentimenti, in cui avvengono esperimenti di camera (che non passano di certo inosservati) e in cui esiste persino una morale!? Meglio puntare su un format pessimo, imbrogliando il futuro spettatore, addirittura con la traduzione di un titolo originale assolutamente meraviglioso, che richiama l'opera di uno dei più grandi autori della letteratura americana, tale Walt Withman, con la raccolta Leaves of grass, storpiandolo con quell'obbrobrio di titolo in italiano che ha imbrogliato tantissimi ragazzini pronti ad andare a vedere un film di sballoni. Un consiglio spassionato, andate a vederlo, non ve ne pentirete.
Un altro consiglio? Guardate anche quell'altro piccolo gioiello del cinema americano che porta l'italico nome di "Se mi lasci ti cancello". Il titolo originale? The eternal sunshine of the spotless mind (trad. eterna letizia della mente candida, onestamente fa tutto un altro effetto).
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