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Eternit, l'ostacolo oltre la giustizia

Creato il 14 febbraio 2012 da Alessandro @AleTrasforini

Le condanne imposte ai due "datori di lavoro" Schmidheiny e De Cartier costituiranno, da oggi in poi, un felice precedente per tutti coloro che vorranno mettere salute e benessere dei lavoratori in secondo piano rispetto a fattori quali produttività o guadagno. Sedici anni ciascuno, per "disastro doloso permanente" ed "omissione dolosa di misure antinfortunistiche". Chi fornisce lavoro dovrebbe, su tutto e prima di tutto, mettere sicurezza e salute della base produttiva davanti ad ogni altra "variabile": la tragedia Eternit ha confermato che, purtroppo, nella definizione di questo fatto deve essere usata tutta la cautela possibile. Giustizia è (parzialmente) fatta in nome dei morti, giustizia è fatta in nome di tutti coloro che ancora oggi saranno costretti a sopravvivere con un dolore così tremendo.  L'amianto è infatti un killer silenzioso, che colpisce quando vuole e senza avvertire nessuno: asbestosi, placche pleuriche, tumori polmonari fino al tremendo mesotelioma pleurico. Quando questo arriva e colpisce, non c'è più speranza: porta morte, in un tempo orribilmente breve.  Chi "dirigeva" le lavorazioni di questo materiale tremendo ed ha contribuito ad importarlo e diffonderlo per l'Italia intera (e non solo, nds) ne ignorava completamente le nefaste proprietà? Chi lo ha fatto respirare ad operai ed addetti ai lavori  ignari per anni ed anni nulla sapeva di come questo schifoso possa devastare un corpo umano? Si tratta di una condanna significativa ed imponente, ma non totalizzante.  Sulla tragedia amianto rimane ancora troppo da fare...e da soffrire.  Le parole più chiare e tremende sono quelle di Romana Blasotti, 83enne testimone della tragedia di Casale Monferrato:  "Quella di oggi è una bella notizia, ma per noi è una puntata. Vedremo ancora tanti amici morire, e abbiamo ancora tanta rabbia e tanta strada da fare." Una sola puntata, in mezzo a vite intere distrutte. Le malattie più tremende per le morti "da amianto" hanno, purtroppo, tempi di latenza lunghissimi: un mesotelioma può aspettare, silente ed indisturbato, anche quarant'anni (ed oltre, nds) prima di manifestarsi, magari tramite qualche iniziale colpo di tosse. Sono morti operai e lavoratori addetti, famiglie intere intossicate dai vestiti da lavoro impregnati delle fibre killer di questo tremendo materiale. Moriranno ancora altrettante persone, seguendo una curva che non individua tutt'ora un massimo: rimane tanto, troppo da fare. Le due persone su cui graveranno gli anni di condanna nient'altro sono che la punta di un iceberg sterminato di morti, materiale ancora non rimosso e dolore. Ben vengano le "quantificazioni di colpe", ma è necessario affermare che tutto questo potrebbe costituire solo un efficace prologo con cui  meglio affrontare l'emergenza.  La tutela dall'eternit e amianto deve passare attraverso efficaci argomenti chiave a cui è impossibile sottrarsi, a prescindere dalla sentenza: prevenzione, rimozione e controllo di ogni possibile fonte di contaminazione.  La situazione di Casale deve essere una miccia, un positivo innesco con cui contribuire ad eliminare un'emergenza che rimane altissima: sono ad oggi 57 le aree da bonificare, per un totale di 6milioni di italiani ritenuti "a rischio".  Questo è, tanto per essere leggeri, solo il bilancio conosciuto: rimangono tutt'ora, in tutto il territorio italiano, moltissimi prefabbricati con le famose "onduline in eternit". Ai tempi questo materiale, grazie alle sue straordinarie proprietà termo-fisiche, venne impiegato nei più svariati campi dell'edilizia e dell'ingegneria: dall'isolamento delle abitazioni all'isolamento delle condotte idriche, tanto per scrivere qualche esempio.  Quanto eternit od amianto rimane, nelle sue varie forme, nei più disparati luoghi di questa Italia?  Moltissimi report affermano che sono "circa" 40 milioni di tonnellate di prodotti composti da amianto, nelle più svariate forme. Si pensi anche che, altrettanto potenzialmente, è sufficiente una fibra dalle dimensioni microscopiche ad innescare la miccia della distruzione fisica.  La curva dei morti da amianto avrà un inesauribile percorso di dolore, vittime ed ammalati: un vero e proprio albero cronologico di morte. Accanto ad una sentenza che restituisce orgoglio, dignità e senso di giustizia nei confronti di vite più volte distrutte, rimane un'emergenza urgentissima da affrontare senza quartiere.  Il killer eternit vivrà, purtroppo, molto oltre ai suoi incriminati "diffusori".  Anche oltre Italia, ovviamente. 
Per saperne di più:  "Amianto, i siti contaminati", L'Espresso (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/amianto-i-siti-contaminati/2173792)
"Nel paese che muore d'amianto", L'Espresso (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nel-paese-che-muore-damianto/2129425)
"Per chi suona la sentenza", L'Unità, 14-2-2012
ETERNIT, L'OSTACOLO OLTRE LA GIUSTIZIA

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