Italiani “maschi bravi, capaci di parlare con le dita e con le mani, in principio gente incapace di fare del male, ma bisognerebbe tenerli lontani da macchinari pesanti e sensibili, come si vede”.
Ora, vedendo il sistema scelto da Lubitz per suicidarsi, bisognerebbe pensare altrettanto dei tedeschi?
Giustamente Sallusti commenta che a fronte di un incosciente come Schettino c’era un altro comandante italiano che gli intimava di tornare a bordo, così come a fronte di un lucido suicida cone Lubitz c’era un altro pilota tedesco che ha tentato di tutto per riprendere in mano la situazione, ed è l’unica cosa sulla quale concordo con il direttore de “il Giornale”.
Nei titoli e negli articoli giornalistici trapela purtroppo una certa soddisfazione: soddisfazione allora che il comandante della nave fosse italiano, soddisfazione oggi che il copilota fosse tedesco, ma è fuori di luogo e molto amaro parlare di soddisfazione quando di mezzo ci sono tante vittime innocenti.
Inoltre il paragone tra i due avvenimenti è poco consono: l’unico appunto forse lo si può fare alle due compagnie (Costa e Germanwings) per aver messo ai comandi la prima un irresponsabile, la seconda un uomo quasi certamente malato psichico senza aver prima eseguito i necessari controlli attitudinali e medici. Mi sta bene però che Sallusti abbia risposto per le rime allo Spiegel che già a suo tempo ci aveva etichettati TUTTI, come mangiaspaghetti mafiosi e pure razza inferiore.
Nel dubbio, cari amici tedeschi, meglio evitare di dare lezioni ed etichette agli altri.
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