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Etiopia ma non solo /Tensioni interreligiose

Creato il 16 aprile 2011 da Marianna06

All'inizio del mese passato (marzo) ci giunge, oggi, notizia che nella città di Asendabo, nei pressi di Gimma(capoluogo dell'ex-provincia di Kaffa) si siano verificati pesanti scontri tra musulmani e cristiani.

In questa regione, a maggioranza musulmana, la tensione tra gli appartenenti alle due diverse confessioni religiose è sempre stata e rimane molto alta.

La causa,che ha prodotto lo scontro in questione, parrebbe essere stata una presunta profanazione del Corano da parte di un cristiano.

Ovviamente è solo un pretesto questo genere di spiegazione, pretesto che però ha lasciato, come sovente accade, due morti sul terreno (cristiani) e numerosi feriti da ambo le parti ,nonché molti luoghi di culto che , nel disordine generale,  sono stati dati alle fiamme.

Infatti sembra che, appena l'eco della notizia si è diffuso nel territorio circostante, la protesta, generalizzata, si è estesa a ben altri sessanta luoghi di culto ancora.

Fanatismo totale. Senza freno alcuno.

A proposito di tensioni interreligiose di cui, ad esempio, anche l'Egitto non è esente, un acceso dibattito sulla sharìa(legge coranica) è  in corso attualmente anche in questo Paese.

E la cosa non va passata sotto silenzio da parte dei "media",perché la posta in gioco è discretamente alta.

Infatti, nel dopo -Mubarak, si discute in Parlamento  circa l'opportunità o meno di lasciare così com'è l'articolo 2 della Costituzione egiziana, dove è scritto che la sharìa è a fondamento di ogni legislazione, presente e /o futura ,oppure modificarlo.

Conclusione?

L'Islam fondamentalista o moderato, che sia, resta nel mondo un  grosso problema comunque.

Prima culturale e poi sopratutto politico.

Esso, in effetti, è da gestire con estrema  cautela nel XXI° secolo, senza produrre eccessive frizioni, specie se i Paesi dove è presente vogliono allinearsi in un progetto  di democrazia all'occidentale.

E di questa volontà di un percorso democratico, negli ultimi tempi, ne stanno dando  ampiamente dimostrazione  le giovani generazioni(Egitto appunto,Tunisia, Libia ma anche il Medio  Oriente), cui la "scuola" e la"comunicazione",lì dove sono arrivate, hanno insegnato a guardare alla società in un'ottica molto diversa da quella dei loro padri.

In parole povere, assegnando all'esigenza  confessionale, per ciascuna religione, il giusto  posto che realmente  spetta. Senza commistioni indebite tra sacro e profano.

Ecco allora, "guardando alle nuove primavere",in Africa e altrove, su cosa il mondo deve assolutamente vigilare.

Le vie dello Sviluppo passano anche attraverso queste piccole ma grandi attenzioni.

 A cura di Marianna Micheluzzi(Ukundimana)

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