Il Parco nazionale delle montagne del Siemen, in Etiopia, è un luogo che l'autentico globe-trotter, almeno una volta nella vita, deve visitare.
Già dichiarato, nel 1978, dall'UNESCO "patrimonio universale dell'umanità", esso merita grande attenzione per la bellezza incomparabile dei paesaggi e la ricchezza di storia del suo territorio.
I viaggiatori più esigenti, infatti, negli ultimi anni, conflitti militari permettendo, hanno cominciato a sceglierlo e a esplorarlo minuziosamente chilometro quadrato per chilometro quadrato.
E non se ne sono certo pentiti. Anzi.
La sua estensione copre circa 23mila ettari di territorio e le vette, che superano i 4 mila metri di altitudine, sono tra le più alte e le più belle montagne di quella che è stata la terra natale della mitica Regina di Saba.
Si può dunque fare roccia, ammirare una fauna davvero inusuale e stringere amicizia, a distanza ovviamente, e per i più coraggiosi, persino con il lupo abissino.
Ma niente vieta di poter osservare anche i babbuini Gelada e gli elegantissimi stambecchi etiopici che, nel Parco, sono in tutta tranquillità a casa propria.
Con il passa-parola, dai vistitatori inizialmente solo locali, e poi via via non più, lo scorso anno le visite al Parco delle Montagne del Siemen hanno raggiunto la cifra ottimale di 17 mila presenze turistiche vere e proprie.
Ovvero gente proveniente da ogni dove, che vi è giunta pur di conoscere questa che non affatto è esagerato definire un sito straordinario per le emozioni (albe e tramonti mozzafiato), che è capace di comunicare al visitatore e le bellezze naturalistiche insite, che sono il suo vero "tesoro".
Inoltre, per l'Etiopia e per la sua gente, turismo equivale sopratutto a ricchezza e benessere.
In conclusione è avere la possibilità per gli etiopi di fruire finalmente di una migliore qualità della vita come, in effetti, hanno già fatto in parecchi che, da contadini e pastori, sono oggi divenuti albergatori accoglienti ,esperti e servizievoli.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
