Un bouquet dalla sottile valenza androgina, che imparenta la chimica delle essenze con la mitologia. Nelle Metamorfosi, Ovidio tramanda la leggenda di Io, sacerdotessa dalla bellezza abbagliante consacrata al culto di Era, della quale s’invaghì Giove, che la seduceva in gran segreto scendendo dall’Olimpo in una nuvola di vapori dorati.
Quel mantello di nebbie intrise d’arcobaleno e anche di gocce di rugiada, è stato creato dal dio innamorato per poter celare le sue schermaglie erotiche, trasuda sentori d’agrumi, di erbe e di Magna Grecia: sono l’inedito estratto di papiro, il limone, il bergamotto e il mandarino che rinfrescano l’esordio di Io myself, la nuova fragranza che Etro dedica a lui, ma con un ampio margine d’apertura anche per lei. Nel flacone che è avvolto nei ramage dei Paisley argentati, il cuore del jus si scalda nell’abbraccio della rosa turca e dello zafferano, aurea spezia mediorientale che smussa il guizzo della corteccia di cedro e prelude a un tramonto infuocato, ricco di visioni e di miraggi, che evoca gelide notti tartare trascorse al riparo delle yurte. Sul fondo, come fosse un tappeto prezioso impregnato di sentori terrosi e animali di ambra e di muschio, s’intuisce il calore delle gomme care ai nomadi di tutte le latitudini: il cisto labdano, che ci racconta le scorribande estive tra i pascoli salmastri di Creta e di Cipro, lo Styrax dell’Honduras, secrezione vegetale dal vago aroma di cannella, e il legno di Oud, dolce e fumoso, il più nobile fra gli ingredienti della profumeria artigianale, che in Asia ha un valore superiore a quello dell’oro e si ricava dalle “lacrime” resinose dell’albero sacro di Agarwood. Per Maggiori Informazioni: www.etro.com