Non è un blog che va a comparti; ci sono solo periodi in cui si accumulano incontri di uno stesso tipo. Anche oggi, quindi, vi parlo di una mostra; questa, vista presso L’ARCA – Laboratorio delle Arti Contemporanee – di Teramo, dedicata ad Ettore Frani, curata da Umberto Palestini, il cui titolo è Attrazione Celeste.
La visita è nata casualmente: mi trovavo lì a cincischiare con un’amica, e dopo un caffè e quattro chiacchiere, abbiamo deciso di farci un salto. Non è la prima volta che cito questo spazio, ma le città abruzzesi offrono pochissime aree dedicate, e quando c’è qualcosa di cui si può parlare, lo faccio volentieri.
Inaugurata il 2 marzo scorso, l’esposizione terminerà domani 14 aprile. Se qualcuno di voi è in giro, ha ancora la possibilità di accedere dalle 16 alle 19, a ingresso libero, in via Largo San Matteo (TE).
Ettore Frani è un giovane artista molisano, nato a Campobasso nel 1978, ha studiato pittura tra le Accademie di Urbino e Bologna, e attualmente vive e lavora a Isola Sacra, Fiumicino (RM).
La cosa che mi ha colpito di più dell’incontro è stata la dimensione onirica creatasi. Se non avessi letto in precedenza alcune informazioni generali, avrei pensato che la sua tecnica fosse quella fotografica, non dettata certo da meccanismi artigianali di produzione artistica, ma da una rudimentalità del fare legata ai primi dagherrotipi. La poetica che insegue, oscilla tra elementi astratti e figure umane che evaporano, che si elevano verso forme ascensionali simboliche, lontane dalla radicalità odierna, ma verso una costante ricerca del proprio essere, generato dall’unione di spirito e anima.
Ettore Frani, Fortezza
Fortezza è in titolo dell’opera che ho inserito, forse quella che mi ha colpito di più. Un trittico in cui al centro è possibile vedere un frammento di roccia giovane, non consumata, al cui fianco sono disposte due figure femminli in totale cambiamento e metamorfosi tra loro, non tralasciando poi la componente del dolore segnata da alcuni punti posti al centro del loro petto.
Forse perché viziata da un’educazione visiva plasmata da altre forme di comunicazione o anche perché consumo giornalmente un quantitativo di immagini, questo progetto mi ha fatto pensare ad altri due artisti, lontani tra loro per pensiero e attività:
Andrea Galvani © 2007, The Intelligence of Evil #5
L’allestimento è pensato in diverse sale, e prevede – a completamento – un corto dal titolo A libro chiuso, realizzato dal regista Giuseppe Gaudino, che ci invita a capire il flusso di coscienza che attraversa l’artista nella fase di elaborazione alle sue opere.
Per saperne di più: http://www.larcalab.it/a/?p=384#more-384
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