Ho sempre avuto un debole per il cinema di Ettore Scola: Alcune sue pellicole sono indimenticabili. Sapeva raccontare le persone con le loro storie, debolezze e difetti, con il sorriso, la giusta malinconia e un sottile senso critico. La sua morte mi ha molto colpito, come se mi fosse venuto a mancare uno zio colto e importante, con il quale trascorrevo del tempo a parlare. Mi ha colpito e commosso veramente tanto ascoltare le sue figlie che lo raccontano. E sentendo queste due donne che raccontano il proprio padre , con ammirazione, lucidità, fedeltà, stima e rispetto, ho sentito un richiamo da una parte dello stomaco, nella parte alta, quella più vicina al cuore. E’ quella parte del nostro corpo che reagisce con una sorta di sussulto silenzioso che sale su fino al cuore e arriva in gola. Accade quando proviamo una forte emozione. Capita per esempio quando incontriamo una donna che per noi è diversa dalle altre, una donna che ci piace, ma che per noi rappresenta il massimo della vita, la cima dei nostri desideri. Nella vita di un uomo accade poche volte e magari non capita a tutti. A sentire le figlie di Scola ho provato quella reazione nel mio corpo. Ho provato un senso di mancanza che vi voglio spiegare. A volte, da qualche tempo sempre più spesso, mi capita di esser citato sui social, sui media o nei libri di altri autori per aspetti raccontati e teorizzati nei miei libri. Roba di lavoro. Vedere il mio nome vicino a frasi che ho scritto o detto, nel corso dei trent’anni del mio lavoro nella Comunicazione mi piace molto. Però io non ho figli adulti in grado di raccontarmi quando non potrò più continuare il mio lavoro e la mia vita. Non ho avuto figli da giovane, in quel periodo non ho incontrato nessuna donna che sentissi come la madre dei miei figli e sono diventato un uomo maturo, senza figli adulti. Nessun figlio adulto potrà raccontare di me. E sentire le figlie di Scola raccontare il proprio padre, mi ha fatto pensare che Ettore Scola è stato ed è un uomo fortunato.
A presto. See you soon. A la prochaine.