L’abbiamo superata la fase in cui le bambine devono fare le ballerine, le maestre o le parrucchiere e i bambini gli ingegneri, i meccanici o i medici giusto? Ce la siamo lasciata alle spalle, vero? Ditemi di sì anche se credo che ancora siamo abbastanza lontani dal superare del tutto gli stereotipi di genere e quelle abitudini mentali che ci hanno imposto indirettamente fin da piccoli. È infatti però proprio sui bambini che bisogna agire stimolandoli a pensare fuori dagli schemi, senza preconcetti e inutili “gabbie” mentali che hanno come unico risultato quello di precludere delle strade che potrebbero renderci felici. E si può approfittare di una giornata come quella della festa della donna (che a me sta molto antipatica ma questo è un altro discorso) per parlare di ruoli femminili e possibilità.
Come farà Eugenia a raggiungere l’Isola di Nonsodove? Si mette d’impegno e attraverso prove ed errori e l’utilizzo dei materiali più diversi costruisce un ponte che permetterà a lei e tanti suoi amici di raggiungere l’isola dall’altra parte del mare. La costanza, la pazienza e l’ingegno di Eugenia sono uno stimolo per tutte le bambine e i bambini che ascoltano o leggono da soli la storia: un invito a non arrendersi mai, ad aguzzare l’inventiva e la curiosità per raggiungere i propri obiettivi, a percorrere strade poco battute e considerate troppo difficili perché farcela si può. Davvero. Ed è una forma mentis a cui bisogna allenarsi fin da piccoli perché prima lo si fa e meglio è (che da grandi le paure ci divorano).
“Eugenia l’ingegnosa” è nato dall’ingegno e dalla creatività di un gruppo di architette e ingegnere svizzere con l’obiettivo di promuovere le pari opportunità a livello formativo e professionale anche nelle professioni tecniche, di solito meno gettonate tra le ragazze. Il loro sito propone anche tanti giochi ed attività per bambini e bambine ispirati alla passione ingegneristica di Eugenia.