Eugenietica (l’arte di essere Scalfari)

Creato il 29 dicembre 2013 da Ilpescatorediperle
Lo abbiamo perso. Pensavamo che dopo aver fondato Repubblica, un quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, Scalfari, un giornalista fondato da Eugenio Scalfari, come direbbe quel genio di Altan, che pubblica vignette su Repubblica, un quotidiano fondato da Eugenio Scalfari - si fermò un attimo prima del loop infinito con un punto fermo.Pensavamo che Eugenio Scalfari avrebbe perseverato nel suo ruolo di padre nobile di Repubblica, anti-Camera del divenire padre nobile della Repubblica. Pensavamo che avrebbe continuato a intervistare Presidenti e riserve della Repubblica, a ricordarci che è stato compagno di banco di Italo Calvino al liceo, a scrivere editoriali sulla politica italiana, cadenzati da asterischi annuncianti infinita barbosità, come solo lui sa fare. Che, tuttalpiù, sarebbe comparso come personaggio di un film.E invece no.Scalfari ha conosciuto Papa Francesco. Non ha avuto paura della tenerezza, del dialogo credenti-non credenti, del low profile. L’ha stalkerato tramite lettere aperte. Bergoglio non solo gli ha risposto, ma, tra una telefonata ad una sconosciuta di Ulan Bator e una sorpresa ad un ignoto di Santa Maria di Leuca, l’ha pure invitato alla Domus Sanctae Marthae per parlare con lui.Scalfari non si è più riavuto. Non solo dei suoi editoriali non sono rimasti intatti che gli asterischi, ora attorniati da peana all’amore e geremiadi contro l’odio. Non solo sente di doverci informare della luce che ha visto, dei versetti che ha riletto, delle ardite deduzioni teologiche che si sente oramai in dovere di trarre, candidandosi quasi a portavoce del Verbo bergogliano, anzi no: ad essere suo compagno di banco (Italo, fatti più in là). Non solo, la barba bianca da vegliardo e l’eloquio da asceta, è ad un passo dal vaticinio, dalla profezia sui tempi venturi, dall’esercizio di quella lungimiranza per cui già in passato si prese illustri sfottò.No: l’irresistibile scioglievolezza l’ha preso. Susanna Tamaro possiede ora i suoi scritti.Ed è la tenerezza, a questo punto, ad avere paura di lui.E noi lo abbiamo perso.da TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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