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EURO 2012: Al di là delle parole “punteggio” e “tennistico”

Creato il 16 novembre 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

di Gaetano Veninata

EURO 2012: Al di là delle parole “punteggio” e “tennistico”

PORTOGALLO-BOSNIA. È come quando andate al primo appuntamento, tutti eleganti, profumati, con i capelli stirati e scoprite che lei/lui vi ha dato buca. Non si è fatta/o vedere, a casa non risponde, sembra svanita/o nel nulla. Se siete tipi paranoici penserete di esservi inventati tutto, dalle prime parole scambiate nel parcheggio del liceo a quel “sì, vengo” quando le/gli avete chiesto di uscire. Ora, al di là delle parole “punteggio” e “tennistico” che troverete accoppiate copiosamente nei cosiddetti quotidiani italiani, la differenza vera – ieri sera a Lisbona – l’ha fatta proprio questo: la Bosnia ha dato buca, fino a prenderne 6, di cui uno segnato da quel Miguel Veloso che nel Genoa ha introdotto la moviola in campo, un centrocampista dai piedi decenti ma che guardandolo non riesci mai a capire dove possa aver lasciato il carapace.

Il resto l’ha fatto la paura: terrorizzati Adnan Zahirović e Saša Papac, asfaltati sulle fasce dal tamarro CR7 (a destra) e dal bulletto Nani (a sinistra); terrorizzato il buon Asmir Begović, che nello Stoke para tutto, e ieri ha mandato in campo un cugino mediocre; invisibili (e che peccato non vederli in Polonia&Ucraina) Miralem Pjanić - mangiato dal centrocampo a tre dei lusitani – ed Edin Džeko. La partita in pratica finisce subito, al di là del momentaneo (e rocambolesco) 2-3 di capitan Emir Spahić. Troppo veloci (a parte Veloso, ovviamente) i portoghesi, troppo immaturi i bosniaci: se anche l’inutile Hélder Postiga se ne esce con una doppietta, vuol dire che a Sarajevo hanno perso la verginità senza troppo amore. Andrà meglio, molto presto.

CROAZIA-TURCHIA. Ultima, mediocre panchina turca per l’arrogante Guus Hiddink, in questo match senza storia dopo il 3-0 croato dell’andata. Zagabria porta a Euro 2012 il talento di Luka Modrić, piccolo e fragile gioiello, degno erede di Zvonimir Boban. Per la Turchia una batosta meritata, da squadretta nervosa e inconcludente.


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