Euro 2016, organizzazione assegnata alla Francia. Mentre in Italia si è venduto fumo dato che il disegno di legge sugli stadi dorme da mesi al Senato

Come volevasi dimostrare, l'Uefa ha assegnato alla Francia l'organizzazione dell'Europeo 2016. Mentre si odono i pianti e gli strepiti delle prefiche istituzionali, in un'orgia di parole inutili e vuote, ancora una volta bisogna ringraziare la Casta politica del nostro meraviglioso Paese che dalla Casta viene quotidianamente vilipeso. No, non c'entra l'assenza di Berlusconi a Ginevra dove, invece, ha trionfato Sarkozy. E non c'entra nemmeno il fatto che Platini sia presidente dell'Uefa, peraltro non votante al momento della scelta. C'entra che la Francia, come la Turchia, abbia presentato una candidatura seria, autorevole, concreta. L'Italia, invece, ha venduto fumo ed è stata giustamente legnata, come già per l'Europeo 2012. Abete ha fatto il possibile e ci ha messo la faccia, ma se la Camera non approva il disegno di legge sui nuovi stadi, da mesi già passato al Senato, Abete è come un pugile che va sul ring con una mano legata dietro la schiena.

I politici italiani di destra, centro, sinistra, tranne rare eccezioni se ne fregano del calcio e dello sport, salvo quando sgomitano in tribuna d'onore o presentano interpellanze sul fallo di Totti ai danni di Balotelli. Euro 2016 sarebbe stata un'occasione storica per ricostruire e rammodernare gli stadi, privatizzarli, dotare il nostro Paese di impianti moderni e sicuri, sviluppare l'occupazione, creare nuovi posti di lavoro, addirittura incrementare i prodotto interno lordo.
Ma quelli della Casta sono troppo presi dalla difesa delle auto blu e dei loro repellenti privilegi per preoccuparsi del calcio e dei suoi problemi, che non sono solo del calcio. II daspo ci vorrebbe per certi politici, altro che per itifosi.
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