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Euro: per aspera ad astra

Da Pabloandres50

http://www.ilvostro.it/economia-e-lavoro/pure-lastrologia-condanna-leuro-giove-saturno-lo-affosseranno/40104/Pure l’astrologia condanna l’euro
«Giove-Saturno lo affosseranno»

Intervista a Pablo Andres Piacentini, uno dei principali astrologi italiani. È sicuro, lo legge nelle stelle: la moneta unica fatica perché «è nata sotto gli auspici sbagliati. E quest’anno, con Saturno in scorpione e Giove in gemelli, ogni Paese europeo dovrà lottare per la propria indipendenza economica e ogni moneta non potrà che essere libera di oscillare»

Lucia Leonessi

Tutti contro l'Euro, astrologi compresi
Tutti contro l'Euro, astrologi compresi

MILANO - Si parla e si straparla di euro. Si immaginano scenari futuri, si fanno congetture ma ci siamo dimenticati di indagar le stelle: cosa dicono gli astri della moneta più avversata della storia, nel momento più difficile per l’economia mondiale? Abbiamo chiesto a Pablo Andres Piacentini, medico naturopata e astrologo professionista originario di Buenos Aires, ma residente da molti anni a Milano, di prepararci il quadro astrale del vituperato euro e di chiarirci qualche dubbio …

 

L’euro sotto quale segno è nato? Cosa c’è per lui nel prossimo futuro?

«Se non ricordo male ci sono due fasi, 1 gennaio 1999 e 1 gennaio 2001. In entrambi i casi, una nascita della moneta unica europea sotto l’egida del capricorno. Significa che l’euro va bene per la Germania, che è taurina, e di fatto è la locomotiva produttiva europea, molto meno per l’Italia. Quando iniziò la fase dell’euro si ebbe l’impressione tra gli astrologi americani, sudamericani ed europei di una forzatura di convenienza. Il denaro è cultura e non esiste una cultura comune europea, ci sono troppe drammatiche differenze tra un Paese e l’altro. Sembra la classica ammucchiata, ma anche questa appartiene alla cultura uraniana e acquariana che è pura contaminazione. In contrapposizione prendiamo gli Stati Uniti (Cancro ascendente Sagittario). Sono un Paese in cui l’unità culturale è garantita da un forte senso nazionalista, imperialista e conquistatore. Chi in Europa si sente europeo? La previsione quindi non può essere che di un euro debole, di un’economia vittima degli speculatori».

 

Cosa ci si può aspettare da questa moneta debole e nata male?

«La data di nascita dell’euro in Italia evidenzia la congiunzione Giove-Saturno ai primi gradi dei gemelli. Questa combinazione parla chiaro: il principio di espansione e crescita (Giove) è frenato da Saturno inteso come regole, leggi o leggine che ne frenano lo sviluppo. Purtroppo non c’è molto che si può fare in questo senso: i Governi e i politici si affannano a rianimare l’euro con terapie di vario tipo, ma temo che sia inutile se la medicina non è quella giusta. Il capitalismo occidentale è in contrazione e la contrazione non è fenomeno casuale, localizzato o temporaneo ma è il risultato di forze economiche universali e, per così dire, naturali. Un incendio si spegne con l’acqua non con il fuoco. Parlare di crescita quando la crescita stessa è la causa del male è andare in controtendenza, ma si sa che i Governi tengono di più a mantenere lo status quo che a trovare soluzioni innovative. Il 15 agosto 1971, ad esempio, con Giove in scorpione e Saturno in gemelli, ci fu il cosidetto “Nixon shock”: con mossa a sorpresa gli Usa decretarono la fine della parità dollaro-oro. Ci vuole coraggio per certe scelte».

 

Un’Europa poco sentita e un euro che appartiene solo alla Germania. C’è da rimpiangere la vecchia lira? A proposito di che segno era la lira?

«A mezza Italia l’euro non piace, mentre altri Paesi, come la Grecia, vogliono restare agganciati alla moneta unica. Gli italiani sono i più scettici nei confronti dell’euro, una moneta che non ha mai conquistato del tutto i cittadini europei che sono comunque restii ad abbandonarlo per tornare alle loro vecchie valute. Non si può certo tornare indietro, l’antica saggezza astrologica indica la via proprio adesso, quest’anno quando Saturno entrerà in scorpione e Giove transita nel segno dei gemelli. Quindi l’inverso della situazione del 1971, con la necessità che ogni Paese europeo lotti per la propria indipendenza economica ed ogni moneta sia libera di oscillare. Ogni altra soluzione non regge. Rimanere con l’euro è l’unica via, ma sganciata dalle politiche comunitarie. La lira è una simpatica chicca del passato, un po’ nostalgica. Rimane un ottimo pezzo da museo e per collezionisti».

 


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