In questi giorni, si parla della possibile uscita della Repubblica italiana dall’Unione europea e soprattutto dell’abbandono dell’euro. In particolare ora, due partiti si contendono questa ipotesi attivamente e sono il M5S e la Lega Nord.
I primi vorrebbero liberarsi dell’euro senza troppe forzature, tramite un referendum ed una seria, consapevole e condivisa scelta popolare. Per questo il 13 di dicembre, hanno iniziato a raccogliere le firme. La Lega Nord di Savini invece, vorrebbe farlo arrivando un giorno al governo del paese e decidendo di conseguenza in questo senso, avendo avuto il consenso dei cittadini e magari incominciando a battere di nuovo la nostra moneta.
L’ipotesi più sensata e la strada più percorribile al momento, ci appare obbiettivamente quella del M5S perché è legale ed è prevista soprattutto dal ”Trattato sull’Unione europea” e dalla ”Costituzione italiana”. Le fonti di informazioni istituzionali, tv e carta stampata, invece come sempre tacciono sull’argomento oppure disinformano o contro-informano i cittadini, ipotizzando solo la catastrofe dell’Italia in caso di uscita dall’euro, della ripresa della sovranità nazionale e del ritorno alla vecchia lira.
Senza dubbio la procedura è lunga perché c’è una riforma costituzionale da affrontare e l’abolizione dei numerosi trattati europei. Economicamente però i costi benefici, sono a favore di questi ultimi a lungo termine, perché camminare con le proprie gambe, per una nazione come la nostra, significa soprattutto battere moneta propria, esportare, essere competitivi e mandare avanti il made in Italy che ha contribuito al boom economico del passato ed è senz’altro la migliore prospettiva a fronte dell’entrata in vigore di Mes e Fiscal compact nel 2015 , approvati alla chetichella nel 2012 e che porteranno l’Italia ad un perenne e crescente indebitamento ed al possibile rischio, di un umiliante commissariamento da parte della Troica europea. Il Mes soprattutto, è ambiguo e subdolo perché prevede esborso continuo di denaro pubblico da parte degli stati membri ed aumento del debito pubblico già fin ora insostenibile.
Ecco quindi di seguito, i due articoli riguardanti la possibilità di uscita dell’Italia dall’eurozona e dall’Unione europea. Vanno neccessariamente considerate entrambe per la nostra nazione le due opzioni, in quanto uscire dall’eurozona, comporta necessariamente l’uscita dell’Italia dall’Unione europea, tramite l’art.50 del ”Trattato sull’Unione europea” e dell’art.11 della ”Costituzione italiana”. L’art. 11 della ”Costituzione italiana” invece, dovrebbe essere pertanto derogato, tramite una procedura legislativa costituzionale interna.
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