Si potrebbe discutere per ore del perché i cittadini britannici siano cosí scettici (in alcuni casi il termine “ostili” é piú adatto) nei confronti della comunitá europea e della sua moneta. Molti, troppi editorialisti ed opinionisti (ad onore del vero soprattutto non-britannici) insinuano con regolaritá che anche il Regno Unito prima o poi fará il tanto chiacchierato salto sul carrozzone dal cerchio a stelle. Tuttavia se questo non é successo in 14 anni di governo Tories, durante il quale in particolare Tony Blair si é dimostrato piú che simpatizzante dell’idea (salvo spingere paradossalmente un ulteriore allontanamento della politica britannica dal resto della comunitá), questo appare certamente meno probabile ora che i conservatori si sono messi alle redini del paese.
Il Regno Unito é tra i paesi piú duramente colpiti dalla crisi economica, molte (troppe) banche sono state salvate dal governo ed il debito pubblico é ai massimi storici, l’economia traballa, la sterlina é al collasso.
In queste condizioni si potrebbe giustamente pensare che se ci fosse un’occasione per entrare nella zona Euro quell’occasione sarebbe proprio ora.
Tuttavia, guardandola dagli occhi della Gran Bretagna, l’Europa non se la passa molto meglio: Il Regno Unito non ha dovuto partecipare al salvataggio della Grecia e non ha dovuto pagare 440 milioni di euro come gli altri stati membri, tanto per cominciare. Se la Spagna o il Portogallo (o l’Italia) dovessero fallire é auspicabile che gli stati membri dovranno ulteriormente mettere mano al portafogli per stabilizzare la moneta.
Dall’altro lato, é anche auspicabile che il Regno Unito verrá presentato comunque con un conticino da pagare, in quanto pur non condividendo la moneta con l’Europa é anche vero le banche britanniche sono comunque severamente esposte ai mercati europei, specialmente quello spagnolo. Se a tale richiesta dovessere seguire un rifiuto da parte della Gran Bretanga é assai probabile che la commissione europa verrá ad esigere un suo piú evidente allontanamento dall’economia europea, di modo da non permetterle di godere i frutti dei sacrifici di altri.
In un mondo che si globalizza, politicizza e diplomatizza, é difficile immaginare la Gran Bretagna fuori dai giochi per il dominio del mondo economico, quando in piazza ci sono coalizioni come gli USA e la Cina contro le quali l’Europa si dovrebbe porre unita e compatta.
Nel lungo termine diventa quindi spontaneo immaginare due scenari:
1) La messa alle corde del Regno Unito con conseguente ingresso nella UE
2) La scissione dell’Europa ed il ritorno ad un mercato frazionato ed indipendente.
Mano a mano che le due opzioni si formano sempre piú concretamente di fronte agli occhi degli economisti britannici, la crisi economica potrebbe diventare sempre piú un’occasione da cogliere, nel mezzo di una disgrazia da risolvere. Per il momento, nonostante la recente scottatura chiamata Grecia, l’Eurozone progetta di espandersi ulteriormente (l’Estonia é pre-approvata per un ingresso nel 2011).