L’inizio di stagione di Euroleague è stato segnato dal Lockout della Nba: ben 17 giocatori, infatti, hanno iniziato la stagione in Europa, per poi terminarla (con qualcuno ancora protagonista nei playoff) oltreoceano. A stagioni terminate, confrontiamo le prestazioni avute in Europa con quelle poi realizzate negli Stati Uniti. La prima parte è dedicata ai giocatori che, per diversi motivi, non sono riusciti a apportare un grande contributo nella limitata esperienza continentale.
Goran Dragic – Caja Laboral 2 partite (1-1): 5 minuti, 1.5 punti.
A Houston 66 partite, 26.5 minuti, 11.7 punti, 5.3 assist.
Lo sloveno non ha avuto il tempo per inserirsi nel Caja Laboral (dove è arrivato al posto di un altro giocatore Nba, Reggie Williams), visto che è stato firmato sei giorni prima del termine della “serrata”. A Houston, Dragic è successivamente esploso, disputando un finale di stagione a 18 punti di media.
Dajuan Summers – Montepaschi Siena 1 partita (1-0): 18 minuti, 4 punti.
A New Orleans 15 partite, 14 minuti, 4.5 punti.
Summers è in questo elenco non per volontà della Montepaschi, che aveva puntato forte sul 2.03 nativo di Baltimora a inizio stagione, facendogli firmare un biennale. In realtà l’americano non si è integrato nella realtà europea, ed è stato tagliato dopo solo una partita di Euroleague, abbastanza anonima. Nel resto della stagione, Summers ha ottenuto due mini-contratti a New Orleans, offrendo un contributo altrettanto risibile.
Reggie Williams si tuffa con la maglia del Caja Laboral
Reggie Williams – Caja Laboral 3 partite (2-1): 13 minuti, 5.3 punti
A Charlotte 33 partite, 23 minuti, 8.3 punti.
Arrivato con grandi aspettative, il venticinquenne ex Golden State si è presentato in pessime condizioni fisiche e non avendo la possibilità di dimostrare le sue abilità di realizzatore. Dopo due infortuni, è stato rilasciato e sostituito da Dragic. Dopo un’operazione al menisco, si è rivisto a fine stagione con i derelitti Bobcats.
T.J. Ford – KK Zagabria 2 partite (1-1): 16 minuti, 6 punti, 6.5 assist, 1.5 recuperi
A San Antonio 14 partite, 14 minuti, 3.6 punti, 3.2 assist
Anche Ford, come Dragic, ha avuto una toccata e fuga in Euroleague, avendo firmato quattro giorni prima del raggiungimento dell’accordo che ha concluso il Lockout. L’esordio a Zagabria è stato tuttavia leggendario: è riuscito a smazzare 10 assist in 13 minuti! Purtroppo, il piccolo playmaker da Texas, tornato poi a San Antonio, ha subito l’ennesimo infortunio devastante, che l’ha costretto, a 29 anni, a ritirarsi.
Zaza Pachulia – Galatasaray 4 partite (2-2): 15 minuti, 6.5 punti, 4.5 rimbalzi
A Atlanta 58 partite, 28 minuti, 7.8 punti, 7.9 rimbalzi.
Il georgiano non ha avuto un grande impatto nel Galatasaray: la squadra di Mahmuti, che a inizio stagione disponeva di 16 giocatori, ha scelto di non impiegare Pachulia al massimo delle possibilità. Il centro degli Hawks, nell’unica partita in cui ha avuto spazio ha fatto vedere il suo valore: 19 punti e 10 rimbalzi contro il Prokom. Tornato in Nba, ha disputato una stagione solida, giocando in quintetto causa l’infortunio del centro titolare Al Horford.
Gee (oggi a Cleveland) contro Green (oggi a San Antonio) in Prokom-Lubiana
Alonzo Gee – Prokom 3 partite (0-3): 29 minuti, 11 punti, 6.3 rimbalzi
A Cleveland 63 partite, 29 minuti, 10.6 punti, 5.1 rimbalzi, 1.3 recuperi
Ok, lo stile di vita polacco non è certamente come quello americano. Alonzo Gee ha lasciato il Prokom causa “saudade”, mandando un sms al povero coach Tomas Pacesas. Nelle uniche tre partite giocate, lo swingman aveva fatto vedere il suo talento fisico e tecnico, ma evidentemente l’ambientamento è stato proprio difficile. A Cleveland, ha avuto una stagione in linea con quanto fatto vedere in Euroleague.
Serge Ibaka – Real Madrid 6 partite (4-2): 15 minuti, 5.5 punti, 4.7 rimbalzi, 2 stoppate
A Oklahoma City 9.1 punti, 7.5 rimbalzi, 3.6 stoppate.
Firmato con un contratto di due mesi, il congolese naturalizzato spagnolo non è stato impiegato con grande continuità; tuttavia, le cifre rapportate sui 40 minuti sono impressionanti, 14 punti, 12 rimbalzi, 5 stoppate. La sua fisicità è ovviamente inavvicinabile a livello europeo: quest’anno Ibaka è arrivato secondo nella classifica per “Miglior Difensore dell’Anno” dietro a Tyson Chandler dei Knicks.
Ty Lawson – Zalgiris 7 partite (2-5): 21 minuti, 7.4 punti, 1.6 assist
A Denver 61 partite, 35 minuti, 16.4 punti, 6.6 assist.
Il primo giocatore Nba ad essere firmato dall’Euroleague, Lawson ha estremamente deluso, dimostrando di essere probabilmente inadatto al gioco europeo. I problemi sono continuati fuori dal campo, con un utilizzo di Twitter un po’ esagerato (con commenti tipo “Potevo starmene a casa a giocare a Nba 2k12 e avrei raggiunto gli stessi risultati dell’allenamento di oggi”) e un amore mai sbocciato con l’esigente pubblico lituano. La pallacanestro Nba è il suo ambiente naturale, a Denver quest’anno si è consacrato come leader di una formazione giovane e in crescita.