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Eurolega è il regno di Obradovic: Sesto trionfo del Pana, Siena è 3ª

Creato il 09 maggio 2011 da Basket - Di Tutto Un Po'

Il Panathinaikos è campione d’Europa per la sesta volta nella sua storia, Maccabi battuto 78-70. La Mens Sana supera 80-62 il Real nel match tra le battute

Zelimir Obradovic, 8° trionfo per lui. Reuters
Zelimir Obradovic, 8° trionfo per lui

L’ottava meraviglia di Zelimir Obradovic. Il Panathinaikos Atene vince l’Eurolega 2011, battendo in finale 78-70 il Maccabi Tel Aviv e il 51enne tecnico serbo si aggiudica l’ottava Final Four in vent’anni. Nessuno ha vinto quanto lui, ora Dino Meneghin lo guarda dal “basso” delle sette Coppe Campioni vinte da giocatore. Giusto parlare di trionfo, magari esagerato definirlo un capolavoro visto che non si è trattato di una sfida epica al pari di alcune del recente passato. Ma doveroso inchinarsi all’uomo che in dodici anni ha reso il Panathinaikos una corazzata difficilmente battibile gestendo alla grande organici a volte strabordanti di talento e trovando a quasi tutti i suoi campioni un ruolo adeguato.

E’ la sfida tra la solidità greca e il dinamismo israeliano, è la sfida tra la sostanza che diventa forma di Obradovic e la forma che diventa sostanza di Blatt. Tra il muro biancoverde e la marea gialloblu sugli spalti l’ambiente è infuocato e il campo sembra quasi un francobollo dagli spazi ridotti tra i 16.000 del Palau Sant Jordi.
Il Pana in trionfo. Ciam/Cast
Il Pana in trionfo

LA PARTITA — Il Pana cerca subito di attaccare l’area sfruttando i pochi centimetri degli avversari, il Maccabi risponde con tre triple di Pnini e Eidon per l’11-11 al 6’. L’ingresso dell’ex biellese Batiste è una scossa per i greci (11-2 di parziale) e con Pargo che fa fuori ritmo il Panathinaikos chiude il primo quarto avanti 22-15 e limitando a 1/8 da sotto Tel Aviv. Chuck Eidson, statunitense del South Carolina che veniva preso a calci nel sedere dal padre quando da ragazzino tirava troppo, segna 12 punti con 7 tiri ed è la chiave della resistenza israeliana, sotto 27-24 dopo 15’. Sono molti i tratti in comune alla semifinale di Siena e, come già giovedì, nel rush finale del primo tempo si moltiplicano gli errori. Al riposo è 33-30 Panathinaikos con gli israeliani trovano cose importanti da David Blu (ex Bluthenthal), veterano dal talento indiscusso che però nelle sue tre fermate italiane non si era distinto per il carattere e la propensione alla lotta. Riecco Pargo ed ecco finalmente “Big Sofo” Schortsanitis e il Maccabi torna avanti, ma esattamente come Siena venerdì trova buoni tiri e li sbaglia. A punire gli errori con la massima severità (43-36 al 25’) è Romain Sato con due triple consecutive a nobilitare un primo tempo opaco. Batiste, poi Calathes e a ruota una schiacciata di Fotsis, il cigno che tante volte si è travestito da brutto anatroccolo, firmano il massimo vantaggio sul 51-40 e al 30’ siamo 54-43. Ancora Schorsanitis e Pargo per il -7, ma l’ex italiano (uno dei 5 in campo oltre ai due coach) Nicholas mette cinque punti in fila e rilancia il Pana.

I greci non sono infallibili, ma il Maccabi come l’Mps pasticcia ogni volta che può rientrare e forse non sarà un caso. Eliyahu con un 2+1 accorcia a 63-56 e oltre 4 minuti da giocare, ma è l’ultimo acuto. Prima Batiste (provato da Trieste e lanciato da Biella) e poi Nicholas (scoperto da Fabriano, lanciato da Livorno e affermatosi a Treviso) riportano il margine in doppia cifra regalando alla partite un forte connotato dell’Italia del recente passato. La speranza israeliana si riaccende con una tripla e un tap-in di Eliyahu (69-64 a 1’20”). L’immenso Batiste segna da sotto, Diamantidis mette due liberi e, scampato il pericolo, il popolo biancoverde canta più forte che mai. Il Panathinaikos è arrivato a Barcellona coi favori del pronostico e se ne va meritatamente con la sesta Eurolega della sua storia: pochi fronzoli e tanta gloria.

Atene: Batiste 18, Diamantidis 16, Nicholas 14
Tel Aviv: Eidson 17, Blu 14, Pargo 12

Montepaschi Siena-Real Madrid 80-62

Siena batte il Real e chiude al terzo posto l’Eurolega 2011, bissando il risultato del 2003 e del 2006. Una magra consolazione in termini assoluti, ma la conferma di una continuità ai vertici continentali che non può venire data per scontata. Pianigiani ripresenta nei 12 Aradori e Michelori e lascia a riposo Akindele e Stonerook. Molto lascia intendere che almeno per un po’ sia un match abbastanza soft, ma la voglia di Jaric (ex di turno, che in Spagna andò malino) e la foga del tecnico senese a bordo campo smentiscono in fretta le premesse: al 7’ Mps avanti 12-2 con l’area del Real che si taglia con troppa facilità. A fine primo quarto la Mens Sana conduce 17-11 con Lllull che tiene a galla la formazione di Molin. Ci vogliono ben 14 minuti prima che i toscani tentino una tripla e lo fanno sul 25-15 dopo 22 tentativi da 2 e 6 tiri liberi. Il Real trova ottime cose da Mirotic, miglior giovane di Eurolega quest’anno e disastroso in semifinale, e da Begic che venne svezzato in Italia alla Virtus Bologna.

Al riposo 36-32 con grande spazio alle panchine e Real che vanifica la superiorità a rimbalzo con il doppio delle palle perse di Siena. Si rientra in campo in un un clima trasformato: l’ingresso delle tifoserie israeliana e greca infiamma il Palau Sant Jordi, ma distoglie ulteriormente l’attenzione da quanto accade in campo La Mens Sana continua a muovere bene la palla e ha Moss e Rakovic molto solidi mentre gli spagnoli sono tutti sulle spalle di Llull: al 30’ è 57-45 con Siena che pare in controllo. A turno c’è gloria per tutti: McCalebb e Carraretto allargano il margine fino al 68-53 del 35’. La finalina è vinta, l’amaro in bocca per la semifinale persa non passa invece così facilmente: l’Italia è troppo piccola e l’Europa è ancora un po’ troppo larga per questa Mens Sana, ma come ha detto Pianigiani “è questione di dettagli e a volte i dettagli vanno dalla parte giusta”. L’appuntamento per riprovarci è a Istanbul 2012.

Siena: Lavrinovic 17, Moss 11, McCalebb 10
Madrid: Llull 23, Reyes 8, Tomic 8

tratto da gazzetta.it



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