La massima competizione continentale ha concluso il primo giro di boa della stagione, terminando la fase a gironi e preparandosi alle Top 16, che inizieranno già questa settimana. Inevitabile tracciare un primo bilancio dell’Eurolega stagione 2014-2015, stilando un report che annovera delusioni inaspettate e piacevoli sorprese. Sorvolando il lotto delle favorite, con la scontata partecipazione di un Cska Mosca apparso nettamente un gradino superiore alla concorrenza, di un Barcellona rivitalizzato dalla colonia di giovani approdati in Catalogna, di un Real Madrid che ha faticato più del solito ma che vanta il roster più completo e sulla monotona partecipazione dei “soliti noti” Olympiakos e Panathinaikos, spostiamo l’obiettivo più a Est, atterrando nella fredda e inospitale Russia settentrionale.
Il Nizhny Novgorod doveva rappresentare l’anello debole del girone A, vittima sacrificata sull’altare del Real Madrid, Unics Kazan e Efes. Il copione, già scritto, è stato riadattato dal trio delle meraviglie Kinsey, Artsiom e Thompson, che in pochi mesi si sono trasformati da perfetti Carneidi e piacevoli sorprese della prima fase dell’Eurolega. La formazione di coach Bagatskis ha esordito con una vittoria contro Sassari, prima di inanellare una serie di sconfitte anche dolorose, come il meno trenta rimediato contro il Real. Nelle ultime tre partite del girone, la formazione russa, ha prima rischiato di violare il campo di Madrid, poi sconfitto Efes e Unics, conquistando le Top-16. Un’impresa notevole per un team che ha mostrato collettivo e dinamismo, giocandosela con squadre più attrezzate e blasonate.
Anche a Belgrado, fucina ormai decaduta del grande basket sovietico, sponda Stella Rossa, possono festeggiare un Natale felice. La formazione di coach Radonjic, inserita in un girone D molto equilibrato ma privo di teste di serie, ha chiuso al secondo posto alle spalle dell’Olympiakos. Leader indiscusso del team biancorosso si è rivelato il centrone Boban Marjanovic vincitore di due titoli di MVP della settimana. Il prodotto ha mostrato un innaturale progresso offensivo, rivelandosi un arma micidiale capace di chiudere la prima fase con cifre sorprendenti, da 17 punti, 10 rimbalzi e 24 di valutazione in media. Il brutto anatroccolo che aveva spaventato i tifosi del Cska durante la sua permanenza in Russia si è trasformato in un cigno sontuoso.
Se Belgrado sorride, Kazan passerà un Natale a domandarsi su come abbia fatto a mancare l’accesso alle top-16, specialmente dopo una sessione di mercato che ha portato in Russia Langford, White, Jerrells e Fischer oltre ai confermati Zisis e Kaimakoglu. Se il Real di Laso e il nuovo Efes targato Ivkovic sembravano avversari proibitivi, il team russo era chiamato a legittimare la terza posizione. La doppia sconfitta contro Nizhny Novgorod, lo scivolone di Kaunas hanno vanificato l’impresa di Madrid, estromettendo i russi dalla fase successiva dell’Eurolega causa scontri diretti sfavorevoli, nonostante l’arrivo a pari punti con russi e lituani. I biancoverdi pagano una campagna acquisti che ha sì regalato talento e potenziale, ma in maniera approssimativa e poco equilibrata. Langford si conferma un realizzatore implacabile (17 punti), ma troppo isolato, Sanikidze ha subito un’involuzione preoccupante chiudendo con 3.5 punti con il 20% dal campo, mentre Kaimakoglu, Zisis e Fischer pagano una carta d’identità non più da teenagers.
Terminata la prima scrematura, le magnifiche sedici squadre d’Europa si apprestano a festeggiare il Natale in maniera sobria e poco appariscente, perché già da settimana prossima sarà dentro o fuori… I feel devotion.