Finito il tempo degli slogan e chiusa la campagna elettorale: ora Tsipras verrà misurato, e dai mercati finanziari, e dai capi dell’eurozona.Un muro è quello che ha trovato l’indomani dei risultati elettorali: BCE,FMI,Bundesbank,ma anche Irlanda,Draghi e Merkel in persona, hanno detto “Nessuno Sconto ad Atene”.Non esistono categorie speciali, i debiti vanno rispettati, e la Grecia ha bisogno di nuove riforme strutturali (leggi : tasse); altro che “fine della austerity”.Così tuonano da Bruxelles.
La cosa bella della politica (bella si fa per dire), è che talvolta ha la capacità di svelare cosa si cela dietro di essa.Ora Tsipras è messo con le spalle al muro, cercherà di prendere tempo e magari di mettere avanti alcune piccole inutili riforme simboliche che possano alimentare un minimo di consenso e mantenere vivo il fuocherello dell’elettorato, ma alla fine la partita del debito non potrà essere nascosta sotto al tappeto.
Il peso del debito greco e degli interessi che gravano con esso è tale da aver (insieme alla perdita di competitività dovuta all’eccessiva forza dell’euro in proporzione al tipo di economia) schiacciato l’economia del paese, gettandolo nell’emergenza sociale.
Tsipras, il mondo ti sta guardando (guarda questo video).
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