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Quest'articolo è disponibile anche in: Francese Interveniamo qui, in qualità di economisti, per mettere in guardia contro i pericoli insiti nel Trattato per la stabilità, il coordinamento e la governabilità dell’Unione economica e monetaria (TSCG). Questo patto di bilancio segna una nuova tappa di due offensive: quella dei liberali, da una parte, contro la pratica keynesiana della politica economica, e dall’altra quella delle autorità europee contro l’autonomia delle politiche di bilancio nazionali. Questo trattato non affronta le cause della crisi finanziaria: la cecità e l’avidità dei mercati finanziari, l’esplosione delle bolle, quella finanziaria e quella immobiliare, indotte dalla finanziarizzazione, l’aumento delle disuguaglianze di reddito dovuto alla concorrenza sfrenata tra paesi, a sua volta derivante dalla mondializzazione.
Non prende di petto le cause della crisi della zona euro: l’assenza di un reale coordinamento delle politiche economiche aventi l’occupazione come obiettivo primario, lo squilibrio provocato dalla ricerca di eccedenze dei paesi del Nord, il divieto inserito nella Costituzione europea di finanziamenti diretti agli Stati da parte della BCE, il che permette alla speculazione di scatenarsi mentre è impotente contro gli Stati Uniti, il Giappone, il Regno Unito, che pure sono più indebitati della zona euro. Il Trattato rende definitive le politiche di austerità seguite negli ultimi tre anni, che sprofondano l’Europa in una recessione senza fine, aggravano la messa in discussione del modello sociale europeo, fanno precipitare milioni di europei, in primo luogo i giovani, nella disoccupazione, e milioni di famiglie nella povertà. [ ... ] Il Trattato impone l’attuazione sul lungo periodo di politiche di austerità in Europa che non solo spezzeranno la produttività della zona, non solo aggraveranno ancor più gli squilibri nei paesi più fragili e aumenteranno le tensioni in Europa, ma impediranno anche ambiziose politiche di investimenti ecologici per l’avvenire. Gli stati membri possono risolversi a un Trattato che paralizza per sempre le loro politiche di bilancio per convincere i mercati del loro futuro rigore? Possono accettare di vedersi confiscare le redini dei propri bilanci dopo aver perso quelle della politica monetaria? Gli “Economistes Atterrés” (“economisti atterriti”) Traduzione dal francese di Giuseppina Vecchia
Articolo completo qui: http://www.pressenza.com/it/2012/10/europa-gli-economistes-atterres-lanciano-lallarme-contro-i-pericoli-del-pscg/
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