di Gavino Puggioni. Nobel per la Pace all’Europa(!!!!!!)…. e una delle motivazioni recitava più o meno così: “..perché da lunghi decenni è riuscita a mantenere la pace tra i popoli del suo continente, unendoli e facendoli crescere”.. etc etc.
Mai come in questa edizione tale premio è andato “in mani” così insicure e a gratificare menti umane consacrate nemmeno alla speranza ma all’utopia dove polvere rimarrà polvere anche se condita di neologismi economico-finanziari di alto profilo mentre il popolo sovrano continuerà a non capirne un bel fico secco, anzi sta anche in silenzio, subendo e non si sa fino a quando.
Le guerre, è vero, non ci sono state in questa Europa, di Kossovo – Serbia – Sarajevo - ormai non si parla più, ma, vivaddio, la stessa, nei decenni passati è stata costretta a combattere battaglie e guerre infinite ai suoi confini, da Cipro in qua e in là, da Israele alla Palestina decimata, dalla Turchia verso tutto il medio oriente, dalla Tunisia alla Libia, in tutta l’Africa del nord, dagli Emirati Arabi ai loro alleati, beati perché protetti da ciò che i loro deserti vomitano in quantità e noi, del mondo civile e moderno, ne stiamo godendo, facendoci ancora più male.
Per non dire di Afghanistan e dintorni dove nostre Brigate di soldati sono presenti ormai da anni troppi, con troppe tragedie pure queste evitabili se appena il Vecchio e il Nuovo Continente lo volessero.
Ebbene, in tutti questi paesi menzionati, e non solo questi, migliaia di cittadini europei sono andati ma armati e corazzati di tutto punto e a spese dei loro governi, per combattere, e non mi dite per portarvi la pace!, per fare quella guerra che avrà solo perdenti da ambo le parti e i vinti di quei paesi lontani rimarranno sempre vinti, poveri, cementati alla loro religione, alle loro povertà dalle quali e con le quali hanno sempre vissuto.
Dunque, premio più immeritato di questo non può esistere per l’Unione Europea, che si fonda solo nelle parole e negli intenti di una burocrazia globalizzata che sta badando soltanto a salvaguardare le banche, prima quelle di Stato, le centrali, e poi anche e purtroppo, le altre, di pubblico interesse e private, ancora peggio.
Un mare di soldi, oh! che ingordo quest’euro! che sta andando ad adagiarsi su spiagge dove il comune cittadino europeo non potrà mai fare un bagno salutare, solo o con la sua famiglia, seppur modesta! E infatti quel mare di euri sta inondando i forzieri di tante banche e queste se lo terranno stretto e ben protetto, pronte a darne…niente e a nessuno!
Ed ecco che la guerra, comunque formulata, viene premiata col Nobel per la Pace 2012!
E questo avvenimento cos’è? Novella finanza quand’anche l’Europa aveva ed ha dato ordini perentori ai suoi stati membri di mettersi in riga, sull’attenti, pronti a sprofondare, pena multe salatissime?
Alcuni esempi:
La Grecia - licenziamenti da enti pubblici già in atto da molti mesi, sforbiciate grosse agli stipendi, ridotti alla metà, dimezzate le pensioni, ridotti gli insegnati e messi sul lastrico, scuole primarie e secondarie chiuse, negati i soldi per farle funzionare, come gli asili e le scuole materne dove non arriva nemmeno un litro di latte, costa troppo!
E tutti quei soldi risparmiati dai Greci, ovvero tolti dalle loro tasche, dove vanno a finire? Certo, vanno nel Pozzo delle Garanzie che la troika europea pretende per poi poter dare a questo paese altri miliardi di euro, sempre in prestito, per farlo indebitare di più e starsene chi sa per quanto e ancora nelle voraci fauci dell’euro insaziabile.
L’Irlanda - dicono si stia riprendendo ma, per ora, non ne conosco sacrifici o novità e qualcuno me ne informerà direttamente, magari!
Il Portogallo – purtroppo è nella stessa scia della Grecia ma i media se ne occupano poco, chi sa perché..
La Spagna – che cresceva – dicevano - anche i Re devono piangere! Ma forse questo paese era a bordo di un gambero nero, emissario della UE che lo stava facendo retrocedere in quella via che la Grecia sta già tristemente percorrendo e i matadores non se n’erano accorti.
La Francia – sta ri-cercando la sua Grandeur, da decenni nascosta nelle foreste dell’Alsazia e pare che lì, sotto terra, ci stia bene, così non cresce, anzi – decresce e fa bene anche ai Francesi
La Germania - è questa la nazione-principe che striglia le altre, che urla, che si arrabatta poiché vuole fungere da volano di una economia creata quasi ad arte, salvando, ma mica tanto, in primis le sue banche ma soprattutto le sue industrie private, fiore all’occhiello delle giacche della signora Michela M, perché quelle vanno a gonfie vele e le altre no, perché il cittadino teutonico ha sempre lavorato, che fosse in guerra o in pace, e questa non è novità, per cui, loro, quei lavoratori, meritano rispetto ma senza alterigia da parte governativa.
L’Inghilterra - forse crede ancora nel suo Splendido Isolamento! Pura illusione, secondo me, basta leggere le storie e contro-storie delle sue principesse e dei suoi principi (destinati al Regno?) per capire che questa globalizzazione piace anche a loro, a dispetto del rispetto della loro economia.
Altri paesi dell’Unione Europea – sono lì, nel limbo, in bilico, ai bordi di questo euro già “graffiato” in più parti, ed è triste notare che loro stessi non sappiano se precipitare o farsi dare una spinta!..
E l’Italia? La nostra Italia sempre più stretta in quel suo vecchio e straunto stivale?
Dice il professor Monti e i suoi strani alleati – “ Il nostro Paese sta andando bene, sta rispettando i dettami della UE (leggi sempre troika) e fra poco uscirà dal tunnel nel quale i precedenti governi l’avevano cacciato” -
Ha ragione, lui sta portando a termine una battaglia, dura, ingrata, mai sognata dai politici italiani, innovativa; peccato, però, che questa sua parentesi amministrativa, ché di questo si tratta, stia andando a cozzare con la “guerra” dichiarata che la stessa Unione Europea sta facendo ai suoi stati membri. Austerità, rigore, risparmio, efficienza e poi ancora investimenti e creazione di nuovi posti di lavoro, rispetto delle famiglie ridotte al lumicino (non elettrico, quello consuma energia) e tanti tagli e non a fil di lana ma con mannaie ben affilate, taglio netto e basta! Fuori da tutto e da tutti…
Ma tutto questo, in nome di chi e di che cosa? cui prodest? avrebbe detto Medea nella sua tragedia umana.
In nome di un’Europa più che mai divisa?
In nome di una economia che è diventata solo finanza e nemmeno pura?
E tutte le aziende che in Italia stanno chiudendo dove e come le sistemeranno? E i dipendenti, i lavoratori a tutti i livelli che fine faranno?
E i tagli alla Scuola, alla Sanità, alla Cultura andranno a rimpinguare i cassetti di quelle banche e, ripeto, a favore di chi e di che cosa?
E nell’interesse di chi? ma non ce lo diranno mai, sarà secretato a vita, stattene certi!
Io, ma non sono solo, penso alle banche le quali, con tutti quei soldi accumulati e rastrellati dalle tasche dei cittadini, dovranno affrontare chi sa ancora quali catastrofi, naturali o meno, dentro le quali ci saranno sempre le azioni di pochi che vorranno governare milioni di persone senza rendersi conto che le stanno portando direttamente alla fame. E Grecia docet!
Ma questa mia è una piccola piccolissima sintesi di quel pensiero che mi ha davvero aggredito dopo aver appreso di questo Nobel per la Pace regalato all’Unione Europea, ben sapendo che questa, forse, s’è fatta raccomandare dalla signora Lagarde, sì, l’altra francese che ha sostituito quel suo connazionale, un altro signore senza problemi di euri.
La signora Lagarde guarda all’Europa, ai suoi conti che vuole sempre più controllati, ha paura che, una volta in pensione, non possa trovare sufficienti comodità nel suo vecchio continente, in pace ma sempre in guerra, seppure senza armi.
Alla faccia del Nobel!
Featured image, bandiera dell’Unione Europea.
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