Due sentenze storiche, per quanto riguarda le lotte della comunità omosessuale, sono arrivate nell’arco di poche ore dal Parlamento Europeo prima e dalla Corte di Cassazione poi.
E’ stata approvata, infatti, ieri all’Eurocamera di Strasburgo una risoluzione sulla parità tra donne e uomini all’interno della Comunità Europea (presentata dalla radicale di sinistra olandese Sophie in’t Veld e fortemente osteggiata dai Popolari Europei) che impone agli Stati membri di non dare “definizioni restrittive di famiglia” allo scopo di negare protezione alle coppie gay e ai loro figli.
Oggi, invece, i giudici della Corte di Cassazione hanno depositato una sentenza (relativa al ricorso presentato da una coppia omosessuale sposata nei Paesi Bassi ma non riconosciuta in Italia) in cui si afferma che le coppie costituite da persone dello stesso sesso “non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero” ma hanno comunque “il diritto alla vita familiare e a vivere liberamente una condizione di coppia” e devono comunque avere “un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.