Ai tempi di Moro e Berlinguer, Almirante e De Martino c'era Tribuna Politica. Ugo Zatterin, mezzobusto storico della trasmissione elettorale della Rai, dice: “Noi non potevamo neppure sorridere”. Guai, infatti, a mostrare apprezzamento per ciò che veniva detto o non detto in trasmissione, guai a dare 10 secondi in più a un politico piuttosto che a un altro. Oggi è diverso. Se si da l'occasione a due competitor di confrontarsi in diretta, ci scappano immancabilmente schiaffi e vaffanculo. Il tono è sguaiato, i personaggi inguardabili, si parlano addosso e parlano addosso agli altri. Il metodo Brunetta, quello dell'interruzione sistematica dell'avversario con ripetizione in loop di affermazioni senza senso, la fa ancora da padrone nonostante la macchietta sia chiara, scoperta e ci abbia fracassato i cabasisi. Oggi una campagna elettorale la si struttura in offese e urla, comizi camuffati da tour e quindi a pagamento, comparsate televisive da Fazio e alla Prova del cuoco. Ma il momento in cui si rende al massimo, mettendo in campo il peggior repertorio cabarettistico, è quello delle dirette televisive dei lavori di deputati e senatori. Lì, in quel contesto così solenne, accade di tutto e se fossero solo i cefali di Buonanno, potremmo farcene una ragione. Invece no, c'è di peggio e il peggio sono le manifestazioni eclatanti di protesta quando da protestare non c'è nulla o non ci sarebbe nulla di così grave da dare fuori di testa come serial killer in crisi di vittime. Ieri ad esempio, alla Camera e al Senato è accaduto di tutto. Da una parte i grillini che prima approvano (in commissione) la legge sul voto di scambio, poi, in aula, danno a tutti dei mafiosi. Dall'altra i leghisti che sparano pallettoni dum dum a Angelino Alfano che canta il de profundis della Bossi-Fini, la legge dei mitragliatori e degli affondamenti dei barconi di profughi. Il tutto, ovviamente, in diretta televisiva altrimenti ognuno si farebbe i cazzi suoi. C'è da dire che Lega e M5S stanno perseguendo lo stesso obiettivo, aumentare il bacino elettorale: la Lega per non scomparire, i 5S per arrivare secondi e dare l'addio definitivo al bipolarismo. Ma entrambi non hanno fatto i conti con un avvenimento che potrebbe ancora una volta scompigliare il gioco e mischiare le carte. Sta tornando in campo Silvio, l'uomo per il quale la legge è uguale un po' di più. E quando Silvio gioca i risultati diventano imprevedibili. Consola il fatto che le liste europee diForza Italia grondano novità: Toti, Fitto, Miccichè, la Gardini, Tajani e, udite udite, Clemente Mastella, sì, proprio lui, non è un omonimo. Spiccano due candidature dell'ultima ora, Alessandro Cecchi Paone e Ylenia Citino, tronista di Uomini e donne e allora, vai con Forza Italia... C'è da dire che la signorina Pascale sta imbottendo Silvio di bromuro, ma non per paura di qualche corno (ormai... ndr) ma per non fargli insultare i giudici durante gli infuocati, ultimi comizi. Francesca sa che se Silvio lo facesse, se lo ritroverebbe tutti i giorni a casa ai domiciliari. Pericolo da scongiurare ricorrendo a tutti i mezzi, leciti e chimici.
Magazine Politica
Europee 2014. Cosa non si fa per un pugno di voti, e sta arrivando Silvio. Quanto ci manca la vecchia, cara “Tribuna politica”
Creato il 17 aprile 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Ai tempi di Moro e Berlinguer, Almirante e De Martino c'era Tribuna Politica. Ugo Zatterin, mezzobusto storico della trasmissione elettorale della Rai, dice: “Noi non potevamo neppure sorridere”. Guai, infatti, a mostrare apprezzamento per ciò che veniva detto o non detto in trasmissione, guai a dare 10 secondi in più a un politico piuttosto che a un altro. Oggi è diverso. Se si da l'occasione a due competitor di confrontarsi in diretta, ci scappano immancabilmente schiaffi e vaffanculo. Il tono è sguaiato, i personaggi inguardabili, si parlano addosso e parlano addosso agli altri. Il metodo Brunetta, quello dell'interruzione sistematica dell'avversario con ripetizione in loop di affermazioni senza senso, la fa ancora da padrone nonostante la macchietta sia chiara, scoperta e ci abbia fracassato i cabasisi. Oggi una campagna elettorale la si struttura in offese e urla, comizi camuffati da tour e quindi a pagamento, comparsate televisive da Fazio e alla Prova del cuoco. Ma il momento in cui si rende al massimo, mettendo in campo il peggior repertorio cabarettistico, è quello delle dirette televisive dei lavori di deputati e senatori. Lì, in quel contesto così solenne, accade di tutto e se fossero solo i cefali di Buonanno, potremmo farcene una ragione. Invece no, c'è di peggio e il peggio sono le manifestazioni eclatanti di protesta quando da protestare non c'è nulla o non ci sarebbe nulla di così grave da dare fuori di testa come serial killer in crisi di vittime. Ieri ad esempio, alla Camera e al Senato è accaduto di tutto. Da una parte i grillini che prima approvano (in commissione) la legge sul voto di scambio, poi, in aula, danno a tutti dei mafiosi. Dall'altra i leghisti che sparano pallettoni dum dum a Angelino Alfano che canta il de profundis della Bossi-Fini, la legge dei mitragliatori e degli affondamenti dei barconi di profughi. Il tutto, ovviamente, in diretta televisiva altrimenti ognuno si farebbe i cazzi suoi. C'è da dire che Lega e M5S stanno perseguendo lo stesso obiettivo, aumentare il bacino elettorale: la Lega per non scomparire, i 5S per arrivare secondi e dare l'addio definitivo al bipolarismo. Ma entrambi non hanno fatto i conti con un avvenimento che potrebbe ancora una volta scompigliare il gioco e mischiare le carte. Sta tornando in campo Silvio, l'uomo per il quale la legge è uguale un po' di più. E quando Silvio gioca i risultati diventano imprevedibili. Consola il fatto che le liste europee diForza Italia grondano novità: Toti, Fitto, Miccichè, la Gardini, Tajani e, udite udite, Clemente Mastella, sì, proprio lui, non è un omonimo. Spiccano due candidature dell'ultima ora, Alessandro Cecchi Paone e Ylenia Citino, tronista di Uomini e donne e allora, vai con Forza Italia... C'è da dire che la signorina Pascale sta imbottendo Silvio di bromuro, ma non per paura di qualche corno (ormai... ndr) ma per non fargli insultare i giudici durante gli infuocati, ultimi comizi. Francesca sa che se Silvio lo facesse, se lo ritroverebbe tutti i giorni a casa ai domiciliari. Pericolo da scongiurare ricorrendo a tutti i mezzi, leciti e chimici.
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