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Europee, i candidati alla Presidenza UE

Creato il 21 maggio 2014 da Candidonews @Candidonews

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Piccola guida su chi sono i candidati alla Presidenza UE e sui cambiamenti arrivati con questa elezione europea:

Huffington Post
Chi sono i candidati?

Vedendo nelle parole del Trattato un’occasione di “fare politica” a livello europeo, i partiti politici europei hanno colto la palla al balzo e non hanno aspettato di essere consultati dai Capi di Stato e di Governo. Hanno preso l’iniziativa nominando i propri candidati alla Presidenza della Commissione.

Così, il PPE (Partito Popolare Europeo, di cui fanno parte Forza Italia, NCD, Popolari per l’Italia e – ma probabilmente non per molto – Fratelli d’Italia) ha nominato in marzo Jean-Claude Junker, ex-premier lussemburghese e a capo dell’eurogruppo durante i primi anni della crisi. Il PSE (Partito Socialista Europeo, di cui fa parte il PD) ha scelto Martin Schulz, attuale Presidente del Parlamento europeo.
I Liberali (di cui oggi fa parte l’IDV, e Scelta Civica che ha dato il suo appoggio al candidato) hanno invece optato per l’ex-premier belga Guy Verhofstadt. I Verdi hanno due candidati, risultato di una primaria online: il francese ed ex-attivista anti-OGM José Bové, e la tedesca Ska Keller. Il gruppo della Sinistra Unitaria (GUE), infine ha scelto il volto della sinistra radicale greca “anti-austerity” Alexis Tsipras. Scelta sostenuta, in Italia, dalla lista Tsipras che include anche il partito di Nichi Vendola.

Ma si cambia davvero?

Sì, perché per la prima volta nella storia dell’Europa, la campagna non si giocherà solo sulla dimensione nazionale: questa volta i cittadini sapranno che il loro voto non determinerà solo la scelta dei parlamentari, ma anche quella di chi guiderà il governo dell’Europa. Il meccanismo è più familiare per tutti noi, e questo potrebbe contribuire ad aumentare la partecipazione, combattendo il grande nemico di tutte le elezioni europee: l’astensione.

Inoltre per la prima volta il Presidente della Commissione dovrà rispondere direttamente al Parlamento che lo elegge, e quindi davanti ai cittadini, ancor prima che ai governi che lo nominano. Il Presidente dovrà inoltre volta convincere la sua maggioranza instaurando un meccanismo che tenderà a polarizzare il dibattito, rendendo la politica europea più chiara e più trasparente agli occhi dei cittadini.


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