E’ una buona squadra quella olandese, forse non ha grosse individualità ma è messa benissimo in campo, fa del possesso di palla il suo marchio di fabbrica e lascia pochissimi spazi. Il risultato è che gli azzurrini sono costretti a giocare di rimessa e nel primo tempo, pur non subendo particolari pericoli, vedono la porta solo in un paio di occasioni nella quali in occasione di una ripartenza Ciro Immobile prima e Borini poi sfruttano la loro velocità ma difettano nella conclusione, in entrambi i casi da posizione defilata.
E’ partita da coltello tra i denti, agonismo a mille, bulloni affilati. Nel secondo tempo l’Italia esce alla distanza e trova i suoi momenti migliori quando Ciro Immobile lascia il posto a Manolo Gabbiadini. Tra cartellini gialli sventolati, giustamente, a destra e manca, si arriva al fulmine intorno alla mezz’ora della ripresa: sul vertice sinistro dell’area olandese, Insigne dribbla e mette un pallone al centro per Borini che seppure con un macchinoso controllo riesce a liberarsi al tiro in mezzo alla difesa arancione, un diagonale e il portiere Zoet è superato. Il centravanti del Liverpool segna la rete che porta l’Italia in finale. L’ultimo quarto d’ora è un assalto veemente degli olandesi con Bardi che si trasforma in un muro a difesa dell’atto conclusivo che si avvicina minuto dopo minuto.
Sarà la Spagna l’avversaria nella finale di martedì a Gerusalemme; i campioni in carica hanno sconfitto 3-0 la Norvegia, con reti di Rodrigo (46′ pt), Isco (42′ st) e Morata (48′ st), nella prima semifinale giocata nel pomeriggio a Netanya.