Un tema importantissimo e talmente vasto da non poterlo certamente esaurire in un post, è quello dell'eutanasia. Oggi, navigando per internet, ho trovato casualmente un video in cui una donna raccontava in poche parole la sua esperienza di dolore. Affetta da una lesione al fegato, i medici le comunicano che l'operazione a cui era stata sottoposta, era stata inutile e che non c'era più niente da fare. La protagonista del video afferma che era morta proprio quel giorno. Decide quindi di andare in Svizzera e sottoporsi all'eutanasia. Brevemente descrive il dramma di quella decisione. Non è semplice da p
rendere, in quanto, sia soffrendo fino in fondo che andando in Svizzera, il traguardo rimaneva sempre quello della fine della vita. Quanti interrogativi emergono da questo video! Non sono esauribili in poche parole, perché tocchiamo il tema più importante per l'uomo: il senso del dolore e intrinsecamente della vita. Tanto tempo fa, avevo una bambolina accompagnata da alcuni aforismi che leggevo continuamente perché erano zeppi di ideali e densi di possibili riflessioni. Fra questi mi aveva colpito maggiormente uno che affermava che la vita era degna di essere vissuta fino in fondo perché tutte le cose semplici sono quelle che le danno valore, come ad esempio un sorriso.Soffrire e vedere gli altri soffrire rimane molto difficile, ci vuole molto coraggio. Tuttavia è possibile farlo e ci sono stati molti esempi: Chiara Badano, Mario Filippo Bagliani, Daniela Zanetta e tanti altri. Erano giovani che hanno saputo affrontare il dolore e la morte proprio perché amavano tanto la vita. Quando si ama e si desidera la vita eterna, si vive più profondamente e intensamente quella terrena. A volte si vuole abbandonare la battaglia in quanto si è soli e non si hanno motivazioni forti per continuare a vivere. Loro, quei giovani eroi, avevano una motivazione molto forte: la fede, la presenza tangibile di Dio che non ha cancellato dalla loro vita il dolore, ma gli ha dato un senso. È da specificare che anche dal punto di vista medico, in Italia, ci sono alcuni mezzi che possono aiutare a vivere dignitosamente gli ultimi dolorosi momenti della propria vita. Mario Filippo Bagliani si sottopose alle cure palliative. Egli visse fino in fondo, a soli 19 anni, la sua malattia e giunto ormai alla fine, quando i fantasmi dei propri incubi minacciavano la sua serenità, decise, confrontandosi con il suo direttore spirituale, di sottoporsi a queste cure che non acceleravano l'avvento della morte, ma toglievano quel dolore che a lungo andare lo avrebbero fatto impazzire. Ricordiamo come anche santa Teresina, alla fine della sua vita, consigliò di non lasciare nessuna medicina vicino al malato terminale, sottintendendo che questo avrebbe costituito per lui una tentazione, quella del suicidio. La terapia del dolore lo traghettò serenamente all'altra sponda dove Maria e Gesù, insieme con suo papà già morto per lo stesso male, lo stavano aspettando. Quanto bene ci sarebbe da fare! Stare vicino ai malati terminali, è una grande missione, poiché li aiuta ad accettare il dolore e la morte, senza consegnarsi all'eutanasia.