Eva Green. La donna del peccato. Nella città del peccato

Creato il 09 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

THE FACE – IL VOLTO DEL MESE: OTTOBRE 2014 – EVA GREEN

“Recitare è un modo per esteriorizzare tutta la merda che ho dentro. Gridare, piangere e ridere sullo schermo è quasi come la magia nera. Sono una sognatrice, e questo è il lavoro giusto per me. Il set è l’unico luogo dove posso esprimermi completamente” – Eva Green

Si dice che spesso il nostro destino sia nel nome. Eva Green ha il nome della compagna di Adamo, dell’artefice del peccato originale. Sarà un caso. O forse sarà per il suo aspetto fisico. Ma Eva Green, sin dalla prima volta che l’abbiamo vista sul grande schermo, in The Dreamers di Bernardo Bertolucci, sembra nata apposta per trascinare chi incontra verso la perdita dell’innocenza, la traviazione, il peccato. È la classica donna pericolosa e irresistibile: sai che ti porterà alla rovina, ma non puoi fare a meno di avvicinarti. In The Dreamers (che i suoi genitori le sconsigliarono vivamente di girare, per non bruciare la sua carriera come fece Maria Schneider con Ultimo tango a Parigi), sconvolgeva la vita del giovane Michael Pitt attirandolo in un gioco perverso insieme al proprio fratello. Ma la ricordiamo soprattutto come la prima, e l’unica donna in grado di far perdere la testa e il cuore a James Bond, quello con il volto da duro di Daniel Craig, in Casino Royale. La sua Vesper Lynd attirava Bond con la sua fragilità per poi tradirlo. È per colpa di quella ferita, ci suggerisce il film, che 007 è diventato quello che è diventato.

È più o meno quello che succede in Sin City – Una donna per cui uccidere, in cui Eva Green è Ava Lord, la donna per cui uccidere del titolo. Una vera dark lady che sembra uscita dai noir anni Quaranta, una Barbara Stanwick in versione sovrannaturale, potenziata dal gioco di pixel e matita di Rodriguez e Miller. Il gioco di stilizzazione in bianco e nero dei due registi non fa che enfatizzare la bellezza irresistibile e pericolosa di Eva. A Sin City la chiamano la Dea. “La Dea non ha alcun amante. La Dea fa degli uomini ciò che vuole”. Eva/Ava entra in scena in un lungo cappotto blu, unico colore ammesso in quella scena, come poi a risplendere saranno i suoi occhi verde smeraldo e le sue labbra rosse nel mondo in bianco e nero di Miller. Gli occhi vividi e taglienti, enfatizzati dal kajal che ne continua la linea, il profilo acuminato, il sorriso arcaico che in pochi secondi sa diventare beffardo dietro a quelle labbra rosso fuoco, il seno prorompente e impertinente: Eva è tutto questo. Lunghi capelli neri e carnagione chiara, Eva Green in Sin City è quasi sempre nuda. Miller e Rodriguez amano giocare con il suo corpo, riflettendolo in maliziosi giochi d’acqua e celandolo in un gioco di vedo/non vedo tra le luci e le ombre delle tapparelle, a tratti svelandolo quasi completamente.

“Nelle vene ho sangue turco, algerino, svedese e spagnolo. Mi sento una cittadina del mondo. La vita e il cinema non hanno confini” – Eva Green

Perfetta dark lady, Eva Green doveva apparire anche in Black Dahlia, nel ruolo che poi è andato a Hilary Swank. È stata lei a rinunciarci per non rimanere ingabbiata in un clichè. Ma, come gli uomini nei suoi film non riescono a staccarsi da lei, lei non riesce a staccarsi da quel ruolo. E così ci è tornata in Sin City. Il suo sex appeal è difficilmente contenibile. A frenarlo ci ha provato Tim Burton nel suo Dark Shadows, rinchiudendo Eva in un personaggio ironico, quello della strega, Angie, che nelle sue mani diventa irreale, astratto, come una bambola di porcellana pronta a essere mossa dal suo burattinaio. Ma anche a rompersi, letteralmente… Sì, la strega, buona o cattiva, è un altro ruolo che Eva in questi anni ha frequentato spesso: oltre al film di Burton, l’abbiamo vista così ne La bussola d’oro e nella serie tv Camelot. Anche in tv Eva Green ama frequentare l’horror, quello legato alla classica letteratura inglese e alla Londra vittoriana di Penny Dreadful. Al cinema di recente l’abbiamo vista, ancora nuda, ancora sexy e pericolosa, in 300 – L’alba di un impero, prequel, sequel e midquel di 300, la famosa graphic novel di Frank Miller. La sua Artemisia fa l’amore come se andasse in guerra.

“È così bella che è indecente”, disse di lei Bertolucci, che la lanciò. Deve averlo pensato anche la Motion Picture Association of America, che ha censurato il primo poster di lancio di Sin City – Una donna per cui uccidere, disegnato da Rodriguez, che la raffigurava: il vestito era troppo trasparente e lasciava intravvedere un capezzolo. Non ha paura del nudo, evidentemente, Eva Green. Ed è anche per questo che per il ruolo di Ava Lord, estremamente scabroso, ha sbaragliato la concorrenza di Angelina Jolie, Salma Hayek, Rose McGowan, Rachel Weisz, Scarlett Johansson, Anne Hathaway, Michelle Williams e Jennifer Lawrence. Eva sullo schermo è sempre cattiva, o quasi. È spesso un villain anche Marton Csokas, conosciuto sul set de Le crociate, che in Sin City recita nel ruolo del marito di Ava Lord, e che è stato suo compagno nella vita dal 2005 al 2009. “Il lavoro è finito, la puttana è morta” esclamava a proposito di Vesper Lynd il Bond di Daniel Craig, alla fine di Casino Royale. I suoi amanti sullo schermo spesso non solo gentili con Eva. Ma fa parte del gioco. Come scriveva Catullo, odi et amo.

“In The Dreamers c’era una scena in cui il mio personaggio doveva perdere la verginità. Ho dovuto ricordare cosa ho provato quando ho fatto sesso la prima volta. Io, che sono riservata nella vita reale, sono rimasta sorpresa di me stessa. Mi è stato chiesto se avessi bisogno di un po’ di alcol prima di alcune scene. Ammetto che ho bevuto un po’ di whisky.” – Eva Green

È THE FACE del mese di ottobre perché: è la prima donna che ha spezzato il cuore di James Bond. Oggi è la perfetta dark lady 2.0, una donna da noir aggiornata all’era del cinema digitale. In Sin City – Una donna per cui uccidere esce letteralmente dallo schermo. E non perché il film è in 3D.

di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net





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