Isabel Allende dimostra, anche in Eva Luna, le proprie doti di narratrice. Una lettura che vorrei segnalare per il Venerdì del libro di oggi.Mi è sembrato di ritrovare nella protagonista del racconto molte caratteristiche dell'autrice, non dal punto di vista personale quanto nella sua abilità - sua di Eva - di inventare e raccontare storie.Eva ha una dote naturale per inventare e raccontare storie che si intrecciano con la realtà del tempo. Che si intrecciano con il quadro socio-politico dell'epoca in cui il libro è ambientato.
La voce narrante è proprio quella di Eva: figlia di una coppia di diseredati, fin da piccola impara a cavarsela da sola con, sullo sfondo, un paese oppresso dalla dittatura e da tutto ciò che ne consegue.Eva diventerà una donna forte, di carattere, che avrà molte prove da superare prime di arrivare alla maturità.
La presenza di una figura femminile forte (a dire il vero le figure femminili sono più d'una, che gravitano attorno ad Eva) non è una novità per chi conosce lo stile della Allende che sempre, almeno nei suoi libri che ho fino ad ora letto, riscatta le donne creando personaggi indimenticabili.
Così come non sono una novità i continui riferimenti storici che in questo libro, più che in altro, sono molto marcati e sono parte integrante delle avventure che vive la protagonista.
Eva Luna non si lascia mai andare, nemmeno quando le circostanze sono a lei poco favorevoli. Si lascia coinvolgere emotivamente in modo travolgente e non nasconde le sue fragilità così come i suoi punti di forza.
Le capacità narrative della Allende non sono messe in dubbio, assolutamente. E' capace di raccontare storie con passione, con tanti particolari, caratterizzando al meglio i personaggi e senza annoiare. I suoi libri, parlo al plurale perchè è una caratteristica che ho trovato anche in precedenza, non hanno bisogno di grandi caratteri per arrivare ad avere tante pagine visto il ricco contenuto proposto. I caratteri usati nell'edizione che ho avuto io tra le mani - Universale Economica Feltrinelli - sono piccoli e le pagine piene zeppe di parole tanto che ho avuto l'impressione che leggere 266 pagine di questo libro equivalesse al doppio di pagine di tanti altri libri con caratteri più grandi, con tanti spazi tra una frase e l'altra.
Come narratrice la Allende non mi ha delusa ma mi ha delusa, in parte, la storia. Alla fine ho avuto la sensazione che alcune questioni restassero in sospeso, senza una fine e senza una evoluzione come, invece, mi sarei aspettata. So che il libro successivo a questo è Eva Luna racconta e può darsi - non l'ho ancora letto - che ciò che resta in sospeso questa volta trovi la sua naturale evoluzione più avanti ma se dovessi fermarmi a giudicare Eva Luna, cosa che ho intenzione di fare, non posso che restare con un po' di amarezza e di curiosità insoddisfatta.
Poste le mie osservazioni sopra espose, la Allende si legge comunque con piacere. Su questo non ho dubbi nemmeno stavolta ma mi sento anche di dire che non siamo ai livelli de La casa degli spiriti.
Questa lettura mi ha fatto compagnia nel periodo natalizio e con essa partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 2: un libro del mio autore preferito.