Eva's Milk, power trio piemontese con già due dischi all'attivo (“Cassandra E Il Sole Che Oscura”, “Zorn”), si svincolano dalle etichette discografiche che li hanno seguiti fino ad ora per pubblicare in completa autonomia i dodici brani di questo omonimo
Eva's Milk. L'album, senza discostarsi in maniera particolare da quanto proposto in passato, mette insieme l'amore per l'indie rock italiano con il grunge e l'alternative rock americano di metà anni '90.Con l'iniziale
Pendulum gli
Eva's Milk tentano di trascinarci in mezzo alla polvere del deserto americano (chitarra, basso e batteria danno vita ad atmosfere quasi da film western), ma già la successiva
Odio I Rockets cambia completamente direzione, schiantandosi nelle nostre orecchie con la sua ingestibile forza d'impatto.
Le melodie distese di
Patti Coi Luciferi, mostrando qualche affinità con il suono degli
Zen Circus, scivola leggera sopra gli accordi di chitarra, mentre lo sludge metal in odore di
Melvins di
Consolamentum, si scioglie nel fresco e disteso procedere di
Justine e nell'accattivante procedere de
Il Mare Sordo (il pezzo meglio riuscito dell'intero lotto).
Toy Boy, invece, mescolando di nuove le carte in tavola, tra melodie piuttosto semplici e grasse chitarre distorte, apre al punk rock in stile
Tre Allegri Ragazzi Morti de
L'Orrore Si Veste Sottile e al grunge à la
Verdena di
Badishù.
Doombooh, infine, scoordinata e disorientante, ci tortura per quasi cinque minuti, prima di dissolversi nelle leggere note della strumentale
Fontanelle e nella lenta emotività della conclusiva
Lì E' il Domani.Il terzo capitolo degli
Eva's Milk non è certamente da buttare via, però, tra melodie a tratti sin troppo semplici, sonorità riconducibili ad altre band e arrangiamenti quasi mai curati, non si può sperare di andare oltre la sufficienza. I dodici brani presentati, infatti, dando l'impressione di navigare fin troppo nella mediocrità, né stupiscono né coinvolgono, lasciando l'ascoltatore piuttosto a bocca asciutta. Una mezza delusione.Tracklist:
01. Pendulum
02. Odio I Rockets
03. Patti Coi Luciferi
04. Consolamentum
05. Justine
06. Il Mare Sordo
07. Toy Boy
08. L'Orrore Si Veste Sottile
09. Badishù
10. Doombooh
11. Fontanelle
12. Lì E' Il Domani
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Recensione
- Etichetta: Autoprodotto
- Anno: 2014
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Tweet Gli Eva’s Milk, power trio piemontese con già due dischi all’attivo (“Cassandra E Il Sole Che Oscura”, “Zorn”), si svincolano dalle etichette discografiche che li hanno seguiti fino ad ora per pubblicare in completa autonomia i dodici brani di questo omonimo Eva’s Milk. L’album, senza discostarsi in maniera particolare da quanto proposto in passato, mette insieme l’amore per l’indie rock italiano con il grunge e l’alternative rock americano di metà anni ’90.
Con l’iniziale Pendulum gli Eva’s Milk tentano di trascinarci in mezzo alla polvere del deserto americano (chitarra, basso e batteria danno vita ad atmosfere quasi da film western), ma già la successiva Odio I Rockets cambia completamente direzione, schiantandosi nelle nostre orecchie con la sua ingestibile forza d’impatto.
Le melodie distese di Patti Coi Luciferi, mostrando qualche affinità con il suono degli Zen Circus, scivola leggera sopra gli accordi di chitarra, mentre lo sludge metal in odore di Melvins di Consolamentum, si scioglie nel fresco e disteso procedere di Justine e nell’accattivante procedere de Il Mare Sordo (il pezzo meglio riuscito dell’intero lotto).
Toy Boy, invece, mescolando di nuove le carte in tavola, tra melodie piuttosto semplici e grasse chitarre distorte, apre al punk rock in stile Tre Allegri Ragazzi Morti de L’Orrore Si Veste Sottile e al grunge à la Verdena di Badishù.
Doombooh, infine, scoordinata e disorientante, ci tortura per quasi cinque minuti, prima di dissolversi nelle leggere note della strumentale Fontanelle e nella lenta emotività della conclusiva Lì E’ il Domani.
Il terzo capitolo degli Eva’s Milk non è certamente da buttare via, però, tra melodie a tratti sin troppo semplici, sonorità riconducibili ad altre band e arrangiamenti quasi mai curati, non si può sperare di andare oltre la sufficienza. I dodici brani presentati, infatti, dando l’impressione di navigare fin troppo nella mediocrità, né stupiscono né coinvolgono, lasciando l’ascoltatore piuttosto a bocca asciutta. Una mezza delusione.
Tracklist:
01. Pendulum
02. Odio I Rockets
03. Patti Coi Luciferi
04. Consolamentum
05. Justine
06. Il Mare Sordo
07. Toy Boy
08. L’Orrore Si Veste Sottile
09. Badishù
10. Doombooh
11. Fontanelle
12. Lì E’ Il Domani
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