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Evangelisti e Battisti Santi subito. Guest star: Steve Workers – un racconto satirico di Iannozzi Giuseppe

Creato il 11 ottobre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Evangelisti e Battisti Santi subito

Guest star: Steve Workers

di Iannozzi Giuseppe

Evangelisti e Battisti Santi subito. Guest star: Steve Workers – un racconto satirico di Iannozzi Giuseppe
Evangelisti alza la cornetta del Bigrigio. Infila il dito unghiuto nei fori del disco. Compone un numero lunghissimo. A forza di spararsi numeri con il Bigrigio gli è venuto il tunnel carpale, ma stringe i denti e ingoia il bolo di dolore. Dall’altro capo Nessuno risponde. O meglio, tossisce sputando sangue.
Evangelisti tossisce pure lui, però si accende una nazionale senza filtro.
Per cinque minuti buoni Evangelisti e Nessuno tossiscono nelle rispettive cornette del loro Bigrigio, originale al cento per cento, pura tecnologia anni Ottanta.
Dopo gli scambi di tosse, finalmente Evangelisti accenna un saluto: “Compagno Nessuno, morituri te salutant”.
“Uguale uguale per me”.
“Come stai messo?”
“Terminale”.
“Pure io”.
“Ma siamo ancora qui. Sono anni che ci hanno dati per spacciati”, risponde sprezzante Nessuno.
“I dottori non capiscono un cazzo”, gli fa cavernosa eco Valerio: “Una testa di cazzo ha persino scritto che ero morto, ci credi?”
Evangelisti e Battisti Santi subito. Guest star: Steve Workers – un racconto satirico di Iannozzi Giuseppe
“Cazzo, ci credo eccome”, tossisce Nessuno nettandosi con la mano il sangue nero che copioso gli scivola dalle labbra sul mento: “Sempre quel cazzo di troll…”.
“Sempre lui, sì. Meriterebbe una bella lezione. Una lezione alla vecchia maniera”.
“Lo facciamo gambizzare?”, urla nella cornetta il compagno Nessuno.
“Ci sto pensando. Non lo reggo più”.
“Compagno Valerio, ordina e sarà fatto”, sputa tutto eccitato Nessuno.
Valerio tossisce. Scatarra. Vomita sangue. Infine risponde: “Dai l’ordine. Dì ai nostri di sparargli alle ginocchia. Lo voglio su una sedia a rotelle, con le ginocchia fottute”.
Nessuno sbava e vomita sangue nero felice come una pasqua: “Compagno Valerio, sarà fatto secondo i tuoi ordini”.
“Molto bene. Quel bastardo… quel bastardo ha osato dire che il nostro Cesare Battisti è colpevole. Fosse per me gli sparerei dritto in fronte…”.
“Si può fare”, ansima Nessuno nella cornetta del telefono grigio.
“Non ora. Ma un giorno lo faremo fuori, è questo che merita”.
“Compagno, facciamolo secco oggi”, incalza Nessuno.
“No, daremmo troppo nell’occhio. Ma mi raccomando: gli devi far saltare le ginocchia come dio comanda, non solo i legamenti crociati. Dì ai nostri di spappolargliele. Condilo mediale. Condilo laterale. Tendine popliteo… Tutto, per dio. Deve passare il resto dei suoi giorni a trascinarsi mendicante con una carrozzella”.
“Compagno Valerio, i nostri faranno un lavoretto coi fiocchi, non dubitare”.
Valerio, per la felicità, ha un attacco ischemico transitorio che gli dura un minuto buono.
Ripresosi un poco, con una vocina luciferina, borbotta: “Ora passiamo ad altro…”.
Nessuno gli risponde dall’altro capo del Bigrigio vomitando sangue nero.
Risate.
Risate su risate.
Valerio e Nessuno scoppiano in una risata che quasi li ammazza.
E’ Nessuno a riprender fiato per primo: “Le Mele Marce sono pronte sull’attenti: credere obbedire combattere”.
Valerio ridacchia: “Bene, allora comanda a Steve Workers di far arrivare al nostro amatissimo Cesare il denaro di cui ha bisogno”.
“Quanto?”
“Non meno di 50.000 Euro”.
“Sono un po’ tanti!”
“Non sono mai abbastanza. Cesare se la passa male, davvero male. E’ un rifugiato politico, in Brasile. Ti rendi conto?”
Nessuno si pente subito: “Compagno Valerio, chiedo perdono. Non c’è problema”.
“Ce li hai tutti, vero?”
“Non tutti, ma ho dieci ex sessantottine pronte a darla via. Stanotte rimedieranno i soldi che ci mancano”.
“Nessuno, assicurami che ce la faranno a tirar su i soldi che servono a Cesare. Voglio sentirtelo dire”.
“Non ti preoccupare, compagno. Non si risparmieranno: bocca culo figa”.
“Bene, molto bene”.
Silenzio.
Dopo mezzo minuto, Evangelisti vuol sapere: “Dieci hai detto?”
“Dieci”.
“Bone?”
“Ex sessantottine, compagno”.
“Vale a dire che non sono di primo pelo”.
“Se è per questo nemmeno di secondo o terzo…”.
“In pratica sono delle vecchie battone”, sentenzia Valerio iracondo.
“Compagno, è il meglio che passa il convento. Comunque sono disposte a tutto”.
Valerio non è convinto: “Non è sufficiente”.
“Compagno, te ne mando una così la monti tu stesso e ti renderai conto di quanto è forte il loro spirito di sacrificio”.
Valerio sbotta subito: “Nooo… non ce n’è bisogno. Lascia stare. Diciamo che mi fido di te e delle tue battone, compagno Nessuno… E poi devo ancora chiamare il Moresco per quella faccenda in sospeso… or come ora non ho proprio il tempo di sfondare il culo a nessuno”.
“Quel Moresco?!”
“Sì, proprio lui, lo stupratore di minorenni”.
“E’ nei guai?”
“Ha messo incinta una sciacquetta. Devo trovargli un cinese del cazzo che la faccia abortire in segreto. Gli voglio bene come a un fratello… ma quante volte gliel’ho detto che quando si sbatte le ragazzine deve starci attento, porco diavolo! Quante?”
“Compagno, il Moresco non lo fa apposta. E’ che da giovane tutte lo prendevano per i fondelli… lui ci soffre ogni volta che svergina una puttanella minorenne, lo sai anche tu che è un inguaribile romantico…”.
“E’ per questo che lo sento così tanto vicino a me”.
Fra Valerio e Nessuno si frappone un minuto vuoto d’imbarazzante silenzio.
E’ Nessuno a rompere il silenzio, con un vivace colpo di tosse: “Quel negro ti piace davvero tanto”.
“Insinui forse qualcosa?”
“Non mi permetterei mai. E’ solo che quel negro di Moresco ti piace, per le sue idee. E’ un fratello per te. Questo intendevo”.
Evangelisti dall’altro capo del Bigrigio sorride compiaciuto: “E’ proprio come dici, Nessuno”.
Nessuno tace.
Tace per un paio di minuti con la cornetta del Bigrigio attaccata all’orecchio: ascolta i micidiali colpi di tosse di Valerio. Fra sé e sé pensa che ci sa fare Valerio, tiene un bel ritmo, come Jaco Pastorius. Alla fine Nessuno interrompe il concerto per tosse con broncospasmo e catarro: “Ma a chi vuoi più bene, al Moresco o a Steve Workers?”
Evangelisti e Battisti Santi subito. Guest star: Steve Workers – un racconto satirico di Iannozzi Giuseppe
Valerio, con un filino di voce: “Nessuno, i soldi per Cesare… non mi rompere i coglioni…”.
Nessuno insiste: “Però io deve sapere a chi dei due vuoi più bene”.
Evangelisti risponde con un sussurro mortuario: “Per me siete tutti compagni”.
Nessuno è deluso. Si illudeva che Valerio amasse Steve Workers come nessun altro. Lo ama sì, ma niente di più. Steve l’ha allevato lui in prima persona. E’ stato lui, Nessuno, ad allattarlo come una balia sin da quando era solo un neonato. Padre e madre di Steve sono il Nessuno Numero 1 e nessun altro. Lui l’ha tirato su e l’ha preparato alla vita negandogli l’infanzia la pubertà e l’adolescenza per farne un vero uomo, lo stalinista perfetto. Steve Workers è presto diventato grande grazie alle sue cure. Un giorno avrebbe preso il suo posto, e Valerio… non può pensarci, proprio non può. Una stanchezza improvvisa lo fa subito prigioniero. Lascia cadere la cornetta. Dall’altro capo Valerio grida come un ossesso, ma Nessuno non lo ascolta più… si limita a fissare con occhio amorevole il suo Steve Workers, il marcantonio che è diventato. Completamente nudo, con un asciugamano intorno ai fianchi, Steve fissa Nessuno con i suoi occhi nerissimi. Nessuno si avvicina a Steve, dimenticandosi del Bigrigio e di Valerio. E’ alto, altissimo, due metri e trenta centimetri, 140 chili, e un pene di una lunghezza eccezionale veramente, 44 centimetri a riposo. Steve Workers accarezza Nessuno sul capo. E anche Nessuno accarezza il figlio, non sulla testa però: vellica i suoi possenti pettorali, facendogli così scivolare l’asciugamano che sino a un secondo fa gli nascondeva le vergogne.
Accade. Accade e basta.
Prima di poter rendersene conto Nessuno è piegato a novanta gradi. Steve Workers gli ha strappato i pantaloni. E ora lo penetra con la sua enorme verga. Nessuno cerca invano di reprimere un urlo straziante di dolore. La verga di Steve Workers lavora sodo, di brutto. Steve Workers si lavora Nessuno per un’ora intera, poi lo abbandona agonizzante per terra e se ne va.
Dal Bigrigio Valerio continua a urlare. E’ un indemoniato.
Nessuno vomita sangue dalla bocca ma anche dabbasso.
Con uno sforzo sovrumano riesce a riprendere in mano la cornetta del Bigrigio e a portarsela all’orecchio. Prima di esalare l’ultimo respiro, con l’ultimo alito di vita che gli è rimasto, Nessuno grida nella cornetta: “Adesso… c’è Steve Workers… compagno, veditela con lui…”. Nessuno si spegne con un ghigno malefico dipinto sulle labbra impiastricciate di sangue e merda.

Steve Workers

Steve Workers

Valerio trema nonostante sia mummificato in tre coperte. La tosse gli squassa il petto, la testa gli duole, e come se tutto ciò non bastasse sono due settimane che non riesce a liberarsi l’intestino. Ha paura, teme che Steve Workers possa far irruzione nel cesso e dargli una ripassata, preferisce così correre il rischio di un blocco intestinale. E poi non ha tempo per le cagate, deve parlare con il Papa per la beatificazione di Nessuno Numero 1 e di Cesare Battisti; e non da ultimo deve spianare la strada per sé, perché lui, Valerio Evangelisti, vuole essere eletto Santo da vivo. No, non ha proprio tempo per le cagate. Ma il Bigrigio prende a squillare all’improvviso… Steve Workers???

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