Magazine Religione
Mario Monti, il nostro"Tecnopremier" ha sicuramente avuto molti meriti e nutro la speranza che, in futuro, i frutti delle sue politiche possano davvero migliorare la vita di tutti noi. La speranza rimane immutata, ma nel frattempo ci sono alcune cose che tendono a offuscarla. Qualche tempo dopo il suo inusuale insediamento, di fronte ad alcune scelte, sospesi il mio giudizio, anche in virtù del fatto che probabilmente le politiche attuate dal governo di tecnocrati avrebbe mosso delle leve, messo in moto meccanismi, assolutamente non convenzionali e quindi difficilmente criticabili da persone, come il sottoscritto, che di economia hanno una preparazione abbastanza elementare.
Mi giustificai, allora pensando che, ad esempio, con un diploma di Infermiere avrei potuto permettermi di criticare una cura dettata dalla superficialità del medico, ma non avrei mai potuto e dovuto dibattere su quale potesse essere la tecnica migliore per un operazione al cervello. Tuttavia, avanzai alcuni dubbi, in special modo quando, in prima battuta, il Governo azzardò una battaglia contro alcune categorie, ricordo ad esempio tassisti, avvocati e farmacisti. Si rivelò una Caporetto, con il Governo che dovette recedere non solo contro potenti lobbies (farmacisti e avvocati) ma persino contro i tassisti, i quali, tra l'altro, con tutti i problemi del paese, non sembravano davvero potere incarnare il concetto di emergenza da affrontare in modo prioritario. Ma tanto accadde e di tanto fallì. Successivamente scoprimmo che grazie al Governo avremmo dovuto lavorare all'incirca fino a 70 anni prima di poter godere della meritata pensione, il tutto ovviamente sperando di non perdere mai il lavoro (chi assumerebbe mai un 68enne ad esempio?), e sapendo già, a differenza dei nostri padri, di non poter fornire alcun supporto ai miei figli quando a loro volta avranno i loro, venendo meno alla funzione sociale, che per esperienza personale è fondamentale, dei nonni.
La tecnocrazia, dalla sua non ci ha messo molto a snaturare l'essenza dell'individuo, relegandola ad una "massa di", a secondo dell'argomento, contribuenti, forza lavoro e via dicendo.
Nel frattempo è aumentato di tutto, a parte lo spread e l'occupazione. Il Debito pubblico, giusto ieri, ha sfondato il tetto di duemila miliardi di euro (126% del PIL; negli anni 70 e ra sotto il 50%...) nonostante le tanto pubblicizzate "spending reviù".
Anche l'accorpamento delle Province sa di farsa: non verrà eliminato alcun ente; i palazzi continueranno ad esistere come "distaccamenti". Allo stato attuale potrebbe favorire solo il business dei fabbricanti di targhe da apporre agli edifici. In Italia si fa così, si cambiano i nomi e si pensa che cambi tutto.
Cambiare le parole per cambiare gli eventi è un operazione magica. E la magia, si sa, non esiste (non questa per lo meno).
Nessun privilegio delle caste è stato significativamente scalfito: i politici hanno le loro scorte, le loro auto blu, le loro immunità che, avrete notato, saltano solo quando il reo colpisce il suo stesso apparato. Collusi con la mafia che danneggiano il paese per cifre astronomiche (evitando di inserire anche i danni sociali) rimangono seduti al loro scranno, continuando imperterriti a legiferare, proporre deroghe, succhiare sangue. Ma se rubano soldi al partito, finiscono dentro (in effetti, la saggezza popolare ci spiega che non si può rubare in casa dei ladri).
Ho parlato di caste al plurale perché non nulla ha minimamente regolamentato l'attività delle speculazioni finanziarie, causa prima della crisi che stiamo vivendo.
Anche sul fronte evasione i risultati pur discreti, sono ben lontani da quelli paventati attraverso eclatanti proclami.
Anzi, sotto certi aspetti la cosa si fa paradossale. E' il caso della famosa IMU cui siamo stati tutti chiamati a pagare salvo alcuni enti per lo più in mano alla Chiesa.
Con la scusa di dover dirimere una cortina fumogena di leggi e leggine, deroghe, commi e quant'altro, per gli enti privati l'IMU è stata rimandata ed è in discussione ancor oggi.
Questo nonostante da tempo l'Europa, che viene tirata in ballo come mandante solo quando c'è da spremere la cittadinanza ma mai quando c'è da toccare i potentati, abbia minacciato multe per una legislazione discriminatoria troppo a favore delle associazioni religiose.
Da pochi giorni è in discussione la legge che dovrebbe far pagare l'IMU alla Chiesa per i suoi enti a non esclusivo carattere economico.
Non si capisce nulla, il che lascia intendere che stiano cercando di fare una legge inapplicabile e soggetta a continui ricorsi.
Per "carattere economico", l'Europa pare intendere che qualunque attività che fornisca beni o servizi, indipendentemente da un tornaconto, debba essere soggetto a tassazione. Ne deriverebbe che non sarebbero soggetti solo quegli enti (che il Vaticano insiste essere una "leggenda nera") che giacchè parzialemte dedicato a culto producano redditi, ma anche quei soggetti che forniscono gratuitamente servizi ma che nel farlo (magari anche solo con prezzari simbolici) si inseriscono nel mercato creando concorrenza . La Chiesa teme questo taglio e tira in ballo la Caritas che rischierebbe di chiudere anche quando è piuttosto chiaro che nel suo paniere vi sono immobili e attività fino ad ora esenti, e quando dico fino ad ora intendo anche che per l'anno in corso sono stati esentati per incapacità del governo di produrre una legge eguale per tutti nel tempo a disposizione.
Il rinvio all'anno prossimo potrebbe essere davvero dovuto alle difficoltà di districarsi nella selva burocratica e legislativa già citata, ma sia per l'estrazione culturale dell'attuale governo, sia per la composizione e per i comportamenti tenuti dai vari parlamentari in questi anni, il sospetto è che tale rinvio possa servire per fornire ai suddetti enti una riconversione che li faccia rientrare in qualche deroga o eccezione, permettendo loro in qualche modo di "programmare l'evasione". (Ovviamente non si tratterebbe più di evasione...)
Mi rendo conto che è pura dietrologia, ma il sospetto permane.
Staremo a vedere.
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