La modella e attrice supersexy per l'edizione inglese di GQ si confessa a Tgcom
Il fascino della città eterna sullo sfondo e la sensualità di Evelina Manna in primo piano. Per il numero speciale di maggio l’edizione inglese di GQ ha scelto la top model ed attrice italiana per parlare di quello che sta succedendo nel nostro Paese. Lei però difende l’Italia dall’accusa di essere solo il Paese del bunga bunga e a Tgcom svela i suoi progetti futuri.
Una donna italiana sulle pagine della più famosa rivista inglese GQ. Com’è stato tornare a posare come modella?
E’ stato un vero onore soprattutto perché cercavano una bellezza glamour per foto artistiche, dove si evidenziasse l’arte più che le semplici curve. Tornare alle mie origini di modella mi ha fatto ritrovare il mondo elegante e di classe che è quello del fashion.
- Evelina Manna in uno degli scatti di Simon Emmett
Ti avranno chiesto cosa sta succedendo in Italia…
Da me volevano un punto di vista sentimentale personale oltre che politico. Ho raccontato il presidente del consiglio, quello di tutti gli italiani, innamorati della sua figura fin dai tempi della sua prima discesa in campo.
Nessun accenno al bunga bunga?
Certo. Hanno tentato di sfruttare questo momento “volgare” come lo chiamo io, per screditare il nostro paese, ma io ho risposto: “C’è ben altro di più importante in Italia: moda, arte, cultura, etc… D'altronde la satira inglese è notoriamente la piu feroce ancor di più lo è con la propria classe dirigente.
Infatti hanno scelto una bellezza nostrana come la tua per il servizio su GQ UK.
Mi e’ piaciuto lavorare anche con Simon Emmett, che al momento è uno dei migliori fotografi al mondo che ha immortalato celebrità del calibro di Rihanna.
Dal video di backstage si nota il tocco di classe del regista. Avevi nostalgia di questo mondo visto che negli ultimi anni sei passata prima al teatro poi alla fiction?
Fin da ragazzina avevo chiara che differenza ci fosse tra foto di qualità e il resto. Ho cominciato a fare la modella perché sono stata notata all’uscita dell’università quando ancora frequentavo il primo anno di filosofia. Poi è arrivato i primo servizio su Harper’s Bazaar italia e la mia carriera è partita. Dopo qualche anno ho voluto dedicarmi al teatro sperimentale.
Poi è stata la volta del cinema mentre ora ha scelto il piccolo schermo per lanciare un messaggio forte, quale?
Sono stata protagonista di uno spot contro la violenza sulle donne. Una mia produzione per il sociale a cui ne seguirà uno sull’immigrazione e uno sulle carceri dove però io mi dedicherò solo come produttrice.
Sembra che non manchi proprio nulla alla tua carriera, ma ti sarà rimasto un sogno nel cassetto?
Vorrei fare una bella commedia con Verdone, essere la Monica Vitti della situazione. Nel frattempo sogno di essere chiamata dai fratelli Coen.
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