Il virus Michelangelo è un virus informatico, ideato per infettare i sistemi MS-DOS e programmato per attivarsi solo il 6 marzo di ogni anno, data di nascita dell’artista rinascimentale. Viene scoperto per la prima volta in Nuova Zelanda nell’aprile del 1991.
Nonostante sia stato progettato per infettare i sistemi MS-DOS, il virus può facilmente disturbare anche altri sistemi operativi installati sul PC, infettando il master boot record dell’hard disk. Una volta infettato, qualsiasi floppy disk inserito nel PC viene automaticamente infettato dal virus. Essendo inoltre programmato per entrare in azione solo una volta l’anno (il 6 marzo, appunto), è possibile che questo non venga scoperto per anni – a meno che non si lanci il sistema proprio quel giorno.
È stato per diverso tempo considerato il padre dei virus moderni. È il 1991 quando “Michelangelo” viene individuato e nei giorni che precedettero la data di compromissione divenne l’evento di maggiore attrazione. Il virus divenne famoso in tutto il mondo nel gennaio del 1992, quando si scoprì che alcuni produttori di computer e di software misero accidentalmente in commercio prodotti infettati dal virus, come il server di stampa Intel LANSpool. Nonostante solo poche centinaia di macchine fossero state effettivamente infettate, alcuni esperti del settore dichiararono che i computer infettati erano milioni in tutto il mondo, aumentando la paura del virus.
Al 6 marzo 1992, tuttavia, i casi di perdita di dati dovuti a “Michelangelo” erano compresi fra 10.000 e 20.000. I media persero interesse nella vicenda e il virus cadde nel “dimenticatoio”. Nonostante sia difficile scoprire il virus per i motivi sopra riportati, non si sono più registrati casi di infezione a partire dal 1997.