Profumo di storia, moderne note, immagini centenarie
La Filarmonica di Berlino © MaSeDomani.com
La Berlinale non è solo competizione internazionale e dodici ore al giorno di cine-maratone per circa due settimane. Tra una prima mondiale e l’altra, vi sono numerose iniziative da non lasciarsi sfuggire. Superata la frenetica ouverture, preso il ritmo della kermesse, ci si può concedere anche parentesi uniche. Noi l’abbiamo fatto e oggi vi parliamo di John Zorn, di sonnambulismo e di cooperazione internazionale nel segno del cinema. Vi state domandando come possano essere riuniti sotto lo stesso tetto? Semplice: a quasi cento anni dalla sua nascita (era il 1920), il film Das Cabinet des Dr. Caligari torna su grande schermo, in versione digitale, grazie alla cooperazione delle Cineteche di mezzo mondo (Bologna e Milano, incluse) con in sottofondo la musica di Zorn, appunto.
Dato che l’evento è avvenuto grazie a collaborazioni internazionali illustri (il lavoro è stato di una squadra che ha visto in prima linea la bolognese “L’Immagine Ritrovata”), l’anteprima mondiale non poteva che svolgersi in un contesto davvero unico come l’interno della Filarmonica. E mai scelta fu più inebriante: il film (muto!) è avventuroso, divertente, attento a luce e colori, ricco di suspense, a tratti inquietante, e ben si presta a un concerto d’organo, soprattutto se il compositore non è seduto comodamente nell’audience, ma sul palco e… a piedi nudi
Il musicista John Zorn © Scott Irvine
Entrare nel tempio della musica, la sede di quella Filarmonica che sin da bambina solo ad udirne il nome mi venivano i brividi, dove si succedettero direttori del calibro di Celibidache, Von Karajan e il nostro Abbado, è stato un sogno. Sulle prime, l’attacco di Zorn mi ha irrigidita ma, una volta appurato quando la sua musica fosse perfettamente complementare alle immagini, mi sono rilassata. Il compositore americano, infatti, è noto per essere un polistrumentalista, geniale e iperattivo. Con più di cento album alle spalle, probabilmente, senza saperlo, avrete sentito la sua musica (o una delle sue performance) e, probabilmente, gli amanti del jazz in questo momento si staranno domandando cosa c’entri uno dei loro autori preferiti con la musica classica, ma il “ragazzo” è talmente prolifico da comporre brani non solo contemporanei e… garantisco sia comunque uno spettacolo.
Mentre il musicista – scalzo e in pantaloni mimetici – suonava, sullo schermo scorrevano le immagini, nitide, fluide e inquietanti del padre di tutti i thriller psicologici e, perché no, degli horror, il Gabinetto del Dottor Caligari. La storia di un giovane sonnambulo portato in giro come vero fenomeno da circo per camuffare ben altra ricerca, è nota a ogni cinefilo. Vedere quindi un intero auditorio protendersi in avanti, rapito completamente dagli eventi, dai dialoghi, dalla suspense di un film di cui tutti conoscevamo già la trama, è stato incredibile. Quando la serie di omicidi ha preso il via, la tensione era palpabile e, a ogni crescendo d’organo, la platea sussultava: che esperienza magica!
Section head Rainer Rother at the world premiere of the digitally restored version at the Berliner Philharmonie © Berlinale
Anche quest’anno la kermesse berlinese ha superato se stessa ed è riuscita a farci vedere qualcosa d’inaspettato e impagabile. Scoprire inoltre, che per una volta un’eccellenza italiana avesse fatto la differenza, ci ha inorgoglito da un lato e intristiti dall’altro. Da noi, infatti, la notizia non ha avuto gli onori della cronaca nonostante, se non ho udito male (e il mio tedesco è molto arrugginito) il primo fotogramma domenica 9 febbraio 2014 c’era e dobbiamo ringraziare i ragazzi di Bologna!
Vissia Menza