Ogni tanto capita che pure io prenda un abbaglio. Non capita spesso, devo molto modestamente ammettere, ma qualche volta, di rado, succede. Con Eventyrland purtroppo è andata così. L'ho visto fondamentalmente perché sono rimasto colpito dalla locandina della pellicola.
Dopodiché mi sono visto il trailer e, non so bene perché, sono stato colto da un presentimento. Un presentimento positivo.
Non che sia un trailer così fenomenale o che presenti qualcosa di mai visto prima, eppure l'ho trovato accattivante abbastanza da farmi venire voglia di recuperare l'intera pellicola. Sentivo che sarebbe potuto essere un gioiellino di quelli sconosciuti che nessuno si è filato e che questo blog avrebbe potuto fieramente spacciare come una sua scoperta personale. “Dai, Cannibale,” mi sono ripetuto. “Dai che questa volta scopri un nuovo fenomeno del cinema mondiale e diventi famoso! Intendo, ancora più famoso di quanto sei già ora!”.
Ho deciso così di scommettere su Eventyrland. Un piccolo film norvegese, e io non è che sia poi un così grande cultore della scena cinematografica locale. Negli ultimi tempi sono però rimasto parecchio colpito da alcuni film provenienti dal Nord Europa, che si tratti di Svezia (Forza maggiore, We Are the Best!), Finlandia (Heart of a Lion) o Danimarca (Lars von Trier über alles, ma ad esempio anche Hotell). La Norvegia mancava ancora all'appello, quindi perché non colmare questa lacuna? Per il resto ho puntato alla cieca, ignorando del tutto il cast, così come il regista, basandomi solamente su locandina & trailer, e soprattutto sul mio istinto e ho mancato il bersaglio. Provate voi a sparare bendati. Mica è facile. E poi sono mica un American Sniper, io.
Eventyrland comunque non fa schifo. Da come ne parlavo prima sembrava che mi fossi sorbito una porcheria totale. Questo no. Eppure mi ha lasciato un senso di profonda delusione e insoddisfazione. Avrei voluto scoprire un piccolo cult movie, o anche solo una perla di cinema lontano dai circuiti della distribuzione italiana, così come dalle grandi produzioni d'Oltreoceano. Eventyrland è invece un filmetto senza infamia e senza lode, che non fa pena ma nemmeno si segnala in alcun modo. A compromettere il risultato finale in particolare è la sua notevole pesantezza.
Anche io me le vado a cercare. Il film non tratta infatti certo temi leggeri o particolarmente allegri. A dispetto del titolo Eventyrland, che significa Il paese delle meraviglie, è la storia poco meravigliosa di una giovane donna incinta che un giorno perde tutto. Durante uno scambio di droga andato male, sparano a suo marito e lei finisce in galera per aver sparato a sua volta a un altro uomo e così sua figlia cresce con una madre adottiva. Quando esce dalla gattabuia, la tipa cercherà però di ristabilire un contatto con la bambina. Questa a grandi linee è la trama del film, e questo è soltanto l'inizio. Le cose dopo si faranno ancora più deprimenti e il tutto viene affrontato in maniera appunto deprimente. Capisco che da uno spunto del genere non si poteva pretendere una commedia, però anche come melodramma Eventyrland non convince. Manca la cattiveria di un Lars von Trier. Manca un tocco registico che vada al di là di un vago stile a metà strada tra cinema indie e neorealismo. Manca una protagonista che ci faccia immergere davvero nella sua merdosa realtà, come ad esempio la immensa Marion Cotillard è riuscita a fare in Due giorni, una notte. L'indolente protagonista interpretata da tale Silje Salomonsen risulta anzi piuttosto odiosetta e non riesce a creare un coinvolgimento emotivo che in una pellicola di questo genere avrebbe potuto fare la differenza.
Eventyrland è un piccolo film norvegese dalle buone intenzioni che però non si concretizzano mai in momenti di grande cinema. Una scommessa persa da parte mia. Questa volta la cinematografia nordica non mi ha offerto una nuova chicca, ma io non perdo le speranze. Ho preso un abbaglio, però la ricerca di tesori sommersi nelle filmografie dei paesi lontani da Hollywood prosegue. Verso l'infinito e oltre.