L’ “endorsement” di Berlusconi, Meloni e Grillo nei confronti dei “Forconi” e delle loro iniziative ai margini della legalità, non deve stupire, disorientare né cogliere impreparati.
Al di là del duropurismo etico, politico e ideologico del loro rivestimento promozionale, infatti, micro-gruppi come quelli che stanno animando i sommovimenti forconiani (in questo caso collocabili e collocati nelle porzioni più estreme e radicali della destra nazionale) usufruiscono, da sempre, di sponsor istituzionali, partiti maggiori ai quali delegano la loro rappresentanza nelle assise locali e nazionali convogliando e trasferendo, “sottobanco”, voti e consensi al loro indirizzo. Non è del resto un caso che i “Forconi”, così come gli autotrasportatori, abbiano sempre agito quando a Palazzo Chigi non c’era il centro-destra berlsuconiano (2007, 2012, 2013).
La situazione si presenta tuttavia assolutamente eccezionale e inedita per le turbolente sacche di anarchismo che si stanno venendo a creare in tutto il Paese, e qualora dovesse sfuggire di mano, il pur micidiale arsenale di Cologno Monzese o l’istrionica abilità persausiva da palcoscenico portrebbero non essere più sufficienti
Attenti, i “Forconi”, all’ira dei mansueti.