Nel 1979 non era anomalo che a ragazzini di dodici anni piacessero canzoni come queste. Una summa del suono dell’epoca, un po’ synth pop, un po’ new wave e molto intuito danzereccio anche se a dodici anni non potevo andare certo in discoteca per verificare se usasse mettere dischi così, con questo bpm e questo livello di modernità. Tra parentesi, Pop Muzik degli M era la sigla del programma pomeridiano di Giorgio, un mio compagno di classe più grande di un anno che a suo modo era un figo in quanto, in seconda media, già conduceva una trasmissione in una radio libera, microscopica ma comunque una radio libera, insieme a una speaker un po’ più grande dal nome che non si capiva se fosse reale o inventato che era Magalì. Seguivo il programma di Giorgio e Magalì nel primo pomeriggio perché fare quello che faceva lui era il mio sogno – poter scegliere le canzoni da far ascoltare a terzi – così quello che avrebbe detto o fatto in radio era il mio principale argomento di conversazione con lui. Tutta l’importanza e l’attenzione che gli dedicavo spinse poi Giorgio a rendermi complice di una piccola truffa. Ogni tanto i due conduttori organizzavano qualche quiz, così Giorgio mi mise al corrente della risposta esatta relativa alla domanda che avrebbero posto nella puntata del giorno, qualcosa relativo alla bizzarra copertina del 45 giri degli M. con quel neonato un po’ punk. Una cosa che sapevo anche senza che mi venisse anticipata la risposta giusta, non avevo quel 45 giri – acquistare prodotti musicali effimeri nella mia famiglia era vietato – ma lo vedevo sempre in vetrina nel mio negozio di dischi di fiducia. Comunque quel pomeriggio chiamai in radio e diedi la risposta esatta. Il premio era un costume da bagno, Giorgio e Magalì mi passarono la regia per fornire i miei dati. Quando il pacchetto arrivò a casa, scoprì però che si trattava di un costume da ragazza. Mai una gioia già a quei tempi, potrebbe essere la morale della storia. Ma ero troppo imbranato per chiamare la radio o chiedere a Giorgio di interessarsi per il cambio. Per di più era già autunno e chissà che taglia avrei portato l’estate successiva.
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