Stava cercando il cellulare che aveva prestato a sua madre da quando il suo si era rotto.Era sempre così, quando una cosa si rompeva alla madre, lei doveva servire da magazzino, peccato non fosse anche il contrario. Quando le prendeva qualcosa in prestito era sempre una tragedia, come se magicamente, ogni cosa che finiva tra le sue mani dovesse rompersi o macchiarsi, proprio come se ancora fosse quella bimba che imbrattava i vestiti di gelato al cioccolato.Uno dei posti più furbi dove mettere un cellulare in carica era vicino al lavandino in bagno, la madre lo aveva messo lì in attesa che la spia verde segnalasse che il telefono era carico. E' conoscenza comune che le cose elettriche non vanno d'accordo con l'acqua, ma ovviamente il genitore, essendo tale, può permettersi tutto.La busta dei messaggi stava lampeggiando, segno che la memoria era piena. Era facile lamentarsi per gli sms che non arrivavano...non c'era spazio.In quel periodo sua madre era così attaccata al cellulare, era sempre lì o a parlare o a scrivere messaggi. Era veramente irritante soprattutto perchè il padre cominciava a insinuare cose, per lei, inammissibili. Volendo darle una mano, aprì la sezione dei messaggi per cancellare i suoi vecchi, almeno così avrebbe avuto più spazio per lei. Il nome di un uomo a lei sconosciuto comparve, un messaggio sotto l'altro, erano tutti suoi. Chi era?Cosa c'entrava con sua madre? Tentò di calmarsi un attimo, fece dei grandi respiri e riprese il cellulare in mano.Il primo messaggio era inequivocabile... la ringraziava per la bella serata, e non vedeva l'ora di rivederla.Si guardò allo specchio, il mascara era totalmente colato e le lacrime non accennavano a smettere, le accarezzavano il viso proprio come sua madre quando le diceva che le voleva bene. Quella madre che aveva fatto credere ai figli che il padre fosse semplicemente pazzo e geloso perchè la stava accusando ingiustamente di tradimento, proprio lei.
Cosa avrebbe dovuto dirle adesso?! "Ho scoperto tutto"... non riusciva neanche a guardarla in faccia.
Non ci fu bisogno di rimanere molto a pensare al "come"...pensò a tutto sua madre, arrivò esattamente quando lei posò il cellulare da dove lo aveva preso, e capì. Capì immediatamente, le lacrime che contornavano quello sguardo colmo d'odio valevano più di mille parole. Sapeva tutto.
Faceva fatica a respirare come se mille spilli le perforassero i polmoni. Come se stesse annaspando in un lago ghiacciato, ogni suo tentativo di emergere la portava sempre più sotto.
Aveva bisogno di uscire.
Biascicò "Esco." La madre si offrì di accompagnarla, annuì semplicemente... non voleva parlarle. Almeno non ora.
Voleva andare da qualcuno che la capisse, che la abbracciasse e che la rincuorasse.
Aveva bisogno di forza. Forza per riprendersi da tutto questo.
Entrarono in macchina.
Pioveva.
Si fece accompagnare da una sua amica che abitava lì vicino. In quel breve tragitto sua madre riuscì a dire tante di quelle parole che ormai si faceva fatica a distinguerle. Frasi tipiche di chi si sente in colpa.
"Sono stata sempre orgogliosa di te..."
"Hai fatto cose che io non mi sarei mai aspettata..."
Peccato che queste frasi uscivano solo adesso, solo quando era troppo tardi.
Ormai l'aveva ferita.
Lei è Valentina. 20 anni.
Valentina Photoshoot - by Me.
Questa è la sua vita...Io ve la racconto
Claudia