Magazine Cinema
Durata: 91'
La trama (con parole mie): un gruppo di ragazzi si raduna nel cottage dei genitori dei due fratelli Mia e David affinchè proprio la giovane donna possa disintossicarsi dalla dipendenza dalla droga. Quello che gli amici non sanno è che nel seminterrato della vecchia casa sono ancora intatti i resti di un rituale eseguito tempo prima affinchè un demone malvagio potesse rimanere confinato nel suo mondo, così come il libro dei morti, potentissimo artefatto con il potere di rievocare l'entità.Quando Eric, ex migliore amico di David, incuriosito dal testo, libera senza saperlo il mostro, per il gruppo ha inizio un incubo che li vedrà lottare per la sopravvivenza non soltanto dei corpi, ma delle loro stesse anime: riusciranno ad avere la meglio sullo spirito sfruttando il libro stesso, o dovranno rassegnarsi a soccombere e consentire alla creatura di aprire una porta che dall'Inferno conduce sulla Terra?
I remake sono una brutta bestia davvero, a prescindere dal genere, dall'epoca e dal contesto, tanto più ostici quanto le pellicole originali sono risultate mitiche superando le prove del Tempo e del parere del pubblico di diverse generazioni: si contano sulle dita, infatti, i casi in cui le nuove versioni risultano essere più interessanti delle precedenti - esempi recenti, forse, sono stati solo il Cape fear scorsesiano e Scent of a woman, perlomeno in grado di giocarsela alla pari con i titoli che li ispirarono -, e spesso e volentieri quando si tratta di horror la questione finisce per diventare non solo rischiosa, ma addirittura involontariamente ridicola nella maggior parte dei casi.
The fog, Nightmare, Halloween sono solo alcuni degli insuccessi che il Cinema d'orrore ha visto concretizzarsi all'ombra dei cult originali, ed onestamente il dubbio che questa nuova versione de La casa potesse entrare al volo nel suddetto club pareva quasi più una certezza almeno fino alla vigilia della visione: fortunatamente il buon Fede Alvarez, regista uruguaiano poco più che trentenne al suo esordio in un lungometraggio, è riuscito non solo nell'impresa di confezionare un più che discreto prodotto di genere, ma anche di non snaturare, omaggiandolo, l'originale e splendido Evil dead firmato da Sam Raimi, che fu uno dei capisaldi dell'horror nel corso degli anni ottanta e rivoluzionò il suo filone anche grazie al dinamismo che il futuro regista della trilogia di Spider Man infuse alla macchina da presa, sfruttata straordinariamente in tutte le riprese che simulavano il sopraggiungere delle presenze malefiche liberate dal Necronomicon, il Libro dei morti che finisce per farla da padrone anche - e giustamente - in questo caso.
Il giovane Alvarez, prendendo spunto dalle vicende che Raimi narrò nei primi due capitoli della sua più fortunata saga - culminata poi con il geniale L'armata delle tenebre -, omaggia il lavoro del suo ispiratore senza snaturarlo, perdendo in carisma - del resto, di Ash/Bruce Campbell ce n'è uno solo, inimitabile - ma guadagnando in profondità - l'idea della disintossicazione della protagonista Mia, così come l'eventuale associazione tra il demone della dipendenza e quello liberato dal libro, paiono decisamente vincenti, oltre che assolutamente impegnate ed inaspettate per il genere -, citando momenti magici come quelli legati all'uso della motosega e della botola senza dimenticarsi quelle che erano le atmosfere tipiche dello slasher figlio degli eighties e concedendo ben più di un brivido agli spettatori - soprattutto quelli non avvezzi - grazie alla versione posseduta della protagonista, che dal profondo del seminterrato e nel gioco vedo/non vedo fornito dalla botola incatenata riesce a regalare il suo meglio anche per veterani del settore come il sottoscritto.
Il risultato, dunque, è talmente interessante che quasi dispiace sia stato ispirato dal lavoro di un mostro sacro, perchè probabilmente se si fosse trattato di un'uscita a sorpresa facilmente ci saremmo trovati di fronte all'erede per questo 2013 del già mitico Quella casa nel bosco, horror definitivo dello scorso anno e non solo: spero dunque che, alle spalle questa prova decisamente superata, per Alvarez si aprano le porte della grande distribuzione e possa essergli dato spazio per un progetto personale privo dell'impronta - seppur leggendaria - di gente come il Sam più importante della Storia dell'horror.
Dovesse andare bene potremmo trovarci di fronte ad un nuovo riferimento - e tutti sappiamo quanto ne abbiano bisogno i cari, vecchi, film di paura -, mentre alla peggio si avrebbe comunque la possibilità di scatenare il nostro lato più demoniaco e lasciare che le porte di un Inferno di bottigliate possano aprirsi all'indirizzo di chi non ha saputo sfruttare un'occasione unica: in entrambi i casi finiremmo per divertirci.
Nel frattempo, e per ingannare l'attesa, godiamoci questo bagaglio di sani squartamenti neanche fossimo tornati i ragazzini impauriti del 1985, chiusi in casa un sabato sera alla ricerca di quel brivido che sono un sano film di terrore riesce a regalare.
MrFord
"Trapped inside a life which is not yours
spirits within causing terror, fear and darkness
evil dead
evil dead."Death - "Evil dead" -
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